Aperti i tre giorni di iniziative a Sarajevo con un accorato intervento del sindaco Hamamdzic "Europa, devi saper andare oltre Schengen".
"Vogliamo un'Europa senza confini, senza limitazioni. L'Europa che ha abbattuto il muro di Berlino chiama Sarajevo e noi la accogliamo a braccia aperte e la sosteniamo".
Si è aperto con il forte richiamo del sindaco di Sarajevo, Muhidin Hamamdzic il convegno "L'Europa oltre i confini, l'Europa dal basso" in corso nella sala assembleare del Parlamento federale della capitale bosniaca. A dieci anni dall'inizio della guerra in Bosnia , l'Osservatorio sui Balcani, il Consorzio Italiano di Solidarietà, che riunisce la gran parte delle organizzazioni non governative operanti da anni nei Balcani, una settantina in tutto, e la Municipalità di Sarajevo hanno organizzato l'evento per chiedere con forza una integrazione tra l'Europa dell'Unione europea e l'Europa dei Balcani.
Romano Prodi, presidente della Commissione Europea, sarà presente domani al convegno per ribadire la necessità di questa integrazione e rilanciare l'appello che viene dal basso, dalla società civile: "l'Europa oltre i confini".
"Gli abitanti di Sarajevo sanno per l'esperienza personale cosa significhino confini, muri, divisioni - ha detto Hamamdzic - Ogni confine significa un blocco. E questo è il motivo per il quale i confini vengono eretti per creare dei blocchi, per impedire contatti, per dividere e separare non solo i territori e i beni materiali ma soprattutto per dividere i popoli e le idee. I confini significano monopoli e paralisi. In questo millennio i confini sono anacronistici. Sono biologicamente semplicemente insostenibili. Questa idea di un'Europa senza confini è da noi accolta a braccia aperte. Vi aspettiamo cari amici - ha continuato il sindaco di Sarajevo rivolto ai numerosi primi cittadini e presidenti di province balcaniche, italiane ed europee e ai rappresentanti del volontariato presenti in sala - Vi aspettiamo per aiutarci ad abbattere i muri che sia a Sarajevo che in Bosnia ci separano e ci dividono. Se non lo faremo i muri diverranno una metastasi e metteranno in pericolo la felicità e la pace degli uomini e dei cittadini".
Stefano Ischia