Si conclude in questi giorni un progetto di formazione giornalistica avviato dall'ADL di Zavidovici nell'aprile del 2001. Scopo: avvicinare i ragazzi di due comunità contrapposte e far sviluppare loro uno sguardo critico sul mondo dell'informazione.
"Il mestiere di giornalista in situazioni di post conflitto: il caso della Bosnia Erzegovina" è il titolo dell'ultimo seminario che concluderà la "Scuola di giornalismo nel Cantone Zenica-Doboj" (Bosnia centrale) avviato dall'Agenzia della Democrazia Locale di Zavidovici nell'aprile del 2001.
Nel corso di quest'anno giornalisti italiani, croati, serbi e bosniaci si sono recati a Zavidovici (maggioranza bosniaco musulmana) e a Zepce (maggioranza croato bosniaca) per presentare il proprio lavoro e la propria esperienza all'interno di seminari mensili.
Questi ultimi erano rivolti ai ragazzi delle due città, in conflitto nella recente guerra, e si tenevano alternativamente nell'una e nell'altra. Agli incontri partecipavano però entrambi i gruppi.
I ragazzi che frequentano la scuola hanno poi formato una propria redazione divisa in tre settori (carta stampata, radio e tv) ed hanno prodotto ogni mese un giornale, "Most" (Il Ponte), due trasmissioni radio che venivano trasmesse sulle due radio locali delle città ed infine una trasmissione tv in digitale che è stata all'inizio trasmessa sulle emittenti locali e poi in serate pubbliche organizzate dai centri giovanili di Zepce e Zavidovici.
Nel corso dell'anno sono poi state organizzate due visite studio, a Sarajevo e a Split, durante le quali i ragazzi hanno visitato alcuni centri media nazionali. Ed in conclusione del corso è stato pubblicato un libro dal titolo "Io amo la mia città", nel quale i corsisti sono riusciti a fare una descrizione del territorio nel quale vivono sottoponendo le stesse due domande ("Cosa amo e cosa odio della mia città") a politici, artisti, amministratori, disoccupati, studenti etc.
"Questa è senza dubbio una scuola 'suis generis' nel senso che non abbiamo formato dei giornalisti" ha spiegato Andrea Rossini, delegato dell'ADL "però si è creato un gruppo, e si sono messi in contatto i giovani delle due città e questo era uno degli obiettivi". Rossini ha poi sottolineato che coloro i quali hanno partecipato al corso leggeranno i giornali e guarderanno la TV con uno sguardo critico che prima senza dubbio non avevano.
Il seminario di chiusura del progetto servirà per presentare l'esperienza della Scuola e allo stesso tempo favorire un incontro e un confronto tra giornalisti attivi nelle diverse parti del Paese.
Parteciperanno all'incontro Andrea Rossini, delegato dell'agenzia della Democrazia Locale di Zavidovici, Igor Šimšić, Aljić Zenaid, Sandi Crljić, Ilić Slađan, che presenteranno i risultati della Scuola, ed infine sono numerosi i giornalisti che dibatteranno sull'argomento specifico della giornata. Tra questi Azemina Mulahuseinović di Radio ZOS - Tešanj, Zvonko Tarle di Radio Kontakt - Banja Luka, Dario Terzić - corrispondente da Mostar dell'Osservatorio sui Balcani, Esad Hećimović di Dani - Sarajevo, Dubravko Galović di Radio Slavonija, Zorana Petković di Radio Osvit Zvornik, Juraj Jukić di Radio postaja Žepče e Mustafa Mujanović di RTV Zavidovići.
Di media e Balcani si dibatterà anche il 25 giugno prossimo a Milano, presso il Cricolo della Stampa. L'Osservatorio sui Balcani insieme ad IDP (Inviati di Pace) ha invitato una serie di giornalisti a confrontarsi sul tema "Il silenzio dopo la tempesta. L'informazione sui Balcani nel tempo della non guerra".