Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares - © Firnthirith/Shutterstock

Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares - © Firnthirith/Shutterstock

Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares è recentemente stato nelle principali capitali dei Balcani occidentali, Podgorica e Pristina escluse. Dal luglio 2023 la Spagna sarà alla presidenza dell'Ue

20/04/2023 -  Gjergji Kajana

L’avvicinarsi della data di avvio della presidenza semestrale a guida spagnola dell’UE, prevista per il primo luglio 2023, ha fatto da cornice alla recente visita del ministro degli Esteri di Madrid José Manuel Albares nelle capitali di quattro paesi dei Balcani Occidentali: Serbia, Bosnia Erzegovina, Albania e Macedonia del Nord. Svoltisi tra il 12 e il 14 aprile, gli incontri di Albares con i suoi omologhi regionali hanno prodotto la firma con ciascuno di essi di memorandum bilaterali d’intesa finalizzati al sostegno del paese iberico all’integrazione nell’UE delle controparti. Il tour ha incluso incontri con il presidente della Serbia Aleksandar Vučić e i primi ministri serbo Ana Brnabić, bosniaco Borjana Kristo e albanese Edi Rama. A Skopje Albares ha annunciato che durante la sua presidenza Madrid si farà promotrice dell'organizzazione di una conferenza ministeriale sui Balcani.

Seguendo un precedente tour svolto dal premier spagnolo Pedro Sanchez l’estate scorsa, la visita del capo della diplomazia iberica segna una crescita della interazione politica tra Spagna e Balcani Occidentali, i quali – alla luce della guerra in Ucraina, dei passi avanti comunitari nei loro confronti contenuti nell’approvazione della candidature di adesione bosniaca e del via libera alla liberalizzazione dei visti con il Kosovo, oltre all’inclusione della regione nei piani di investimento UE – vedono rivalutato al rialzo il loro peso nello scacchiere geopolitico europeo.

La politica estera spagnola ha storicamente sostenuto le tappe dell’integrazione europea – politica di allargamento inclusa - e tratta i Balcani come terreno di diramazione delle sue attività nel Mediterraneo. Oltre alla cornice euroatlantica costituita da Unione europea e NATO, il potenziale della interazione tra le due penisole - quella iberica e quella balcanica - risiede anche nella recente piattaforma della Comunità Politica Europea, nell’ambito del Processo di Barcellona - che ha portato alla nascita nel 2008 dell’organizzazione intergovernativa Unione per il Mediterraneo (UfM), composta da 42 stati – e dell’EuroMed9, un'assise informale di paesi dell’Europa del Sud e contemporaneamente membri UE, la quale include tra gli altri Spagna, Croazia e Slovenia.

La prima tappa del tour di Albares è stata la Serbia, il più grande paese dei Balcani occidentali e che intrattiene con Madrid relazioni bilaterali eccellenti derivanti dal mancato riconoscimento spagnolo dell’indipendenza del Kosovo e dallo status di principale partner economico della Spagna nell’area. Nel 2022 l’interscambio commerciale bilaterale ha superato per la prima volta un miliardo di euro. Imprese spagnole dell’abbigliamento , costruzioni, trasporti, agroindustria, industria automotiva, mobilità sostenibile , energia solare ed eolica sono penetrate nel mercato serbo, con Grupo Azvi che ha partecipato alla ricostruzione del Ponte Žeželj sul Danubio a Novi Sad e alla realizzazione di parti del Corridoio paneuropeo X, il quale costituisce parte integrante delle reti transeuropee dei trasporti. È attivo anche un forum economico imprenditoriale serbo-spagnolo, l’ambasciata del paese iberico a Belgrado rappresenta anche gli interessi della Spagna nel Montenegro mentre l’esistenza di una sede belgradese dell’Istituto culturale Cervantes accresce il “soft power” culturale di Madrid.

Durante gli incontri con il presidente serbo Vučić e con il ministro degli Esteri Ivica Dačić, Albares è stato ringraziato per la posizione del suo paese sul Kosovo, ex-provincia serba staccatasi unilateralmente nel 2008 ma che per Madrid e Belgrado rimane “de jure” parte della Serbia. Con le autorità kosovare il Regno di Spagna non mantiene nessun legame ufficiale nel timore che ogni apertura diplomatica a loro incoraggi i separatismi basco e catalano dentro i confini della monarchia. Nella capitale serba il capo della diplomazia spagnola ha insistito sul sostegno di Madrid al dialogo tra Belgrado e Pristina, mediato dall’UE e che un mese fa ha portato a una intesa a Ohrid per la normalizzazione delle loro relazioni.

Oltre a ribadire l’impegno al proseguimento del percorso UE della Bosnia Erzegovina, la tappa di Albares a Sarajevo è servita ad asseverare il ruolo spagnolo come garante di sicurezza all’interno della missione militare EUFOR ALTHEA, che mira principalmente a portare l’esercito locale verso standard NATO. Con Albania e Macedonia del Nord, invece, la Spagna condivide l’appartenenza all’Alleanza Atlantica e si proietta ad aumentare la presenza economica nel settore turistico ed energetico nel Paese delle Aquile, con il gruppo Melia che pianifica entro il 2025 di finalizzare l’apertura di alberghi di lusso a Tirana, Durazzo, Valona e Berat mentre l’operatore energetico Enagás ha espresso l’interesse di entrare nell’azionariato di quello locale Albgaz, con una particolare attenzione alla cooperazione nella transizione dalle fonti fossili, già annunciata come un pilastro della presidenza spagnola dell’UE.

Sotto la cornice UE l’interazione tra Madrid e Balcani occidentali si svolge anche in ambito bancario, con la Banca di Spagna e altre 19 istituzioni omologhe che partecipano – tramite lo strumento di assistenza preadesione IPA III finanziato con 3 milioni di euro dall’Unione – in un programma triennale (2022 - 2025) rivolto alle banche centrali dei sei paesi della regione, per aiutarli nel rafforzamento delle loro capacità di analisi e attuazione delle politiche macroeconomiche. La banca spagnola svolgerà attività bilaterali focalizzate sul settore giuridico con l’ente omologo albanese e nel campo dell’informazione con quello bosniaco.

Il dibattito spagnolo sul ruolo del paese in Europa verte sul fatto se si debba puntare di più sulla presenza o sull’influenza. Nei Balcani occidentali risulta visibile che – diversamente da potenze UE più vicine all’area geograficamente ed economicamente come Italia e Germania – l’influenza politica perseguibile da Madrid trova spazi ridotti, resi più difficili dalla mancanza di rapporti nei confronti del Kosovo. È invece la sfera economica l’ambito nel quale la Spagna detiene le migliori potenzialità di espandersi nell’area. Il trend positivo di interscambi è molto visibile con Serbia e Albania, che l’anno passato hanno attirato il 60% dell’export spagnolo nei Balcani occidentali e che vedono aumentare negli ultimi anni anche le connessioni nel trasporto aereo, generatori di maggiori flussi turistici.

L’ultimo report del Fondo Monetario Internazionale contenente le previsioni di crescita globale vede un percorso di crescita del PIL per i 6 paesi della regione nel 2023 e 2024, proiettandole nella forbice di un minimo del 1.4% in Macedonia del Nord quest’anno a un massimo del 3.9% in Kosovo l’anno prossimo, nel quale nessuno dovrebbe scendere sotto il 3%. Migliorie nelle capacità fisiche di interazione come il progettato ampliamento dei porti albanesi (a partire da quello di Durazzo), con annesse modernizzazioni nella infrastruttura che porta all’interno della Penisola, costituiscono un richiamo ad un paese mediterraneo come la Spagna ad espandere di più la presenza commerciale ed imprenditoriale in tutta l’area balcanica.