Il ministro dell'educazione della Republika Srpska denucia il persistere di libri di testo adottati in Federazione con contenuti offensivi nei confronti della comunità serba. Ma anche la RS non se la passa meglio.
Che in Bosnia Erzegovina la vera pace sia ancora difficle e lontana lo dimostrano le polemiche di questi giorni sollevate per quanto riguarda i libri di testo adottati nelle scuole. L' OHR ha tentato di intervenire promuovendo una vera e propria censura per quei libri che incitano all'odio etnico ed in generale contrastano i contenuti degli Accordi di Dayton. Questa politica ha portato alla pubblicazione di nuovi libri di testo ma sono all'ordine del giorno le polemiche e le discussioni su questo specifico argomento.
Il ministro dell'educazione della RS, Ranko Savanovic, ha accusato le autorità della Federazione di non aver rimosso dai libri di testo per le scuole elementari le parti chiaramente offensive nei confronti della comunità serba. In particolare sono stati individuati due libri di testo che, a detta del ministro, sarebbero chiaramente da ritirare dalle scuole della Bosnia Erzegovina. "Abbiamo già discusso la questione con il ministero della pubblica istruzione della Federazione. Ritengo che vi sia la disponibilità, dopo eventuali negoziazioni, a bloccare l'adozione di questi libri".
Savanovic ha inoltre colto l'occasione per affermare che i libri di testo utilizzati nella Republika Srpska non contengono parti discriminatorie nei confronti delle altre comunità "nonostante su alcuni contenuti siamo pronti a negoziare" (Nezavisne Novine, 27/11).
Ma un articolo di Snjezana Mulic-Busatlija per "Dani" di Sarajevo, recentemente tradotto e pubblicato da Notizie Est, evidenzia come la questione dei libri di testo "politically uncorrect" (se non a volte apertamente nazionalisti) coinvolga la stessa Republika Srpska. In questo caso si prende l'esempio del libro "Poznavanje drustva" (La conoscenza della società) scritto per il quarto anno delle scuole elementari.
Secondo gli autori di questo libro, tra i quali vi è anche il vice-ministro dell'istruzione della RS Pasalic, la Bosnia Erzegovina come Stato non esisterebbe. Su di una cartina viene indicata solo la Republika Srpska, tra l'altro collegata alla Federazione Jugoslava.
Queste cronache quotidiane dimostrano come la Bosnia Erzegovina resti ancora profondamente divisa, anche e proprio a partire dalle scuole, dove rimangono libri di testo a volte faziosi, dove l'integrazione delle minoranze è ancora molto lontana.
Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo al dossier educazione ed al testo completo dell'articolo di Snjezana Mulic-Busatlija che non essendo ancora disponibile sul sito di Notizie Est inseriamo qui di seguito.
(traduzione a cura di Ivana Telebak e Luka Zanoni)
L'ISTRUZIONE IN BOSNIA ED ERZEGOVINA
di Snjezana Mulic-Busatlija - ("Dani" Sarajevo, 9
novembre 2001)
**L'istruzione costruisce o distrugge la Bosnia ed Erzegovina? In un paese dove un insegnante insegna ai bambini che la loro patria si chiama Croazia, l'altro Repubblica Serba, e un terzo Bosnia ed Erzegovina, e' possibile fare un programma educativo unico, in virtu' del quale vi sia qualcosa di comune che vada oltre alle somme e sottrazioni?**
Il fatto che la comunita' internazionale abbia condizionato l'ingresso della Bosnia ed Erzegovina nel
Consiglio Europeo con un sistema scolastico degno delventunesimo secolo, cui i testi non spingono all'odio, alla sfiducia e alla discriminazione verso qualsivoglia popolo, e che abbia cercato di convincere il potere locale che "l'istruzione costruisce la BiH" non e' soltanto il nome della fondazione guidata con successo dal signor Jovan Divljak, non ha favorito la creazione in questo paese di un programma educativo comune.
Il problema principale non e' che nella BiH oggi esistono tre programmi educativi, ma che tali programmi sono per lo piu' al servizio delle politiche nazionalistiche, e sono talmente opposti che i bambini che finiscono la scuola possono soltanto sommare, sottrarre e dividere allo stesso modo.
A dire il vero, due anni fa a livello statale si intende in entrambe le entita' che compongono la BiH,
N.d.T. e' iniziata l'attivita' del cambiamento dei programmi educativi, quando per la prima volta hanno iniziato ad incontrarsi e a parlarsi fra di loro i ministri dell'istruzione delle entita'. Cosi', il 10 Maggio 2000 nell'Ufficio dell'alto rappresentante della comunita' internazionale si e' tenuta la conferenza alla quale hanno partecipato i rappresentanti dei ministeri delle singole entita' per l'istruzione, il vice dell'Alto rappresentante nella BiH, nonche' i rappresentanti della Commissione Europea e dell'UNESCO, ed e' stata firmata la Dichiarazione sull'abolizione dei sistemi paralleli dell'educazione, cioe' l'abolizione delle segregazioni nelle scuole.
E cio', come dice Claudie Kieffer, alto consigliere per l'educazione nell'Ufficio dell'Alto Rappresentante nella BiH, ha significato che nelle scuole della cosi' detta Erzeg -Bosna si smettesse con l'uso del programma educativo croato e con i libri di testo della Croazia, e in Repubblica Serba con il programma jugoslavo e con i libri di testo della FRJ (Federazione di Jugoslavia,N. d.T.). Durante la sottoscrizione della dichiarazione, secondo le parole di Severin Montin,
l'aiutante del ministro federale per l'educazione, per la prima volta alcune cose sono state chiamate con il vero nome: "I rappresentanti della comunita' internazionale non si sono astenuti dal dire che il contenuto di alcuni libri di testo spinge all'odio, che i bambini in uno stato non possono piu' studiare la cultura e la storia di un altro stato e inoltre tenerli nella convinzione che in questo paese nessuno, e specialmente i non appartenenti ad un altro popolo, abbia avuto alcun contributo. "
Inoltre durante la conferenza e' stato deciso di creare nuovi modelli di formazione e nuovi programmi, nonche' di stampare nuovi libri di testo. Come inizio, visto per tale compito vi e' necessita' di tanto tempo e di tanti soldi, e' stato deciso di esaminare l'esattezza delle citazioni nei libri di testo e di togliere da essi tutto quello che non corrisponde alla verita' o che in qualche modo offende i membri di qualsiasi popolo. Per tale scopo sono stati usati i pennarelli neri non trasparenti con cui sono state cancellate le frasi non desiderate. Le cose cancellate sono state piu' numerose nei libri di storia, geografia e lingua "materna". Le parole piu' cancellate sono: aggressione, guerra di saccheggio, brigantaggio, cetnik, balija, ustascia..., e dai libri di storia sono state cancellate quasi tutte le lezioni che si riferivano alla guerra passata in Bosnia ed Erzegovina.
Ma la cancellazione delle frasi indesiderate ha avuto, secondo le parole del prof. Muhamed Ganibegovic, direttore della Scuola magistrale di Sarajevo, l'effetto contrario: "Soltanto allora i bambini hanno iniziato ad interessarsi a quello che c'era scritto prima, e si sono inventati diversi modi per scoprirlo. I bambini sono cosi': se noi non gli avessimo detto che alcune parole sarebbero state cancellate, loro forse non lo avrebbero mai notato, non vi avrebbero fatto neanche attenzione".
Il professore Ganibegovic dice: "E' anche difficile dire ai bambini che hanno provato la guerra: da adesso non puoi dire che quella e' stata un aggressione. Anche la comunita' internazionale usa tale termine. Pensate di che assurdita' si tratta. L'Alto Rappresentante puo' dire che ci sia stata
un'aggressione nei confronti della BiH, ma uno studente della BiH non lo puo' dire a nessun costo."
Jasmina M., studentessa di un liceo di Sarajevo, dice: Quando ho iniziato la quarta, ho ricevuto il libro di storia che era tutto cancellato con il pennarello nero. Non vedevo l'ora di arrivare a casa e di cercare di leggere cio' che era scritto sotto. Ho acceso la candela e ho letto sopra il lume pagina dopo pagina."
Quest'anno nella Federazione BiH una delle due entita' da cui e' composta la Bosnia ed Erzegovina, N.d.T. sono stati stampati nuovi libri di storia per la terza media e per il quarto anno della scuola superiore. Accanto a Enes Durmisevic e Muhidin Pelesic, uno degli autori di tali libri, il prof. Muhamed Ganibegovic, dice che il loro contenuto e' quasi identico al contenuto di quelli vecchi, stampati nel 1994, con il particolare che adesso sono stati tralasciati i passi e le frasi cancellate, cosi' come tutto quello che si riferiva alla guerra in BiH dal 1992 al 1995. Questi libri sono stati scritti secondo l'usus imposto dalla comunita' internazionale. Forse e' un bene che non ci siano lezioni sulla guerra recente in BiH, perche' per scrivere sul passato prossimo e' necessaria una certa distanza temporale. I libri di testo sono stati scritti sia in alfabeto cirillico sia in alfabeto latino alternativamente", dice il prof. Ganibegovic e come curiosita' mostra un passo che parla dell'attentato all'arciduca Francesco Ferdinando. Nel vecchio libro di testo, sul quale l'OHR (Ufficio dell'Alto Rappresentante, N.d.T.) ha avuto delle obiezioni, c'era scritto: "L'attentato e' stato compiuto da Gavrilo Princip, membro del gruppo nazionalista della gioventu' serba, che appartenevano all'organizzazione Mlada Bosna (Giovane Bosnia)." Nel nuovo libro di testo, c'e' scritto: "L'omicidio dell'arciduca Francesco Ferdinando che e' stato commesso il 28 Giugno 1914 da Gavrilo Princip, e' un atto del gruppo di nazional- rivoluzionari, piu' esattamente nazional-socialisti giovani serbi, piu' noto sotto il nome Mlada Bosana."!?
Secondo le parole del professore Ganibegovic, ma anche di altri professori delle scuole superiori di Sarajevo, anche la decisione di abolire il sistema parallelo dell'istruzione e della segregazione e' rispettata soltanto da alcune scuole nei paesi nelle quali i bosgnacchi sono in maggioranza.
Anche nella Repubblica serba sono stati stampati nuovi libri di testo. Il ministro della Pubblica Istruzione della RS Gojko Savanovic si e' gia' del fatto che in tale entita' siano stati stampati 53 libri di testo per le scuole elementari-medie e per le scuole superiori. Tuttavia egli non sa niente del libro "Poznavanje drustva" (La conoscenza della societa') per il quarto anno delle elementari, autori Stevo Pasalic e Ranko Pejic, che e' stato stampato quest'anno ed e' gia' in uso. Dunque, secondo tale libro di testo, la BiH non esiste proprio come stato. Ma esiste la Repubblica Serba ed essa e' stata presentata al piccolo alunno sulla mappa insieme alla FR Jugoslavia. Da tale libro di testo, l'alunno puo' scoprire che esistono solo gli stati serbi, che la Repubblica serba al nord-est, al sud-est ed all'est confina con la FR Jugoslavia, che dalle altre parti dei confini "vive lo stesso popolo
serbo che ha combattuto per 200 anni per far scomparire questa frontiera", e Kulin ban e' stato messo fra i sovrani che hanno creato la "Bosnia serba" Kulin Ban dal 1180 al 1204 fu sovrano della Bosnia. Il re Kulin entro' nelle leggende della Bosnia come portatore di pace. Ebbe buoni rapporti con il sovrano serbo Nemanja, e riusci' a dirimere alcune questioni di carattere religioso, tuttavia si dichiaro' sempre un buon cattolico. N.d.T..
Nelle lezioni sull'inno, lo stemma e la bandiera ancora non compare da nessuna parte la Bosnia ed Erzegovina, cosi' i bambini dalla Repubblica Serba da questo libro di testo possono imparare soltanto il nome dell'inno della Repubblica Serba e della Jugoslavia, e che il Montenegro e la Serbia non hanno ancora adottato propri inni. Nello stesso libro di testo, alla pagina 86, la lezione "La Seconda insurrezione serba e la creazione dello stato nazionale serbo" inizia con la domanda: Hai mai sentito il proverbio popolare "U Turcina vjere nema" (Il turco non ha la fede)? Nei compiti di controllo che vanno insieme al libro, e che sono stati stampati su 20 pagine, la Bosnia ed Erzegovina viene nominata soltanto quattro volte, e piu' precisamente nei casi in cui si parla di rivolte, di "Mlada Bosna", di annessione della BiH e del governo austro ungarico.
Il professore Ganibegovic ha detto brevemente di questo libro che si tratta del peccato piu' grande che il governo della RS ha potuto fare nei confronti dei bambini che vi abitano. Il ministro Savanovic ha detto per "Dani" di non essere assolutamente a conoscenza del fatto che tale libro di
testo sia stato stampato: "Perche' lo chiedete a me, io non posso tutti giorni leggere 50 libri. E non sono un esperto di tali cose. Se dite che l'autore e' Pasalic, il mio vice, allora chiedetelo a lui".
All'Ufficio dell'alto rappresentante sono rimasti sorpresi quando hanno scoperto che l'autore del libro di testo in discussione e' il sostituto del ministro della istruzione della RS. "Vi ringrazio tanto per questa informazione", ha detto Claudie Kieffer e ci ha spiegato che qualche settimana fa l'OHR ha avuto una segnalazione dell'esistenza di questo libro di testo, che ha formato una squadra speciale di sperimentazione attualmente impegnata ad analizzare l'opera di Pasalic e di Pejic, e che riguardo a tale questione presto parlera' con il ministro della cultura della RS. "Tutti
ci chiedono perche' non applichiamo sanzioni a coloro che non mettono in atto le nostre decisioni e noi rispondiamo ripetutamente che non siamo il governo bosniaco-erzegovese. In sostanza, noi non siamo il ministero della cultura e i problemi sollevati devono essere risolti dai ministri", dice Kieffer. Gli abbiamo tuttavia chiesto se l'OHR non puo' sostituire il ministro della cultura della RS, oppure il suo vice, ed egli ci ha risposto: "Ci sono tanti candidati che vanno sostituiti. Temo che dovremmo sostituirne un numero a due cifre, probabilmente compreso tra 30 e 50, e cio'
non porterebbe da nessuna parte. Non so chi rimarrebbe poi". L'OHR, dice Kieffer, entro la fine dell'anno controllera' di nuovo tutti i libri scolastici di tutte e due le entita' e cio' sara' fatto per tutti gli anni avvenire.
Oltre i libri di testo stampati di nuovo, in alcune scuole, e in modo particolare nella Repubblica Serba e nella cosi' detta Erzeg-Bosnia, sono ancora in uso i libri di testo della FR Jugoslavia e della Croazia. Cosi' nelle regioni con la maggioranza croata la prima cosa che impara un primino e' la canzoncina che dice: Io sono un piccolo primino, un dolce piccolo Croatino. Nel quinto anno che corrisponde al primo anno delle medie, N.d.T. i bambini nati a Sarajevo, Kakanj, Vares... impareranno dal libro di lettura croato (Zagabria, 1997) che la loro patria e' la Croazia e che
l'inno e' Lijepa nasa domovino (La nostra bella patria), mentre nel sesto anno scopriranno che la loro casa e patria primordiale e' a Krk, Zagorje, Slavonia o Cetina, e che Mehmedalija Mak Dizdar e' stato uno scrittore croato, la cui canzone La preghiera e' una canzone croata...
Questi libri scolastici "importati", dicono all'OHR, dovrebbero essere ritirati dalla circolazione entro giugno dell'anno prossimo, cioe' entro la fine di questo anno scolastico, quando dovrebbe iniziare la stampa di quelli nuovi. Si dice che i nuovi libri scolastici non saranno unici per tutto il territorio
della BiH, ma che dovranno contenere il minimo prescritto della "base comune".
Alla Conferenza di maggio dell'anno scorso e' stato concordato di introdurre due nuove materie nelle scuole superiori della BiH: Democrazia e diritti umani e Cultura e religione.
Democrazia e diritti umani e' stata introdotta da quest' anno scolastico in tutte le scuole bosniaco-erzegovesi e si studia nella terza classe. Dato che per questa materia non c'erano dei quadri tecnicamente abilitati, durante le ferie estive un gruppo di professori diplomati in difesa e protezione e in sociologia ha frequentato un corso di due mesi. I professori abilitati in questo modo insegneranno soltanto nel primo anno scolastico, e in futuro si dovranno formare all'Universita' di scienze politiche di Sarajevo, dove sara' aperta una cattedra speciale. La materia Cultura e religione non e' ancora entrata nei progetti e nei programmi didattici al livello statale, ma viene gia' insegnata in alcune scuole.
"Ma questo non e' quello che volevamo, noi volevamo che cio' diventasse una materia unica in tutto il territorio. In modo tale da fare si' che tutti gli studenti, in tutte le scuole, sia nella Federazione sia nella Repubblica Serba, dovessero studiare lo stesso contenuto dagli stessi libri di testo", dice Severin Montina. A tal fine, nell'aprile di quest'anno, si e' tenuto un simposio durante il quale e' stata presa la decisione che quattro comunita' religiose nella BiH e i ministeri della cultura delle entita' dovranno scegliere un loro rappresentante allo scopo di formare un team incaricato di stendere programma didattico della materia Cultura e religione, che si dovrebbe studiare nella seconda e nella terza classe della scuola superiore. Si attende che entro l'inizio dell'anno scolastico successivo 2002/2003 questo programma, cosi' come gli insegnanti, siano pronti.
L'anno scorso a livello statale e' stata formata anche una squadra di nove esperti in lingua e in letteratura (tre da ogni popolo) che guidati dai professori dell'istituto di Hajdelbersc hanno avviato la creazione di moduli comuni per la lingua e la letteratura. Tali moduli dovrebbero entrare nei programmi e nei progetti didattici all'inizio di quest'anno scolastico. Questo comprende anche lo studio obbligatorio dell'altra scrittura nelle scuole elementari- nella Federazione dell'alfabeto cirillico e nella Repubblica serba di quello latino.
Ma l'elenco dei problemi nell'istruzione non finisce qui. Ne esiste ancora uno: l'educazione dei figli dei rimpatriati. Infatti raramente, fatta eccezione per i casi di Sarajevo e Tuzla, qualche rimpatriato, per esempio un Serbo, manda il suo bambino nella scuola dove si studia secondo il programma "bosgnacco" o quello "croato". La situazione e' la medesima anche nel caso dei rimpatriati Bosgnacchi e Croati nella Repubblica Serba. Succede cosi' non di rado che i bambini preferiscano rimanere a casa piuttosto che studiare secondo i programmi "altrui".
A dire il vero, ci sono stati dei casi in cui i bambini dei rimpatriati hanno deciso di frequentare scuole dove si studia secondo programmi altrui, ma lo studio e' stato comunque reso loro impossibile. Questa delusione e' stata vissuta dagli studenti bosgnacchi che sono ritornati nel villaggio Kotorsko vicino a Doboj. Alcuni di loro sono stati fatti oggetto di lanci di pietre e cacciati via dai loro coetanei serbi, dopo essere arrivati davanti alla scuola. Da allora, i bambini dei rimpatriati a Kotorsko stanno seduti nelle loro tende e aspettano il giorno in cui qualcuno gli costruira' un'altra scuola.
Al Ministero della cultura federale sottolineano un altro problema. Abdulah Jabucar dice: "Quando da qualche parte esiste una scuola, esiste anche la possibilita' che i bambini rimpatriati prima o poi inizino a frequentarla. Un problema ben piu' grosso, tuttavia, lo si ha quando le scuole non ci sono
proprio. I bambini che vivono nel villaggio di Blatnice vicino a Teslic, per arrivare alla scuola piu' vicina devono camminare una decina di chilometri, e i rimpatriati a Doboj-Sud devono compiere un cammino di venti chilometri, mentre i rimpatriati nei villaggi fra Olovo e Sokoc, che non sono pochi, non devono neanche camminare perche', semplicemente, non hanno dove andare. Su quel territorio non esiste neanche una scuola". Per le stesse ragioni Slobodan Sabljic, borgomastro di Bosansko Grahovo, cittadina dove non esiste la scuola elementare, ha chiesto aiuto a tutte le organizzazioni umanitarie internazionali e locali allo scopo di assicurare a tutti gli studenti la frequenza regolare dell'insegnamento. Gli studenti di tale cittadina tutti giorni viaggiano fino al vicino paese di Drvar.
Tuttavia, in alcuni paesi, specialmente nella Federazione BiH, e' stata trovata una soluzione per l'istruzione degli studenti rimpatriati. Vale a dire che i bambini vanno a scuola insieme agli altri, ma hanno aule e insegnanti separati, mentre l'insegnamento si svolge secondo il programma che si
seguiva dove vivevano come profughi. Questo modello di insegnamento e' stato avviato a Stolac due anni fa, quando c'erano soltanto quattro bambini rimpatriati, mentre quest'anno c'e' ne sono 146. Quando si prendono in considerazione tutti i problemi elencati, e' logico chiedersi se in tutta tale illogicita' i bambini bosniaco erzegovesi perderanno il passo con il tempo e con il resto del mondo. Il
consigliere del ministro della cultura federale Abdulah Jabucar e', riguardo a cio', ottimista. "Nonostante tutte le difficolta', i nostri bambini sono al passo col XXI secolo", dice lui e spiega che gia' da due anni l'Associazione delle scuole di medicina della Federazione BiH lavora sul cambiamento del sistema dell'istruzione tecnica. Infatti, questa associazione ha introdotto cambiamenti nel sistema dell'istruzione professionale che sono stati trasmessi al ministero
federale, il quale ha dato loro il proprio appoggio. Parallelamente a cio', nell'ambito del programma PHARE, e con l'aiuto della Commissione europea, e' stata formata una Strategia per la riforma delle scuole professionali. A dire il vero, sono stati solamente messi a punto programmi didattici per sei mestieri: falegname, panettiere, elettricista, cuoco, segretario amministrativo e tecnico amministrativo. Nei due anni precedenti questo programma e' stato applicato in 12
scuole, e da quest'anno lo ha adottato un'altra ventina di scuole superiori.
In questi giorni e' stato bandito il concorso per il proseguimento del programma PHARE, che durera' fino al 2004 e coprira' le scuole superiori "tecniche" di quattro anni. Ci si attende che entro la fine del 2004 si concluda il progetto del cosiddetto aiuto tecnico all'istruzione della BiH, sponsorizzato dalla Commissione europea e dalla Banca Mondiale e che copre anche i licei. Alla realizzazione di questo programma lavorano circa 60 esperti di tutta la BiH. Al Ministero della cultura federale sono ottimisti al riguardo e sperano che presto anche i nostri bambini potranno, senza una briciola di vergogna, seguire i loro coetanei in Europa. Il motivo del loro ottimismo, forse, e' che neanche loro hanno sentito dei nuovi libri di testo nella Repubblica Serba.
Vedi anche:
Dossier scuola nei Balcani: in Republika Srpska una scuola non ancora uscita dal dopoguerra