In Republika Srpska si annunciano accordi che favoriscono i rientri delle minoranze. Ma tre parlamentari che rappresentano in RS la comunità musulmana-bosniaca cercano di mettere in luce alcune contraddizioni.
"E' stato raggiunto un importante accordo tra Republika Srpska e Federazione per quanto riguarda alcuni progetti di rientri incrociati dei profughi" ha dichiarato l'11 gennaio Kresmir Zubak, presidente della Commissione della BiH sugli sfollati e sui rifugiati. I progetti saranno possibili grazie a finanziamenti di entrambe le Entità.
Zubak ha inoltre dato una valutazione positiva rispetto ai miglioramenti sia in RS che in Federazione per quanto riguarda l'implementazione delle leggi sulle proprietà immobiliari e gli effettivi ritorni delle minoranze.
"Mi auguro che nei prossimi due anni si arrivi ad una soluzione definitiva del problema" ha aggiunto sottolineando però come non si possa risolvere la questione degli sfollati e dei rifugiati senza l'apertura di un intenso dialogo con la Croazia, necessità prevista tra l'altro negli stessi Accordi di Dayton.
Il ministro per i rifugiati e gli sfollati della RS Mico Micic, membro anch'egli della Commissione presieduta da Zubak, ha annunciato che la prossima sessione di lavoro della Commissione sarà dedicata proprio a quest'ultima questione poiché "in Republika Srpska e a Banja Luka risiedono una larga fetta di rifugiati originari dalla Croazia. In quest'area sono infatti registrate 8036 famiglie la cui proprietà è in Croazia. 1296 di queste rischiano di essere sfrattate, senza sapere dove andare, occupando illegalmente una casa od un appartamento" (RTRS, 11.01.02).
Intanto Sulejman Tihic, Senija Bubic e Remzije Kadric, membri bosniaci della Commissione per le questioni costituzionali del Parlamento della RS, hanno invitato il governo a pianificare chiaramente le fonti di finanziamento previste nel budget a supporto del ritorno di profughi serbi nella Federazione e di croati e bosniaco-musulmani in RS. "Il budget previsto per il 2003 è di circa 10,6 milioni di KM. Questi corrispondono ai mezzi finanziari non utilizzati nel 2000 e nel 2001" hanno dichiarato, annunciando il loro veto all'approvazione dello stesso. Per poi aggiungere che "tutti i governi precedenti della RS hanno favorito più lo "stare" che non il ritorno e questo è dimostrato dal fatto che 5 milioni di KM, previsti nel 2000 a copertura di processi di ritorno, sono stati poi ridirezionati verso rifugiati che avevano deciso di rimanere in RS". I parlamentari hanno poi concluso augurandosi che "la questione del ritorno venga sentita da tutti come vitale e che le autorità di entrambe le Entità tengano fede alle loro promesse supportandolo e promuovendolo senza alcun tipo di discriminazione nazionale o religiosa" (SRNA, 09.01.02).