Venerdì 12 settembre: presentata nella storica sede dell'Istituto Italiano di Cultura l'iniziativa dell'Osservatorio Balcani
"Non è senza significato che questa manifestazione inizia qui." Francesco Acanfora, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Vienna, nel saluto inaugurale portato ai partecipanti al viaggio "Danubio, l'Europa si incontra", ha voluto ricordare le convergenze culturali e le comuni radici europee che hanno preso forma nella capitale austriaca, e la proiezione verso l'est che caratterizza l'Istituto da lui diretto.
Nella sala gremita, i partecipanti alla inaugurazione della serie di iniziative organizzate dall'Osservatorio sui Balcani in collaborazione con diverse realtà della società civile italiana e del sud est Europa, hanno ascoltato le parole di incoraggiamento e augurio rivolte loro dai rappresentanti delle organizzazioni internazionali e degli enti locali che a vario titolo hanno sostenuto la iniziativa.
L'ambasciatore d'Italia a Vienna, Raffaele Berlenghi, dopo aver sottolineato le "convergenti sensibilità" esistenti tra Italia ed Austria verso l'area balcanica, ha ricordato proprio la estrema importanza nel processo costituente europeo delle iniziative promosse dalla società civile. Concetto ribadito dall'ambasciatore italiano presso l'Osce, Guido Lenzi, che ha salutato la importante partecipazione delle organizzazioni non governative nella definizione della politica estera a livello europeo.
Lamberto Zani, vice segretario generale dell'Osce, ha ricordato che i Balcani rappresentano un'area chiave, centrale nella politica dell'organizzazione. In rappresentanza della città di Vienna, il consigliere Jurgen Wutzhofer ha evidenziato i fortissimi legami che uniscono Vienna alle altre città dell'area danubiana, testimoniati non solo dalla rete di scambi esistenti sia in campo culturale che sociale ed economico, ma anche più concretamente dai 150.000 abitanti della capitale austriaca che provengono dai paesi della ex Yugoslavia.
Tra i rappresentanti degli enti locali intervenuti, hanno preso la parola Marco Viola in rappresentanza della presidenza della regione Trentino Alto Adige e Alberto Pacher, sindaco di Trento. Entrambi hanno sottolineato come il Trentino rappresenti un esempio positivo di pacifica coesistenza e protezione di minoranze. "L'esperienza del Trentino ha reso le nostre istituzioni estremamente sensibili ai temi della pace e della cooperazione tra i popoli, ha detto Viola".
Secondo il sindaco Pacher invece, è importante ricordare che i conflitti che hanno segnato drammaticamente l'area balcanica negli anni scorsi non possono essere semplicemente rimossi, ma vanno elaborati. "E' questa la nostra esperienza, al di là degli interventi sui bisogni materiali è necessario realizzare iniziative come quella che inauguriamo oggi che cerchino di realizzare equilibri di convivenza sempre più avanzati. "
Il direttore dell'Osservatorio, Mauro Cereghini, ricordando che questa iniziativa si iscrive in un percorso avviato nel 2001 con l'appello per una Europa dal basso e proseguito a Sarajevo nell'aprile del 2002 alla presenza di Romano Prodi, ha sottolineato il valore simbolico della presenza di 70 persone provenienti da dieci paesi diversi che percorreranno insieme il Danubio in un viaggio che toccherà le ferite aperte dell'Europa, i ponti distrutti e le città colpite dalla pulizia etnica. Allo stesso tempo pero' questo viaggio riafferma la ricchezza potenziale che le comunità locali dell'Europa possono esprimere nei campi più diversi, dal commercio equo e solidale alle tematiche ambientali, allo sviluppo locale alla definizione di una vera cittadinanza europea. Con un ruolo insostituibile da parte della società civile.
Nella prospettiva riaffermata oggi dall'ambasciatore italiano all'Osce: "Negli ultimi dieci anni i confini europei sono stati modificati. Ora devono essere rimossi. "