Sono passate due settimane dalla morte di Alija Izetbegovic, il primo presidente della nuova Bosnia ed Erzegovina. La vita va avanti, ricordi e memorie restano divisi.
I funerali di Izetbegovic hanno radunato più di centomila persone. Cittadini di Sarajevo, ma anche molti altri Bosniaci arrivati in pullman da tutto il Paese per recare onore ad Alija. Molti hanno resistito per ore sotto la pioggia senza voler neppure aprire l'ombrello, mentre la bara con il loro presidente veniva portata da mano a mano. "Tristezza e orgoglio", così hanno titolato i giornali bosniaci. Forse l'ultimo saluto, "Allah Ekber" (Dio è grande), non è piaciuto molto ai Bosniaci non musulmani. Perchè ricorda un po' la guerra santa, la Dzihad, richiama l'integralismo. Non per molti "Allah ekber" non ha nessun significato provocatorio.
Ai funerali di Izetbegovic hanno assistito i rappresentanti della comunità internazionale (l'inevitabile Paddy Ashdown), ambasciatori, delegati di alcuni Paesi europei ed altri. Tra i capi di Stato solo lo sloveno Kucan. Già, la partecipazione di Ashdown, soprattutto il suo discorso, l'arrivo di Bernard Henry Levi e di altri "insigni ospiti" stranieri ha creato la sensazione di un evento importantissimo. La gente non poteva però evitare di fare il paragone con i funerali di Tito, quando a Belgrado erano arrivati re e presidenti di quasi tutti i Paesi del mondo...
C'è questa voglia di paragonare Izetbegovic a Tito. Si dice che la Bosnia era una piccola Jugoslavija e che Izetbegovic ne sarebbe il padre. Ma lo pensano soprattutto i Bosniaco Musulmani e i sostenitori di questa idea di una Bosnia unita. La presidenza della Bosnia Erzegovina non è infatti riuscita neppure a dichiarare un giorno di lutto nazionale per la morte di Izetbegovic, data la opposizione dei Serbi della Republika Srpska. Alla fine è stato dichiarato un giorno di lutto nella Federazione croato-musulmana. Ma questa decisione è stata presa solo dai ministri bosniaco musulmani, e la parte croata della Federazione non ha rispettato la decisione. Anzi, ci sono state proteste per quella che è stata stigmatizzata come una decisione "di parte".
Izetbegovic è stato sepolto nel cimitero Kovaci, a Sarajevo, dove durante la guerra venivano sepolti i "sehit" (caduti per Allah). Così, simbolicamente, Alija Izetbegovic e tornato con i suoi compagni di guerra.
Il giorno dei funerali Sarajevo, Tuzla, Zenica, Mostar (la parte bosniaco musulmana) erano città tristi, vuote. Tutta la gente è rimasta in casa a seguire i funerali del presidente, i bar vuoti (non chiusi, ma senza musica). Le zone della Bosnia a maggioranza serba o croata hanno invece continuato una vita normale. Senza lutto, ma per fortuna anche senza provocazioni...
Il giorno dopo i funerali, Florence Hartman, portavoce del Tribunale Internazionale dell'Aja, ha confermato che era in corso una indagine contro Izetbegovic, ma che lui non era ancora in stato di accusa né si trovava sulla cosiddetta "lista segreta". Molti Serbi e Musulmani pensano invece che solo la morte abbia salvato Alija Izetbegovic da un processo all'Aja. Secondo loro, anche lui era responsabile per quello che è successo in Bosnia, soprattutto per quanto commesso contro i Serbi rimasti a Sarajevo. C'è anche chi ritiene che Alija Izetbegovic poteva salvare Mostar, e soprattutto Srebrenica.
Nei giorni dopo la sua morte in Bosnia sono stati aperti molti "libri di lutto", dove la gente ha scritto le ultime parole al presidente. Si sono dichiarati molti politici, i suoi compagni, gli artisti... Tutti loro ricordavano "Deda" (il nonno) con affetto e rispetto. Ma non sono mancate le critiche. E' interessante il messaggio mandato da Sefer Halilovic, ex comandante dell'esercito bosniaco: "Che Dio lo premi per tutto il bene che ha fatto, ma anche per il male..." E' noto che Halilovic sapeva molte cose su quanto accaduto nel 1993, soprattutto relativamente ai massacri commessi nei confronti dei Croati dell'Erzegovina... E forse proprio per questo motivo Izetbegovic aveva destituito il generale Halilovic dalla sua funzione di comandante della Armija BH nel `93.
Alija Izetbegovic non c'è più e senza di lui, certo, alcuni misteri non saranno mai svelati. Ora è iniziata la lotta per la successione. Si cerca il nuovo leader dei Musulmani bosniaci. I candidati sono il figlio di Alija, Bakir Izetbegovic, Haris Silajdzic, fondatore del partito SbiH (Partito per la Bosnia Erzegovina), l'uomo d'affari Hasan Cengia e il reis ulema Mustafa Ceric.
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Izetbegovic, il nemico essenziale