Ambiguità in Bosnia sulle privatizzazioni della FDS, manifattura tabacchi di Sarajevo. Il suo direttore, Nijaz Durakovi indaga in merito, ma riceve minacce.
La polizia finanziaria bosniaca ha iniziato in questi giorni i controlli sulle modalità di privatizzazione della FDS, manifattura tabacchi di Sarajevo. Sembra che si siano riscontrate gravi irregolarità.
L'azione della polizia è da collegarsi alle minacce ed ai mancati attentati subiti da Nijaz Durakovi, ex leader dell'SDP ed attuale direttore della FDS. Due settimane fa, alcuni uomini, poi fuggiti, erano stati sorpresi da un poliziotto in borghese mentre cercavano di manomettere la vettura di Durakovi. Quest'ultimo è fortemente sotto pressione da quando, due mesi fa, ordinò un controllo di tutti i documenti sulla prima fase della privatizzazione della FDS, cercando di scoprire eventuali irregolarità (Slobodna Bosna, 11.10).
Nel mercato del tabacco, in Bosnia ma come in tutta l'area balcanica, le mafie locali e non solo sono particolarmente attive. Basti ricordare il caso sollevato la scorsa estate dal settimanale "Nacional" che curò un'inchiesta sul contrabbando di sigarette in Serbia, Croazia e Montenegro. Come ricordato da Lino Veljak, nostro corrispondente da Zagabria, le attività criminose, che coinvolgono od hanno coinvolto con tutta probabilità anche alte sfere della politica, condizionano le vicende societarie di molte imprese del ramo del tabacco. Un esempio per la Croazia le vicende riguardanti l'industria di tabacchi di Rovigno (TDR). Fu acquistata all'inizio delle privatizzazioni, con lo stretto controllo di Tudjman, da una ditta anonima ma vicina alla destra radicale croata. Quest'ultima riuscì poi ad impedire alla multinazionale British-American Tobacco (BAT) l'acquisto dell'industria di tabacco di Zara, eliminando così ogni concorrenza sul territorio nazionale e interregionale.
Le vicissitudini della FDS di Sarajevo, alla luce di questo panorama regionale, assumono sicuramente un aspetto inquietante.