Inizia negli Usa un processo contro un'organizzazione umanitaria accusata di sostenere Al Quaeda. Le prove sarebbero state raccolte in BiH. Intanto la Camera dei diritti umani della BiH dichiara violati i diritti del cosiddetto "gruppo degli algerini".
Dopo sei mesi di indagine è iniziato negli Stati Uniti il processo contro alcuni rappresentanti dell'organizzazione umanitaria BIF. L'accusa è di sostegno al terrorismo internazionale. Secondo il procuratore di stato John Ashcroft il direttore dell'organizzazione, Ernam Arnaut, avrebbe per anni ridirezionato aiuti umanitari per finanziare cellule di Al Kaeda.
Le prove più importanti contro la BIF sono state raccolte in una filiale dell'organizzazione situata a Dobrinja, un quartiere di Sarajevo. In quest'ufficio venne trovato un documento che riportava un giuramento ad Al Quaeda ma, secondo il procuratore di stato, sarebbero stati ritrovati anche altri documenti compromettenti.
Tra questi vi sarebbe il verbale di un'assemblea costitutiva di Al Quaeda tenutasi in Afghanistan, dati personali di mudjahedin addestrati sempre in Afghanistan, la lista di chi ha finanziato la BIF in questi anni ed un documento che descrive Enam Arnaut quale il responsabile per conto di Al Kaeda delle relazioni pubbliche.
Ashcroft ha sottolineato che questi documenti ritrovati in Bosnia sarebbero un'ulteriore e solida prova dell'esistenza e della struttura di Al Quaeda aggiungendo inoltre che "i soldi diretti agli orfani bosniaci sono invece finiti a curare i membri di Al Kaeda" (Oslobodjenje, 11.10.02).
Intanto la Camera dei diritti umani della BiH ha dichiarato che le autorità bosniache hanno violato i diritti fondamentali del cosiddetto "gruppo degli algerini" quando, nel febbraio scorso, con un'azione che era stata immediatamente criticata da vari gruppi che si occupano di difesa dei diritti umani, avevano revocato loro la cittadinanza e li avevano consegnati al contingente americano dello SFOR (forze di pace internazionali).
Hadz Boudellaa, Boumediene Lakhdar, Mohamed Nechile e Saber Lamar vennero poi immediatamente trasferiti a Guantanamo, base militare americana. La Camera ha deciso che per queste violazioni la Federazione BiH dovrà garantire loro sostegno legale e pagare a ciascuno di loro un risarcimento di 10.000 KM (circa 5.000 €).
Dal Governo bosniaco arrivano commenti imbarazzati alla decisione della Camera. "Non sappiamo come agire - ha dichiarato Kresimir Zubak, Ministro uscente per i diritti umani - naturalmente non abbiamo nessuna esperienza in questo campo" (Dnevni Avaz, 13.10.02).