Il 7 ottobre in Bosnia Erzegovina si va alle urne. La campagna elettorale mostra tratti tragicomici e non molto differenti dalle passate edizioni. Tra slogan e spot, una breve panoramica pubblicata da Radio Slobodna Evropa. Nostra traduzione
Articolo originale uscito su Radio Slobodna Evropa, 21 settembre 2012 - traduzione di Osservatorio Balcani e Caucaso
La campagna elettorale delle amministrative che si terranno in Bosnia Erzegovina il prossimo 7 ottobre, non si differenzia molto da quelle passate. Alcuni milioni di marchi convertibili verranno spesi alla voce marketing da parte dei partiti. A giudicare dai manifesti e dai messaggi dei cartelloni, è chiaro che anche in queste elezioni locali spadroneggeranno soprattutto ciance sulle riforme statuali, la lotta per l'esistenza di questo o quel popolo o il percorso della Bosnia Erzegovina verso l'Europa. Ma cosa promettono i candidati sindaci o consiglieri e in quale modo stanno gestendo la loro campagna elettorale?
A muoversi tra i primi è stata l'Unione dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD). Lo slogan per le attuali elezioni è "Srpska, di casa in casa", ma anche "Dayton, per sempre". Dunque non hanno trascurato le buone e vecchie ricette del presidente di questo partito, Milorad Dodik. Lui sa di cosa ha bisogno il popolo, le stesse promesse e lo stesso repertorio: "Vi prometto che dopo le elezioni verrò qui e vi pagherò il pranzo. Quindi non venite!".
L'Unione democratica croata di Bosnia Erzegovina (HDZ BiH) ha presentato il suo programma elettorale in 12 punti – dall'identità dei Croati, fino ai progetti europei. Nei discorsi pre-elettorali del presidente del partito, Dragan Čović, è evidente il rammarico per essere stati esclusi alle scorse elezioni politiche dalla formazione del governo della Federazione (croato-musulmana): "Sono profondamente convinto che oggi è chiaro che non dobbiamo più permettere che a qualcuno venga in mente di formare un qualsiasi tipo di governo, a qualsiasi livello, senza i legittimi rappresentanti del popolo croato", ha dichiarato Čović.
Abbiamo chiesto un parere sui manifesti elettorali della campagna di quest'anno al docente di Scienze Politiche della Facoltà di Filosofia di Sarajevo, Besim Spahić. "I manifesti, frottole pure, sono soldi buttati via. Non c'è alcuna creatività nel messaggio, nel motto, nella visione, nell'immagine. Di norma sono come una carta d'identità: Io sono Mujo Mujić, votami, io sono Jovo Jović, votami...", dice Spahić.
Il candidato indipendente alla poltrona di sindaco nel Comune di Zenica, Mirad Hadžiahmetović ha risvegliato l'interesse dei media internazionale con una campagna elettorale alquanto fuori dalla norma. Ai suoi potenziali elettori non promette solo castelli e città, ma anche proposte porno on-line per attirare l'attenzione del pubblico. Inoltre in uno dei suoi video Mirad si rivolge agli elettori non chiedendo sostegno per se stesso, ma promettendo di tenere il fiato sul collo ai candidati delle altre coalizioni politiche [La Commissione elettorale centrale della Bosnia Erzegovina ha poi obbligato Hadžiahmetović a oscurare gli spot pornografici e a ritirarsi dalle elezioni, ndt]. (Vai al video in cui Hadžiahmetović parla dell'uso di droghe leggere).
"Ho la sensazione che molti cittadini pensano che gli iscritti al partito SDA (Partito di azione democratica) siano tutti criminali e killer. Se siete anche voi convinti di questo, vi invito ad andare alle urne e votare in modo che finiscano dove gli spetta – nella discarica della storia", dice Hadžiahmetović nel video in questione.
Alla domanda su cosa promettono i candidati, il giornalista Almir Panjeta risponde: "Hanno consumato ogni promessa, non sanno più cosa offrire e le loro campagne elettorali si basano in generale su reciproche accuse tra candidati".
Votare per dispetto
Una delle novità della campagna elettorale è il Partito per la Sarajevo europea, che grazie al sostegno degli attori Saše Petrović e Milana Pavlović conta il maggior numero di spot elettorali finora mandati in onda: “In questa città non deve governare il nazionalismo. Che ci si chiami Josip, Boro o Ismet Horo – abbiamo tutti pari diritti”. (Vai allo spot del Partito per la Sarajevo europea)
Il candidato del Partito democratico dei cittadini, invece non sa che le elezioni si terranno il prossimo 7 ottobre: "Elettori, il 3 ottobre dovete andare tutti a votare per il cambiamento. Noi vi offriamo questo cambiamento".
E seguono altri interessanti messaggi dei candidati a sindaco o consigliere comunale: "Abbiamo bisogno di investimenti nell'economia e nell'agricoltura. Altrimenti, noi Brčko non la molliamo". "E' necessario rispettare il dovere di cittadino – andare a votare, votare contro il potere e tutti questi politici truffatori", "Se alle scorse politiche su 60 partiti siamo arrivati terzi, adesso che ci presentiamo per la prima volta alle elezioni locali, è tempo che si arrivi primi”, “Insieme – fino alla vittoria!”.
Il Professor Besim Spahić sottolinea che i cittadini non hanno idea di quali siano i compiti del sindaco e dei consiglieri comunali. “Da noi i cittadini pensano che il loro voto serva per sostenere una persona che amano e votano per dispetto: Eh, noi voteremo per il 'nostro' e quelli là voteranno per il 'loro', e così via. Non hanno alcuna idea di cosa dovranno poi fare i politici eletti nello svolgimento della loro funzione all'interno dell'ente locale” dichiara Spahić.
In chiusura, ecco un'altra canzone del presidente dell'SNSD, Milorad Dodik, in occasione di un incontro pre-elettorale [dove canta una ballata popolare il cui ritornello dice “Perché t'ho lasciata andare...” ndt]. (Vai al video in cui Dodik canta a Bijeljina)