Alimenti scaduti, aiuti umanitari di pessima qualità se non pericolosi per la salute. In un libro da poco pubblicato in Bosnia un'analisi su cosa si mangiava durante la guerra. E sulle conseguenze che ciò ha avuto.
"Mi vergogno a guardare negli occhi un cavallo visto quanta avena ho mangiato durante la guerra". E' una delle frasi dette durante il duro assedio a Sarajevo e poi entrata a far parte del libro "L'alimentazione durante la guerra" scritto da Velija Katica ed uscito recentemente.
"Per molti anni abbiamo mangiato cibo prevalentemente scaduto e dal punto di vista igienico certamente pericoloso" ha dichiarato l'autore ricordando come chi ha subito l'assedio a Sarajevo si è trovato, per sopravvivere, a consumare ad esempio biscotti prodotti tra il 1957 ed il 1960. "Sono stati soprattutto vecchi e bambini a consumare questo cibo" ha chiarito Katica " e quindi le categorie più vulnerabili".
E le conseguenze certo sono state molte e tra queste l'autore di questo libro senz'altro originale individua l'aumento di malattie cancerogene e di leucemie tra i bambini. Non esenti da responsabilità i donatori internazionali che "certo avevano poca cura di controllare le date di scadenza di ciò che donavano". Il prodotto più odiato dai bosniaci durante la guerra è stato senza dubbio la conserva di carne con il marchio IKAR. "Paradossalmente" nota Katica "era uno degli alimenti dal punto di vista igienico più sicuri".
Il ricordo del cibo sotto assedio è ancora forte in quei volontari ed attivisti italiani che hanno condiviso, seppur solo in parte, alcuni giorni in città assediate. "Nel 1994 abbiamo passato alcuni giorni a Mostar est" ricorda Nicole Corritore, attualmente dello staff dell'Osservatorio ma allora collaboratrice dell'ICS "non siamo riusciti a mangiare nulla. Ricordo in particolare alcuni prodotti in scatola giapponesi, dovevano essere degli spaghetti ma emanavano un odore terribile ed erano già scaduti da alcuni anni. Ed il contrasto era molto forte con le aragoste che a pochi chilometri di distanza si potevano mangiare a Medjugorje ...".
Ma la guerra sembra non voler abbandonare le tavole dei bosniaci (e non solo). E' infatti di questi giorni la notizia data dalla BBC che un'indagine sugli effetti dell' uranio impoverito ha messo in risalto come in Bosnia e Kossovo siano risultati episodi di contaminazione da uranio di alimenti.