Oltre agli incontri previsti nella capitale bosniaca alcune iniziative sono state promosse nei giorni scorsi a Tuzla, Banja Luka e Mostar.
Jason Nardi, di Unimondo, ci descrive quella di Tuzla.
Il 4 aprile è giorno di festa a Tuzla, dove gli abitanti commemorano, a dieci anni dall'inizio della guerra in Bosnia Erzegovina, la risoluzione del Comune di Tuzla, votata all'unanimità, per tenere unite le comunità cittadine, mentre il resto del paese si spaccava tra etnie, nazionalità e minoranze, polarizzandosi e accelerando il conflitto. Tuzla è invece rimasta per tutto il periodo della guerra una comunità multietnica.
Una delegazione dell'Osservatorio sui Balcani si è incontrata con la rete delle ONG locali (chiamato "Referentna Grupa", gruppo di riferimento) che collega una quarantina di associazioni locali e internazionali, da Amica Educa (formazione psico-sociale) a Mi-Bospo (microcredito), da Save the Children alla Croce Rossa, da Fenix (mutua assistenza psico-sociale) all'associazione delle donne. Vi è anche una radio comunitaria, VesnaRadio. Scopo della rete, ha spiegato la coordinatrice Sanela Sehic, è quello di rafforzare i rapporti con le istituzioni, fare formazione per potenziare le capacità comunicative e di scambio di esperienze, sensibilizzare la cittadinanza in genere. Il lavoro è suddiviso in gruppi: formazione, fare rete e promozione, diritti e leggi, aiuto psico-socile, riduzione della povertà.
Emiliano Bertoldi ha presentato l'appello "Europa oltre i confini", promosso dall'Osservatorio sui Balcani e la discussione si è incentrata sulla creazione di reti internazionali per il rafforzamento della società civile locale e sull'uso di alcuni strumenti, come internet, per mantenere attiva la rete dopo incontri come quello di Sarajevo.