L'Associazione Guido Puletti esprime la propria soddisfazione
per la sentenza di primo grado di condanna di Hanefija Prijic
detto "Paraga". Dopo più di sette anni di impunità il Tribunale di
Travnik ha condannato a 15 anni "Paraga" per l'uccisione di
Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni. La nostra
soddisfazione è ancora maggiore considerando che questa
sentenza apre anche le porte a una serie di investigazioni e
processi per tutti gli altri crimini di guerra commessi in Bosnia
centrale.
Riteniamo che questa sentenza non debba chiudere la vicenda
giudiziaria relativa all'eccidio del 29 maggio 1993, ma che
debba essere il punto d'avvio per arrivare a chiarire
completamente quanto avvenne otto anni or sono. Eravamo e
siamo interessati ad una condanna di "Paraga" nel quadro del
raggiungimento della verità su quello che avvenne. E dobbiamo
ammettere che, nonostante la condanna di "Paraga", il processo
celebrato a Travnik è arrivato a determinare solo una parte della
verità sulla morte di Guido, Fabio e Sergio.
Molti importanti testimoni non sono stati chiamati a deporre, e
non sono state poste domande importanti a molti testimoni che
hanno deposto in aula. Gli esecutori materiali non sono stati
identificati, come non sono stati identificati i mandanti di
quell'eccidio - l'accusa stessa contro "Paraga" escludeva a
priori che vi potessero essere mandanti oltre allo stesso Hanefija
Prijic.
Riteniamo che l'autorità giudiziaria che debba assumersi questo
compito sia quella italiana. Per questo è necessaria una
collaborazione effettiva da parte delle autorità centrali italiane,
che finora si sono distinte invece per il disinteresse e gli ostacoli
che hanno posto, fino a queste ultime settimane, quando
l'autorità diplomatica italiana in Bosnia è stata totalmente assente
dal processo in corso (se si eccettua una sola udienza), e ha
rifiutato un minimo di supporto all'avvocato delle parti lese alla
conclusione del processo.
Il Ministero degli Esteri italiano può e deve acquisire nuova
documentazione decisiva su questo caso. Il Ministero di Grazia e
Giustizia italiano, che riconobbe nel settembre 1998 questo
eccidio come "delitto politico", può e deve richiedere il
rinnovamento del giudizio di "Paraga" in Italia perché si arrivi
all'identificazione degli esecutori e dei mandanti. Richiediamo
quindi che l'inchiesta avviata a Brescia continui in modo da
arrivare ad un processo in Italia che porti a conclusione il
percorso giudiziario iniziato a Travnik.
Brescia, 28 giugno 2001
© Associazione Guido Puletti
L'Associazione Guido Puletti esprime la propria soddisfazione
per la sentenza di primo grado di condanna di Hanefija Prijic
detto "Paraga". Dopo più di sette anni di impunità il Tribunale di
Travnik ha condannato a 15 anni "Paraga" per l'uccisione di
Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni. La nostra
soddisfazione è ancora maggiore considerando che questa
sentenza apre anche le porte a una serie di investigazioni e
processi per tutti gli altri crimini di guerra commessi in Bosnia
centrale.
Riteniamo che questa sentenza non debba chiudere la vicenda
giudiziaria relativa all'eccidio del 29 maggio 1993, ma che
debba essere il punto d'avvio per arrivare a chiarire
completamente quanto avvenne otto anni or sono. Eravamo e
siamo interessati ad una condanna di "Paraga" nel quadro del
raggiungimento della verità su quello che avvenne. E dobbiamo
ammettere che, nonostante la condanna di "Paraga", il processo
celebrato a Travnik è arrivato a determinare solo una parte della
verità sulla morte di Guido, Fabio e Sergio.
Molti importanti testimoni non sono stati chiamati a deporre, e
non sono state poste domande importanti a molti testimoni che
hanno deposto in aula. Gli esecutori materiali non sono stati
identificati, come non sono stati identificati i mandanti di
quell'eccidio - l'accusa stessa contro "Paraga" escludeva a
priori che vi potessero essere mandanti oltre allo stesso Hanefija
Prijic.
Riteniamo che l'autorità giudiziaria che debba assumersi questo
compito sia quella italiana. Per questo è necessaria una
collaborazione effettiva da parte delle autorità centrali italiane,
che finora si sono distinte invece per il disinteresse e gli ostacoli
che hanno posto, fino a queste ultime settimane, quando
l'autorità diplomatica italiana in Bosnia è stata totalmente assente
dal processo in corso (se si eccettua una sola udienza), e ha
rifiutato un minimo di supporto all'avvocato delle parti lese alla
conclusione del processo.
Il Ministero degli Esteri italiano può e deve acquisire nuova
documentazione decisiva su questo caso. Il Ministero di Grazia e
Giustizia italiano, che riconobbe nel settembre 1998 questo
eccidio come "delitto politico", può e deve richiedere il
rinnovamento del giudizio di "Paraga" in Italia perché si arrivi
all'identificazione degli esecutori e dei mandanti. Richiediamo
quindi che l'inchiesta avviata a Brescia continui in modo da
arrivare ad un processo in Italia che porti a conclusione il
percorso giudiziario iniziato a Travnik.
Brescia, 28 giugno 2001
© Associazione Guido Puletti