La difficile situazione dell'informazione in Bosnia-Erzegovina. La libertà d'espressione delle proprie opinioni non è certo garantita, ed anzi subisce minacce giornalierie nonostante siano passati oramai sei anni dalla fine della guerra.
Ogni giorno in Bosnia-Erzegovina sono da registrarsi sei minacce nei confronti di giornalisti di radio e televisioni. Lo ha affermato Vahid Kljajic, titolare della cattedra di giornalismo presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Sarajevo.
I dati sono stati estrapolati da un sondaggio effettuato da studenti della stessa facoltà in collaborazione con Internews. Circa il 50% di media elettronici sono sottoposti a minacce quotidiane e Kljajic teme che l'anno prossimo questo già allarmante percentuale possa aumentare.
Su 222 radio e televisioni interpellate in BiH solo 108 (48,65%) non hanno mai subito minacce mentre le restanti (51,35%) hanno subito pressioni una o più volte.
Il rapporto pubblicato in seguito al sondaggio riporta come nella maggior parte dei casi si tratta di telefonate, lettere di minaccia ed a volte pressioni si estrinsecano sotto forma di ispezioni finanziarie straordinarie durante le quali si verifica il danneggiamento dell'attrezzatura, il sequestro di materiale stampato ecc., a volte si verificano vere e proprie aggressioni ai giornalisti.
Questo è il primo sondaggio su queste tematiche attuato nella Bosnia Erzegovina del dopoguerra. Prossimamente verrà inaugurato un sito web nel quale i giornalisti potranno denunciare minacce e pressioni subite (Oslobodjene, 2.12.2001)