La BiH ha violato l'embargo imposto all'Iraq dalle Nazioni Unite? Secondo l'Ambasciata USA a Sarajevo alcune ditte della RS avrebbero fornito in questi anni consulenze e componenti di armi a Saddam Hussein.
Dopo una nota verbale rivolta dall'Ambasciata USA a Sarajevo al Ministero degli Esteri bosniaco la Presidenza Tripartita della BiH ha richiesto al Governo della RS di avviare un'immediata inchiesta su di una presunta vendita di armi all'Iraq. Lo ha per primo reso noto il quotidiano Nezavisne Novine.
Il Ministero della Difesa della RS, accogliendo la richiesta, ha formato una Commissione d'inchiesta che agli inizi di questa settimana ha poi reso noto agli organismi competenti le informazioni raccolte.
Secondo quanto affermato dalle autorità statunitensi vi sarebbero prove, della cui esistenza ha dato poi conferma anche Jozo Krizanovic, membro della Presidenza bosniaca, che in pieno embargo alcune compagnie avrebbero venduto all'Iraq componenti di armi. Tra queste vi sarebbe la ditta "Orao" con sede a Bijelina. Se i fatti venissero dimostrati la BiH avrebbe contravvenuto le Risoluzioni 661, 687 e 1409 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Secondo l'Ambasciata americana dalla Republika Srpska non solo sarebbero partite componenti di armamenti ma sarebbero anche state fornite consulenze tecniche in campo militare.
"A prescindere da come si risolverà questa vicenda come Presidenza Tripartita abbiamo già deciso di promuovere al più presto una legge che regolamenti la produzione ed il commercio di armi. Siamo testimoni del fatto che in entrambe le Entità ci si sia comportati da irresponsabili a questo proposito in questi anni" ha dichiarato Krizanovic che ha poi chiarito che "il Presidente della RS Sarovic ha compreso bene la questione e si è dimostrato molto cooperativo".
Lo stesso Sarovic la scorsa settimana aveva dichiarato a proposito della vicenda che "siamo del tutto consapevoli dell'accusa che ci viene rivolta. Voglio render chiara la nostra intenzione nel rispettare la Risoluzione 687 delle Nazioni Unite e proprio per questo abbiamo promosso in modo rapido questa commissione d'inchiesta".
La Commissione, della quale faceva parte lo stesso Ministro della Difesa della RS, ha poi reso noti i risultati della propria inchiesta all'inizio di questa settimana ed ha smentito le accuse rivolte dagli statunitensi. "Nessuna impresa della RS ha avuto contatti di lavoro con l'Iraq" si afferma "L'Orao lavora con l'estero ma i suoi contatti sono esclusivamente limitati al mercato della Repubblica Federale Jugoslava". La Commissione non ha però indagato sulla possibilità che dalla FRJ le componenti prodotte in Bosnia potessero venir direzionate verso Paesi terzi.
Cosa che, tra l'altro, non hanno smentito gli stessi dirigenti della Orao. "Siamo estranei alla vicenda" avevano dichiarato all'indomani delle accuse mosse dall'Ambasciata USA, ma non possiamo escludere che le componenti da noi prodotte, utilizzate in prevalenza per la costruzione di motori di veivoli civili, una volta trasportate in Serbia siano state poi rivendute a Paesi terzi". I dirigenti della compagnia di Bijelina hanno poi chiarito che "la Orao ha collaborato con l'Iraq sino al 1989. Al tempo Iraq e Jugoslavia avevano buoni rapporti. I nostri ultimi contatti risalgono al 1997 ed erano dovuti al tentativo di riscuotere crediti che vantavamo da prima della guerra".
Intanto la Presidenza Tripartita si è mossa per mettere ordine nella materia. "La decisione di sottoporre ad agenzie statali il controllo del commercio delle armi rappresenta un segnale positivo nella direzione del controllo civile delle forze militari" ha dichiarato Beriz Belkic, uno dei tre membri della Presidenza.
Secondo la decisione della Presidenza citata da Belkic tutto l'import e l'export di armi dovrebbe essere sottoposto a previa autorizzazione da parte del Consiglio dei Ministri.
Belkic ha anche sottolineato come nella nota sottoposta alle autorità bosniache da parte del rappresentante del Governo americano emergeva chiaramente come le indagini condotte fossero solo a livello preliminare e non certo definitive. "Azioni disciplinari verranno comunque intraprese nei confronti di alcuni dirigenti della Orao. Per ora non in merito alla vendita di armi all'Iraq, ancora da dimostrare, ma in merito alla mancata notifica al Ministero della Difesa della RS della firma di alcuni contratti".
Belkic ha anche reso noto che è intenzione della Presidenza tener costantemente informati OHR, Missione ONU e Ambasciata USA sull'andamento delle indagini.