Milorad Dodik (foto Demokratska Stranka)

Milorad Dodik (foto Demokratska Stranka )

Un commento dai toni fortemente sarcastici sulla recente elezione di Milorad Dodik alla presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, scritto dall’editorialista di Buka, settimanale di Banja Luka

12/10/2018 -  Dragan Bursać Banja Luka

(Originariamente pubblicato dal settimanale Buka , il 9 ottobre 2018)

Sono trascorsi due giorni dalle elezioni [domenica 7 ottobre si sono tenute le elezioni presidenziali e parlamentari in Bosnia Erzegovina, ndt.] e ancora nessuno, per quanto io ne sappia, ha ufficialmente ringraziato il presidente della Republika Srpska Milorad Dodik per tutto quello che ha fatto, da quando è salito al potere, per i serbi che vivono nella Republika Srpska e per coloro che si sono dimostrati leali nei loro confronti. E questo non è giusto. È un comportamento maleducato e scorretto.

Pertanto, grazie Milorad, di tutto! Grazie a nome di tutti quei giovani che sono cresciuti sotto il tuo governo. Grazie per aver garantito a un numero record di laureati – tra cui molti attori, registi, economisti, giuristi – un lavoro come camerieri, imbianchini, venditori al mercato, commercianti di prodotti di ogni genere. Inoltre, grazie mille, a te e al tuo team, per aver reso possibile che molti di questi giovani ottenessero, aspettando dignitosamente e in silenzio, un visto di lavoro per la Slovenia o persino la Germania.

Grazie a nome della Germania, dell’Austria, della Slovenia e di altri paesi occidentali economicamente rovinati, che non hanno mai dimostrato alcuna gratitudine, per aver fornito loro la migliore forza lavoro in Europa. Persone giovani, forti, istruite, disposte a pulire il culo ai pazienti geriatrici per una paga misera. Per questo suddetti paesi non potranno mai ringraziarti abbastanza, e nemmeno i cittadini bosniaci che il tuo regime ha fortemente stimolato ad abbandonare i loro computer, laboratori, aule di tribunale e istituti economici per cambiare i pannoloni agli anziani.

Tu che ci hai illuminati

Grazie anche a nome di quelli che sono rimasti, per aver insegnato loro a ragionare nel modo giusto e ad apprezzare i veri valori. Grazie per aver aperto gli occhi agli studenti durante l’ultima campagna elettorale, mettendo in chiaro che la tessera di partito conta più del libretto universitario. Grazie per aver spinto questi giovani indecisi a dedicarsi all’affissione di manifesti elettorali piuttosto che alla lettura di libri noiosi. Infine, grazie per aver fatto sì che giovani analfabeti diventassero direttori, consiglieri e segretari. Chi se ne frega se non hanno una laurea, tanto se la compreranno. Grazie per aver rafforzato in questo modo il sistema di istruzione. Un’istruzione accademica, eccome!

Già che abbiamo menzionato l’istruzione, grazie per aver benedetto l’introduzione dell’insegnamento della religione nelle scuole superiori, e per aver emarginato gli atei e gli agnostici e i loro figli. Perché Dio è l’unico, oltre te, che possa aiutarci. È grazie a te se i giovani iscritti alle facoltà di medicina in Republika Srpska sono indotti a pensare che, se riusciranno, con l’aiuto di Dio, a completare gli studi, potranno rimanere nel loro paese. Perché Dio è ciò che conta di più nella medicina. Grazie per aver reso impossibile ai giovani medici disoccupati di scagliarsi contro Dio mentre cercano lavoro e studiano il tedesco.

Ringraziamento dei ricchi

E già che parliamo di giovani, è sempre grazie a te e al tuo team che si è venuta a creare una situazione che avvantaggia i benestanti, i cui figli vanno a studiare all’estero, da Milano, Torino e Bologna fino a Vienna. Grazie per aver consentito di evitare che i figli dei ricchi si mescolino con la feccia della società.

Grazie – non so nemmeno come mai mi è venuto in mente proprio adesso – perché il tuo regime ha partorito Nikola Špirić, il più grande scrittore tra gli economisti e il più grande economista tra gli scrittori. Se non fosse stato per te Milorad, Špirić sarebbe ancora politicamente disorientato e probabilmente avrebbe cambiato venti partiti, forse sarebbe anche diventato membro di Naša Stranka [un piccolo partito di orientamento civico, ndt], vista la sua propensione a sperimentare. Grazie per aver fatto nascere una miriade di politici, da quelli di vecchia data che ti accompagnano da anni fino alle forze giovani raggruppate intorno a Igor Radojičić [sindaco di Banja Luka, ndt.]. Se non fosse stato per te Milorad, chissà dove sarebbe finito, ad esempio, Ranko Škrbić, attuale preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Banja Luka. Ci si aspetterebbe che almeno ti ringraziassero tutti pubblicamente sulle pagine di Glas Srpske.

Lettera ai giornalisti

Già che ci siamo, grazie Milorad per aver fatto crescere la migliore generazione di giornalisti bosniaci. Grazie per la RTRS [la radiotelevisione della Republika Srpska], per l’emittente televisiva ATV, per il quotidiano Glas Srpske, per l’agenzia di stampa SRNA, per tutti quei media che stai usando per svelare pubblicamente vari complotti e tentativi di colpo di stato. Grazie per Kesić, Karganović, Kecmanović, Đaković, Mihailović e tanti altri giornalisti noti e meno noti che, se non fosse stato per te, sarebbero rimasti vittime incomprese di una società dominata dai mediocri.

Grazie – e questo non va dimenticato – per tutte le scuole, le strade, i ponti, e qualche tunnel; per tutti gli ambulatori, ospedali, impianti di teleriscaldamento e inceneritori che, se non fosse stato per te, non sarebbero mai stati costruiti. Ed è ingiusto che nessuna di queste opere pubbliche porti il tuo nome. Lo so, lo so, c’è un’ospedale che si chiama “Serbia”, l’autostrada del 9 gennaio [data di proclamazione della Republika Srpska, ndt], poi una fabbrica denominata “Pobjeda” [Vittoria], etc. Ma sei modesto, troppo modesto Milorad.

E questo non è tutto. Se non fosse per te, questa nuova autostrada che porta verso la Serbia, per ora solo fino a Doboj, sarebbe affollata. L’hai fatta costruire secondo standard ben precisi in modo che le persone oneste possano usarla quanto vogliono, testare le performance delle loro Audi e Mercedes, osservare se tirano a destra o a sinistra, e persino fare drifting, tutto questo è possibile grazie a te. E non come su quelle autostrade affollate nella Federazione BiH, dove ogni minuto passano dieci, quindici macchine. Un vero disastro.

Grazie per aver appoggiato quel genio di Radojičić, sindaco di Banja Luka, che è riuscito a far passare l’idea di usare la legna per riscaldare la città, come nel XVIII secolo. E di questo ti sono particolarmente grato, essendo originario di Bosanski Petrovac [comune situato a circa 70 chilometri da Banja Luka, dove i boschi coprono più del 60% del territorio, ndt]. Perché non c’è niente di più bello che tagliare i boschi e spaccare la legna da ardere.

Il nostro padre spirituale

Ma soprattutto, grazie per aver riportato la spiritualità tra il popolo. I malvagi diranno che si tratta di paura. Ma non è vero! È un controllo paterno. E quando dici che licenzierai i dipendenti della termocentrale di Gacko se non votano per te, che chiederai ai pensionati di restituire gli assegni ricevuti se non votano per te, che caccerai quel Davor Dragičević dalla piazza, grazie per tutto questo. E vedi che in queste elezioni tutti hanno obbedito. Sia i pensionati che i dipendenti pubblici, tutti. E quelli della piazza dovrebbero interrogarsi sul proprio comportamento, ingrati.

Dopo di te, ancora tu

Infine, grazie per aver lasciato un’impronta indelebile in questa società. Perché tu hai plasmato le menti dei cittadini, hai formato le loro abitudini, hai influenzato in maniera determinante il loro modo di pensare, di percepire il mondo e di agire.

E loro non se lo dimenticheranno mai! Non sono ancora consapevoli di quanto bene tu abbia fatto, ma tra qualche decennio di certo lo saranno.

Grazie ancora di tutto, fai buon viaggio a Sarajevo. Potrei dirti di continuare a fare del tuo meglio anche a Sarajevo come hai fatto qui a Banja Luka, ma non lo faccio.

Non sono così stronzo.