Nel testo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio scorso, si prevede un'indagine sulle condizioni sanitarie degli italiani che hanno operato in Bosnia Erzegovina e Kossovo. Sarà su base volontaria, e rivolta sia ai militari sia ai civili.
Sindrome dei Balcani? "Non è provato che l'uranio impoverito possa avere effetti dannosi sulla salute", dichiarano all'OMS, ma intanto i casi sospetti di militari italiani ammalatisi proprio dopo aver maneggiato senza alcuna protezione resti di questi proiettili ultraperforanti sono perlomeno sospetti.
Dopo il lavoro della Commissione Mandelli, da alcuni contestato, prosegue lo sforzo nel fare chiarezza su possibili conseguenze sulla salute per i cittadini italiani che, in veste civile o militare, hanno lavorato nei Balcani in questi ultimi dieci anni.
Ministero della salute, Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno da poco sottoscritto un protocollo operativo che da avvio ad un'indagine di monitoraggio sulle condizioni sanitarie della popolazione civile, del personale militare e civile della Difesa e del personale della Polizia di Stato, che hanno operato dal 1 agosto 1994 o che operano nei territori della Bosnia Erzegovina e del Kossovo. Prevista inoltre l'attuazione di controlli alimentari sulle sostanze importate dai predetti territori.
Regioni e Province autonome sono incluse quali soggetti promotori del monitoraggio dopo averne fatto apposita richiesta sostenendo che la questione rientrava anche nelle proprie competenze in seguito alla riforma costituzionale del 30 aprile 2002.
Il monitoraggio consisterà in una serie di visite mediche e di esami di laboratorio a cui ci si potrà sottoporre gratuitamente ed avrà la durata di cinque anni.
Non è la prima volta che in Italia si sottopongono i volontari che hanno operato in Bosnia e Kossovo a controlli di questo tipo. Negli anni scorsi ad esempio la Provincia autonoma di Trento ha offerto gratuitamente a tutti coloro i quali avevano partecipato a missioni in Kossovo visite ed analisi di controllo. Fortunatamente senza alcun riscontro di anomalie. Ora però in seguito a questo nuovo accordo il monitoraggio sarà più sistematico.
E' infatti anche previsto un centro raccolta ed elaborazione dati che acquisirà le schede di indagine ed i referti di laboratorio e provvederà alla loro archiviazione per tutta la durata della campagna di monitoraggio. L'analisi dei dati avrà un fine essenzialmente esplorativo e fornirà un primo quadro descrittivo grazie al quale sarà possibile, se necessario, avviare in una fase successiva un'indagine più mirata.
Il programma sarà adeguatamente pubblicizzato e volontari, operatori, personale militare verranno informati delle finalità della campagna di monitoraggio ed invitati a rivolgersi alle strutture sanitarie preposte da Regioni e Province.
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