A quasi sette anni dalla firma degli Accordi di Dayton in Bosnia Erzegovina molte famiglie continuano a vivere nei centri collettivi. Ora il governo del cantone di Tuzla annuncia la prossima chiusura di tre di questi centri.
Il governo del cantone di Tuzla ha reso noto che entro la fine dell'anno chiuderà tre centri collettivi nelle città di Lukovac, Gracanica e Tuzla. Secondo il ministro cantonale Mujanovic, ministro della ricostruzione, sviluppo, affari e ritorno, alla base della decisione del governo vi sarebbero considerazioni sia di ordine umanitario che di ordine economico. Innanzitutto, ha spiegato, non è pensabile che, a quasi sette anni dalla firma degli Accordi di Dayton, queste famiglie siano obbligate a vivere in strutture fatiscenti ed in totale precarietà; si è inoltre preferito investire le risorse esistenti per favorire il loro rientro nei luoghi d'origine piuttosto che utilizzarle per un puro assistenzialismo nei campi collettivi.
La chiusura delle tre strutture ci si aspetta avvenga già nei prossimi mesi ma il ritorno a casa di sfollati e rifugiati non è certo scontato. In questo momento nei tre centri collettivi che dovrebbero essere chiusi risiedono ancora 130 famiglie, 90 delle quali nel centro collettivo di Tuzla.
Queste famiglie verranno considerate prioritarie nel processo di ritorno che si spera possa avvenire con successo. La situazione è ancora più complessa per coloro i quali sono soli e per coloro i quali non hanno alcuna proprietà (vi è chi in questi dieci anni di centro collettivo ha anche costruito una famiglia). Per i non autosufficienti (a causa di infermità o anzianità) è prevista l'assistenza di istituzioni adeguate mentre, secondo il ministro Mujanovic, il problema degli sfollati o dei rifugiati che non posseggono alcuna proprietà verrà risolto dai governi delle due Entità in collaborazione con le organizzazioni internazionali (17.03.02, Dnevni Avaz).