Edo Majka (Di Momčilo Grujić, EXIT Photo Team - Exit Festival's Flickr photostream, CC BY-SA 3.0)

Edo Majka (Di Momčilo Grujić, EXIT Photo Team - Exit Festival's Flickr photostream, CC BY-SA 3.0 )

Rappresenta la storia del rap bosniaco. Un ritratto di Edo Maajka fra i più importanti rapper della scena musicale est europea

15/04/2019 -  Gianluca Grossi

Rap, hip-hop, trap, imperversano in tutta Europa, e naturalmente non possono mancare nei paesi della ex Jugoslavia. Edin Osmić è il vero nome di Edo Maajka, uno fra i rapper più importanti della scena legata all’est Europa. Noto come musicista solista e membro della band Disciplinska Komisija, è nato a Brčko, in Bosnia Erzegovina, il 22 dicembre 1978. Terminate le elementari, scoppia la guerra e lui si trasferisce, nel 1992, a Zagabria.

Frequenta la scuola di meccanica della capitale della Croazia. Si avvicina alla musica rap e sviluppa la capacità di cimentarsi con il freestyle; ma ci sono anche influenze più tradizionali come l’old school rap music anni Ottanta di origine americana, il reggae e il rock. Torna nel paese natio con la fine dei conflitti e tenta la carriera di giurista, a Tuzla, senza mai terminare gli studi. Durante l’università, in compenso, registra alcuni demo tape, in casa propria, con un’attrezzatura rudimentale, che colpiscono i pochi che hanno la possibilità di ascoltarli.

Entra a fare parte della scena hardcore rap – sulla scia di band come i Public Enemy e Ice Cube - e contribuisce alla formazione del gruppo Diskord, per poi finire negli Odbrana. Fanno breccia a Tuzla e divengono fra i gruppi più seguiti in Bosnia Erzegovina.

La canzone “Odbrana 99” diventa una hit diffusa dalle stazioni radio locali. Certamente old school, con rimandi al crossover e tentativi hard in qualche modo riconducibili alla verve degli statunitensi Rage Against The Machine.

Nel frattempo Edo Maajka abbandona definitivamente gli studi per difficoltà economiche e torna in Croazia dove incontra i nuovi amici della band Elemental, capitanata da Mirela Priselac Remi (sul mercato con l’ultimo disco Tijelo uscito nel 2016, per la 383 Records). Registra con loro il singolo “Minimalni rizik ” e il successivo “Mahir i Alma ”. Nel 2001 intraprende la carriera solista, dando alle stampe “Znaš me ”, beat cadenzato e video che fa il verso (ironico) alla chalga. MC Berbo, è il suo alter ego. Uomo amante di ogni genere di eccesso: droga, alcol, donne. Proprio come osanna l’hardcore rap. Ma lui ammette di essere esattamente l’opposto. Uomo di rigore, ma felice di poter interpretare lo spirito del tempo immedesimandosi in personaggi alternativi.

L’album "Slušaj mater" esce nel 2002 sotto l’etichetta Menart Records; già al lavoro con altri epigoni del mondo sloveno, croato e bosniaco, fra cui The Beat Fleet, Siddharta e Dan D. Numerosi gli artisti che influenzano il suo cammino artistico: Rambo Amadeus, Atomsko Sklonište, ma anche figure leggendarie della musica bosniaca come Safet Isović (1936-2007) capostipite della sevdalinka. Il parere di pubblico e critica è positivo. Anur Hadžiomerspahić, primo artista bosniaco a esporre alla biennale di Venezia, osanna la musica del connazionale sostenendo la sua capacità di “suscitare grandi emozioni, ma anche di saper fare morire dal ridere”.

I due singoli “Jesmo l’ sami ” e “Prikaze” escono all’inizio del 2003 confermando una delle realtà musicali più brillanti della ex Jugoslavia. Ad aprile dell’anno successivo è la volta di "No Sikiriki", che in un solo giorno vende più di 5mila copie. Il suo talento travalica i confini del mondo slavo. Edin Osmić debutta dal vivo a New York, Toronto e Detroit. È il primo artista bosniaco di musica rap a compiere un tour nel Nord America. Terzo album, "Stig’o ćumur", del 2005, il quarto, "Idemo Dalje", dell’anno seguente; poi la raccolta "Spomen Ploča 2002-2009", che riassume gli intensi anni vissuti in campo discografico, fra registrazioni e live. Il quinto, "Štrajk mozga", è del 2012. Per Anđelo Jurkas, esperto giornalista di Hot Night HR, è un ottimo lavoro, serio ma anche giocoso, voto 8.

Nel 2006 intraprende un’attività collaterale a quella musicale. “No sikiriki ” è il nome del bar caffetteria aperto a Zagabria, con l’offerta di bevande, ma anche di piatti a base del suo cibo preferito, i ćevapčići, carne trita e spezie, caratteristico dei Balcani. L’artista è anche presente nel programma di educazione dell’Unicef contro l’Aids.