La LNM, gruppo anglo-indiano con sede alle Antille Olandesi, ha acquisito l'intero sistema di produzione di acciaio del Paese, terzo più grande kombinat della ex Jugoslavia, subentrando allo Stato senza pagarne la proprietà: una privatizzazione da nababbi
A seguito della significativa crescita del prezzo dell'acciaio sul mercato mondiale, è aumentato anche l'interesse per la potenziale produzione di acciaio, di minerale di ferro e di carbon coke in Bosnia Erzegovina.
Matrimoni da favola. Il rapporto con il partito laburista di Tony Blair
Alla fine dello scorso anno due fratelli, i miliardari indiani LN Mittal e PK Mittal hanno dato il via alla battaglia per acquisire le acciaierie di Zenica, la miniera di Ljubija, la miniera di calce di Doboj e la cokeria di Lukavac. Fino al 1995, i due fratelli, insieme al fratello minore Vinod e al padre Mohan, hanno operato all'interno del gruppo indiano ISPAT. In quel momento, all'interno della famiglia, hanno stabilito che tutte gli affari all'estero sarebbero stati affidati al fratello maggiore Lakshmi Niwas Mittal, il quale si era nel frattempo stabilito a Londra e aveva registrato una ditta alle Antille Olandesi. Il padre, fino alla pensione, era stato il presidente onorario di entrambe le compagnie, ma in seguito aveva continuato ad aiutare i figli in altro modo. Nel corso dell'ultimo decennio, la LNM ha portato a termine la acquisizione a prezzo di regalo delle acciaierie in perdita di Stati che non disponevano di liquidità per rimetterle in funzione e farle rendere. In questo modo, è nato il secondo maggior produttore di acciaio al mondo, il più ricco uomo dell'India e il quinto più ricco cittadino di Londra. Lakshmi Niwas Mittal (LNM) ha attirato una grande attenzione nell'opinione pubblica mondiale dopo che, la primavera scorsa, si è comprato una casa a Londra per 128 milioni di dollari e dopo che, alla fine di giugno, ha pagato 60 milioni di dollari per il matrimonio - durato 7 giorni - di sua figlia Vanisha a Parigi. In precedenza, era noto soprattutto come finanziatore del partito laburista di Blair. Il premier britannico Tony Blair aveva inviato una lettera a sostegno dell'LNM al premier rumeno, nel corso della vendita delle acciaierie di quel Paese. Blair e la LNM hanno negato che la parola fosse stata data a titolo di favore in cambio della donazione fatta al partito, ma l'operazione aveva generato un grande scandalo all'interno della opinione pubblica britannica.
Affari in Bosnia
LNM si è stabilito a Zenica alla fine di gennaio, ma ha sempre rifiutato di parlare in pubblico. Ha tenuto solamente una riunione a porte chiuse con il consiglio di amministrazione della BH Steel, prima di visitare le acciaierie. Il giorno dopo, l'Ambasciatore britannico in Bosnia Erzegovina, Ian Cliff, ha visitato la LNM, la BH Steel e Zenica, a sostegno della LNM in quanto azienda britannica, nonostante questa abbia a Londra solamente un ufficio. I fratelli più piccoli di Mittal, in India, hanno sviluppato sei business singoli creati nel quadro del gruppo registrato. Ad oggi, i fratelli Mittal hanno negato tutte le notizie secondo le quali il fratello maggiore LN Mittal avrebbe rilevato anche il gruppo ISPAT.
Al termine di una gara d'appalto durata sei mesi per i fratelli Mittal in Bosnia Erzegovina, la LNM è diventata proprietaria della miniera di minerale di ferro di Ljubija, in Repubblica Srpska (una delle due Entità in cui la Bosnia risulta divisa, ndt) ed era in attesa di firmare l'accordo per la acquisizione della "BH Steel Acciaierie di Zenica", mente la ISPAT è divenuta proprietario di maggioranza della cokeria di Lukavac. La ISPAT si è impegnata a investire 77,5 milioni di marchi convertibili (1 marco convertibile equivale a poco più di 0,50 €, ndt) a Lukavac. Alla fine di giugno di quest'anno, è ripresa la produzione di coke in questa cokeria. Nel frattempo, però, il precedente governo indiano aveva avviato una indagine contro la ISPAT per sospetti sulla esatta chiusura dei rendiconti commerciali negli anni precedenti. PK Mittal è riuscito ad ottenere il provvisorio sequestro giudiziario dell'indagine per "pregiudizio da parte del governo nei confronti della ISPAT in quanto grande datore di lavoro."
Privatizzazioni a costo zero
In nessuna delle operazioni nelle quali la LNM e il gruppo ISPAT hanno rilevato compagnie statali in Bosnia Erzegovina c'è stata vendita di capitale dello Stato, ma i fratelli attraverso i propri investimenti nel rinnovamento della produzione in queste aziende statali ne sono diventati i proprietari di maggioranza. Il governo della Federacija BiH (la Entità della Bosnia a maggioranza croato-musulmana, dove si trova Zenica, ndt) ha dichiarato che entro il 9 luglio avrebbe firmato il contratto in base al quale il gruppo LNM, secondo produttore di acciaio al mondo, diventerà il proprietario di maggioranza della "BH Steel Acciaierie di Zenica". Alla fine di aprile di quest'anno, la LNM era già diventata proprietario di maggioranza della miniera di minerale di ferro di Ljubija grazie all'accordo firmato con il governo della Republika Srpska. Il progetto originario della LNM Holding è rimettere in funzione il precedente kombinat minerario-metallurgico che esisteva a Zenica. Le acciaierie di Zenica e le miniere di Ljubija rappresentavano, nella ex Jugoslavia, la parte principale della impresa "RMK Zenica". Per entità delle entrate complessive la "RMK Zenica" era la terza azienda della ex Jugoslavia, subito dopo le principali compagnie di petrolio. Fino all'inizio della guerra, nella "RMK Zenica" erano impiegati 55.000 lavoratori, dei quali 22.000 nelle acciaierie di Zenica e 5.500 a Ljubija.
La acquisizione della Ljubija
All'inizio della guerra, nel 1992, è stata sospesa la produzione sia alla miniera di Ljubija che alle acciaierie di Zenica. Ljubija, nei pressi di Prijedor, nella parte nord occidentale della Bosnia Erzegovina, era un piccolo posto di minatori con circa 4.000 abitanti. La maggior parte della popolazione erano Bosniaco Musulmani (54%), e Croati (17%) ma, dopo la pulizia etnica, in questo territorio è stato costituito il governo serbo. Durante la guerra, nel luglio del 1992, nel territorio della miniera di Ljubija e nei suoi dintorni sono stati commessi crimini di guerra in maniera massiccia. Nel territorio del comune di Prijedor sono state uccise circa 3.000 persone. Il 25 luglio del '92, in un solo giorno, nelle gallerie abbandonate della miniera sono state uccise alcune centinaia di civili. Durante il 1994, le autorità di Prijedor hanno spostato i corpi dalle fosse comuni presenti nel territorio della miniera. Nel corso delle esumazioni nel territorio della cava abbandonata chiamata Jakarina Kosa è stata trovata una delle più grandi fosse comuni del territorio della BiH, con 288 corpi di civili assassinati. Gli scavi nel territorio di questa miniera sono ancora in corso. Dopo la guerra il proprietario della cava è diventato il governo della Republika Srpska (RS). La miniera ha ripreso la produzione, inviando il minerale di ferro alle acciaierie di Smederevo (Serbia). Finalmente, dopo una gara pubblica alla quale ha risposto solo la LNM presentando una offerta completa, questa compagnia è stata scelta come partner strategico da parte del governo della RS come proprietario di maggioranza delle "Nuove Miniere di Ljubija". In questa ditta, la LNM detiene il 51% mentre il governo della RS il 49% della proprietà. La LNM ha investito 20 milioni di marchi convertibili (Km) in contanti e 5 milioni di Km in macchinari e brevetti, mentre il governo ha investito l'intera miniera, e con questo contratto la proprietà è stata valutata intorno ai 24 milioni di Km. La LNM ha preso in carico tutti i 1.160 lavoratori, ma nel primo anno ne saranno impiegati solamente 600 per la produzione di un milione di tonnellate di minerale all'anno. La LNM ha annunciato l'investimento di altri 26 milioni di Km nei prossimi tre anni. Entro il 2006, nella miniera dovrebbero trovare lavoro 750 persone, e la produzione dovrebbe aumentare fino a 1,5 milioni di tonnellate. Prima della guerra, la miniera produceva 3,5 milioni di tonnellate di minerale di ferro, e si suppone che ci siano riserve per 35 anni di produzione continua.
Le acciaierie di Zenica
Poco prima dell'inizio della guerra era stata interrotta la produzione anche nelle acciaierie di Zenica. I macchinari principali per la produzione di ferro (l'altoforno, la cokeria, l'agglomerazione) non funzionano da ormai 12 anni. Il governo precedente, grazie alla mediazione politica del dr. Haris Silajdzic in Kuwait, ha ottenuto l'investimento di 60 milioni di dollari, in denaro liquido, da investire nella ripresa della produzione nelle acciaierie di Zenica. In quel momento, all'inizio del 1999, nelle acciaierie erano rimasti circa 7.000 lavoratori. Il governo della Federacija BiH, nel ruolo di proprietario delle acciaierie, ha creato una nuova azienda, la BH Steel, insieme alla agenzia kuwaitiana per gli investimenti. Entrambi i partner hanno avuto il 50% della proprietà, valutata in 90 milioni di dollari ciascuno. Ai Kuwaitiani, con i 60 milioni di dollari di soldi liquidi, sono stati riconosciuti la proprietà delle acciaierie e altri 30 milioni di debiti che la BiH ha verso il Kuwait. Dopo la guerra, le acciaierie impiegavano prima 11.000 e poi 9.000 lavoratori. Infine, dopo che nel 1999 è stata costituita la BH Steel, come azienda bosniaco-kuwaitiana, i contratti di lavoro sono stati firmati da 4.615 lavoratori, e nel resto della acciaieria c'erano ancora 2.700 persone. Al posto di direttore generale è stato scelto temporaneamente il kuwaitiano Mithkal Sartawi. Alla fine del 2.000 è cambiato il concetto di sviluppo della BH Steel. Il direttore precedente della acciaieria, Hamdija Kulovic, voleva che ripartisse la produzione di acciaio a Zenica, con la rimessa in funzione dei vecchi macchinari, proponendo di completare questa produzione solamente con un altiforno elettrico di 20 tonnellate. Con la sua partenza dalle acciaierie è stato cambiato il concetto di sviluppo della BH Steel e il numero di lavoratori necessari. All'inizio del 2001, il nuovo direttore generale della BH Steel, Siad Kapetanovic ha valutato che dentro la BH Steel c'è un eccesso di circa 2.000 lavoratori, e nel resto delle acciaierie di circa 1.000. Nel giugno del 2002, Naser Al Mary, presidente del consiglio di amministrazione, ha dichiarato che alla acciaierie servono solo 1.500 lavoratori. Gli investitori del Kuwait erano a quel momento delusi dal rapporto di co-proprietà con il governo federale, delle grandi perdite e degli scioperi per l'aumento dei salari. L'amministrazione della BH Steel ha rinunciato temporaneamente alla ricostruzione del forno vecchio, costruito nel 1976 e interrotto nel 1992, e ha deciso per l'acquisto di un nuovo forno elettrico di 100 tonnellate. I Kuwaitiani, a nome della BH Steel, nella primavera del 2001, hanno firmato un contratto con la compagnia italiana "Danieli spa". Quando è stato firmato il contratto, è stato annunciato che questo investimento era di 40 milioni di euri, ma oggi i direttori principali di BH Steel affermano che l'investimento totale è stato di circa 60 milioni. Con l'aiuto di Danieli, la BH Steel sta finanziando l'investimento con il credito ricevuto dalla West Deutsche Bank di Dusseldorf (D), che dovrà pagare nei prossimi 10 anni e mezzo.
Durante le trattative con il governo della Federacija BiH per l'acquisto della BH Steel, proprio la questione del futuro di questo investimento è stata decisiva per l'acquisto di questo nuovo forno. Secondo spiegazioni non ufficiali, gli esperti del gruppo indiano ISPAT hanno espresso riserve verso l'acquisto di un forno così grande. Ciò, si dice, è stato il motivo per il quale l'amministrazione della BH Steel e gli esperti locali erano contrari alla offerta della ISPAT. I Bosgnacchi (Bosniaco Musulmani) all'interno della commissione del governo della Federacija BiH che ha scelto tra le offerte di LNM e ISPAT hanno dato la precedenza alla LNM. Il pubblico locale credeva che l'offerta di ISPAT fosse superiore, perché prevedeva un investimento complessivo di 310 milioni di dollari nelle acciaierie. La LNM non ha mai voluto pubblicare i dettagli relativi alla propria offerta. Finalmente, il governo della Federacija BiH, e la agenzia del governo kuwaitiano per gli investimenti, si sono accordati su come cedere il capitale al nuovo proprietario. I kuwaitiani hanno ceduto alla Federacija BiH il 9% delle loro azioni per il valore di un dollaro. Ci si aspetta che la BH Steel dopo l'inizio della produzione di acciaio avrà un movimento annuo di un miliardo di Km, e con un altro miliardo di Km potrà avere influenza sul prodotto interno lordo della BiH attraverso le altre attività collegate, come la ferrovia e altre attività. Si valuta che il guadagno annuo di questa compagnia sarà di 200 milioni di Km.
Le acciaierie di Zenica diventeranno un'altra nella serie di acciaierie nell'est Europa di proprietà di Laksmi Niwas Mittal. Dopo l'acquisto della BH Steel, sui conti di questa compagnia la LNM avrà 25 milioni di dollari, quanto è rimasto dai soldi liquidi dell'investimento del Kuwait. Sebbene il primo ministro del governo della Federacija BiH, Ahmet Hadzipasic, abbia chiesto di conservare questo denaro, nel caso anche questo tentativo di ricostruzione della acciaieria non dovesse riuscire, l'amministrazione della BH Steel ha tenuto il denaro sul proprio conto.