Dura presa di posizione della Chiesa ortodossa di Sarajevo. Non ci sarà nessuna diretta della cerimonia per il Natale ortodosso. Almeno fino a quando continueranno le discriminazioni.
Non vi sarà alcuna diretta sulla rete federale della celebrazione per la vigilia del Natale ortodosso. "Siano stanchi di questa politica volta a creare, attraverso i media, una falsa immagine della realtà bosniaca, come se si fosse già raggiunto un alto grado di multiculturalità e multietnicità" si afferma in un comunicato stampa emesso dall'ufficio centrale della chiesa ortodossa a Sarajevo.
"Fino ad ora abbiamo avuto molta pazienza sperando che qualcosa cambiasse, tante volte siamo stati attaccati ed umiliati in Federazione BiH. Dopo gli Accordi di Dayton molte chiese sono state danneggiate, lo stesso è accaduto ai cimiteri. Prova del radicato vandalismo del quale siamo vittime la sorte toccata alla cappella nel cimitero ortodosso nel centro di Sarajevo, usata come gabinetto. E molti sono i beni espropriati alla chiesa ortodossa agli inizi della guerra che non sono più stati restituiti. La grande chiesa ortodossa (Saborna crkva) è l'unica struttura senza illuminazione nel centro di Sarajevo...." si commenta nel comunicato stampa per poi aggiungere che "abbiamo cercato si parlare con le autorità della Federazione chiedendo indietro la nostra
proprietà, almeno quella non nazionalizzata...ma ci sentiamo come un popolo di terza classe. Anche i nostri reclami presso l'OHR non hanno portato ad alcuna risposta concreta".
Queste sostanzialmente le motivazioni che hanno portato al rifiuto della diretta televisiva prevista per la notte del 6 gennaio (Oslobodjneje, 29.12.2001).