Sebija, moglie del presidente della Presidenza tripartita di Bosnia Erzegovina Bakir Izetbegović, è diventata una figura molto potente nel sistema sanitario nazionale, ma anche una delle persone più controverse del paese
Il più prestigioso centro ospedaliero della Bosnia Erzegovina, il Centro clinico universitario di Sarajevo (KCUS), lo scorso giugno ha dimesso, all’improvviso, quasi 150 pazienti oncologici dicendo loro di continuare le cure altrove.
Dietro la mossa, che ha scandalizzato i cittadini, c’è la direttrice del Centro: la dott.ssa Sebija Izetbegović, detta Seka e moglie del presidente della Presidenza tripartita della Bosnia, Bakir Izetbegović. Lo sfratto dei pazienti oncologici rientrava nella sua riforma della sanità pubblica.
In seguito alle proteste dei cittadini, i malati - in fretta e furia e spinti dalle guardie - sono stati riaccettati nel reparto. Secondo la comunicazione ufficiale i pazienti erano stati dimessi a causa di un “guasto dei dispositivi per la radioterapia”. La responsabilità veniva scaricata sulla ditta addetta alla manutenzione. Ma la ditta ha smentito: gli apparecchi non sono stati riparati perché l’ospedale non aveva pagato.
Per tranquillizzare i pazienti e i cittadini indignati, la dirigenza ha promesso che i medici avrebbero lavorato in tre turni per recuperare il tempo perduto. Il che per i pazienti sarebbe inopportuno, se non dannoso - avvertono i medici specialisti - perché la radioterapia si fa secondo tempi e protocolli standard.
L’opposizione ha chiesto un’inchiesta parlamentare sull’accaduto e il licenziamento della dott.ssa Izetbegović, ma dopo un'accesa discussione, come prevedibile, non è cambiato nulla. Sebija Izetbegović, la moglie del presidente, è intoccabile.
Giochi di potere
A parte il consorte, i suoi più fedeli sostenitori sono i membri del partito SDA (Partito d’Azione Democratica) che hanno come presidente suo marito Bakir. Molti la difendono, credo, non perché convinti delle sue capacità professionali, ma perché così proteggono anche loro stessi, visto che i partiti in Bosnia Erzegovina funzionano come i cartelli della droga. Se “cade” il capo, devono andarsene via tutti.
A favore della direttrice Izetbegović questa volta hanno votato anche i membri del partito HDZ. Non perché la Izetbegović stia loro a cuore o perché siano convinti della sua bravura come medico o dirigente, ma per ottenere crediti che serviranno a loro in futuro. I partiti e i politici bosniaci, anche quelli che si odiano tra di loro, si aiutano a vicenda e poi, quando serve, ricambiano il favore.
“Quanto accaduto è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, che corrisponde all’arrivo di Sebija Izetbegović come direttrice generale del Centro clinico, abbiamo visto che i suoi famosi risparmi hanno portato danni alla salute umana e persino la morte di alcune persone”, ha dettoDamir Mašić, del Partito Socialdemocratico (SDP).
Lo scandalo dei pazienti oncologici è, per ora, l’ultimo legato alla dott.ssa Izetbegović. Sebija vuole presentarsi come persona in grado di far risparmiare la sanità pubblica, ma finora i risultati sono sconfortanti.
Sotto la dirigenza della Izetbegović in un anno e mezzo più di cinquanta medici, specialisti, capi di reparto, primari hanno lasciato il Centro clinico. I pazienti che sono qui in cura devono portarsi dietro medicinali, materiale, bende, analgesici, ecc. Inoltre Sebija ha deciso che nel fine settimana il Centro non accetta casi urgenti il che, per almeno due pazienti, si è rivelato fatale.
La dott.ssa Izetbegović ha fatto una carriera meteorica da quando suo marito Bakir (figlio di Alija primo presidente della Bosnia indipendente) è diventato il presidente del partito SDA e poi membro della presidenza tripartita.
Una rapida carriera
La dottoressa è venuta all’attenzione del pubblico un paio di anni fa quando, da unico candidato, dopo aver fatto piazza pulita dei potenziali concorrenti, è stata “eletta” direttrice dell’Ospedale Generale “Dr Abdullah Nakaš” di Sarajevo. Posizione che la dott.ssa Sebija “ha meritato” solo grazie al cognome Izetbegović e al partito SDA.
La dott.ssa. Izetbegovic ha studiato medicina per undici anni, laureandosi con un voto sotto la media. All’inizio della guerra è scappata a Zagabria. Di ritorno dall’esilio Sebija Izetbegović in un anno e mezzo è riuscita ad ottenere la specializzazione in ginecologia nonostante la legge preveda un percorso di almeno quattro anni.
In brevissimo tempo la dottoressa “ambiziosa, ma senza talento” (come la descrive Nedžad Latić, un tempo stretto collaboratore e amico della famiglia Izetbegović) ha ottenuto tutti i titoli accademici per diventare professoressa ordinaria, senza le necessarie pubblicazioni scientifiche.
L’ospedale generale “Dr. Abdullah Nakaš” (ex ospedale militare) è un simbolo per i cittadini di Sarajevo dove, durante l’ultima guerra, furono curati soprattutto i cittadini feriti. Per l’eroismo, il sacrificio e la bravura professionale dei medici e di tutto il personale, l’ospedale sta ancora oggi molto a cuore ai sarajevesi.
Diventata direttrice, Sebija Izetbegović ha tentato di chiuderlo. Con il pretesto della “riforma e razionalizzazione del sistema sanitario” aveva intenzione di trasformarlo in parte in uffici e in parte in albergo. Tutti i medici che si sono opposti alla Izetbegović sono stati licenziati o costretti a dimettersi. Altri sono stati indotti a firmare “la volontaria decisione” di trasferimento in un altro ospedale.
I sarajevesi per giorni hanno protestato e presidiato per difendere il loro ospedale. E ci sono riusciti. L’ospedale “Dr. Abdullah Nakaš” è rimasto, ma la dott.ssa Izetbegović non ha capitolato.
Ha concorso per un’altra posizione ed è stata nominata dal governo, controllato da suo marito, direttrice generale del Centro clinico universitario di Sarajevo, una struttura eccellente, almeno prima del suo arrivo. Non è stato difficile per lei arrivare prima, essendo anche l’unica candidata.
“È tragico e scandaloso che la signora Izetbegović abbia ricevuto da suo marito come regalo la posizione di direttrice del Centro clinico universitario, che pagheremo tutti noi. Questa assegnazione ci mostra che il partito SDA ritiene lo Stato una proprietà privata”, ha detto Mario Vukasović membro dell’Assemblea del Cantone di Sarajevo.
E a proposito di proprietà privata, la Izetbegović non si fa scrupolo di usare la macchina e l’autista della presidenza per uso personale (che è vietato per legge).
La dott.ssa Izetbegović, con un nucleo di persone fedeli e strapagate che la sostengono in qualsiasi situazione, si è messa a riorganizzare anche il Centro clinico universitario di Sarajevo. Di nuovo con il licenziamento di tutti quelli che contestano le sue riforme e anche i colleghi medici.
Le maniere forti della dott.ssa Izetbegović
Dagli impiegati pretende completa obbedienza. Sui social networks si può trovare una registrazione audio in cui la dott.ssa Izetbegović minaccia un impiegato.
L’ex presidente dell’Unione dei lavoratori subordinati del Centro clinico universitario, Suad Rožajac, ha pubblicamente dichiarato che la direttrice Sebija Izetbegović ha minacciato i dipendenti dicendo che avrebbe loro “strappato la gola”.
“È onnipotente. Lei ci può ordinare di toglierci il camice e di andarcene. Nessuno ci può proteggere”, ha riferito una medico che ha preferito rimanere anonimo.
Oltre agli ospedali la dott.ssa Izetbegović in breve tempo è riuscita a occupare e a mettere sotto il proprio controllo il ministero della Salute, l’Ordine dei medici, il sindacato, e dopo tre tentativi con un vero e proprio putsch organizzato insieme ai fedelissimi, ha rimosso la Preside della Facoltà di Medicina di Sarajevo, la dott.ssa Almira Džuvo-Hadžović, sostituendola con una sua fedele.
"Gli studenti sono stati ricattati e costretti a firmare una petizione contro la loro Preside. Solo alcuni del quinto e sesto anno non hanno firmato. Ho chiesto a una persona il motivo per cui ha firmato, e mi ha detto: ho due figli, ho paura. Tremila persone subiscono mobbing dalla Izetbegović. Questo è un vero disastro per la sanità, che non si è mai trovata in una situazione così drammatica”, ha detto il medico primario Goran Sulejmanpašić.
Decisa nel portare avanti la sua “riforma”, anche risparmiando sui malati oncologici, la dottoressa Izetbegović, però, non ha esitato a favorire i famigliari e i colleghi–amici. Alla nuora, la proprietaria di una farmacia, ha concesso il diritto esclusivo di fornire il Centro clinico con i medicinali, e all’amico medico ha affittato sotto costo lo spazio ospedaliero, pagando poi i suoi servizi con i soldi pubblici al prezzo doppio di quello reale.
Rapporti tesi coi media
Questa scoperta da parte dei giornalisti del Centro per il giornalismo investigativo (CIN) di Sarajevo ha peggiorato ulteriormente le già pessime relazioni tra la dott.ssa Izetbegović, i media e i giornalisti.
Durante la conferenza stampa la dott.ssa ha parlato per 40 minuti dei risultati ottenuti con la sua riforma, poi, davanti al microfono, ha definito un giornalista “pazzo”, minacciando di buttare fuori un altro se non si fosse calmato. La Izetbegović ha poi provocato lo sdegno di tutti quando ha ridicolizzato la giornalista di Al Jazeera Balkan, Nataša Kovačev,che le aveva posto una domanda in ekavo (cioè nella variante linguistica che si parla in Serbia).
L’Unione dei giornalisti indipendenti bosniaci ha condannato questo comportamento della “first lady” e ha chiesto pubbliche scuse. Ma, come previsto, la richiesta è stata completamente ignorata dalla Izetbegović.
I giornalisti hanno poi chiesto al marito Bakir Izetbegović di spiegare il motivo della carriera meteorica della moglie, e lui ha risposto: “Tutto grazie al suo carisma”.
Dimostrando così di non conoscere il vero significato della parola che ha utilizzato, perché il vero motore della carriera della dott.ssa Sebija è il nepotismo, e non il fascino irresistibile (che non possiede). Bakir sembar non sapere (o forse non gliene importa nulla) che sua moglie è tra le persone più odiate del paese.
Quotidiani e social network sono pieni di commenti che equiparano i coniugi Izetbegović ai Ceaușescu.