Dal 7 all'11 settembre si ritrovano a Prijedor giovani provenienti da diversi paesi dell'ex-Jugoslavia. Per partecipare al Festival della Cultura "Prijedor 2002".
Prijedor è una cittadina del nord-ovest della Republika Srpska di Bosnia Erzegovina, purtroppo ricordata più per essere prossima a "famosi" campi di concentramento serbo-bosniaci che per essere la zona della Republika Srpska a maggior rientro di profughi e sfollati appartenenti alle minoranze cattolica e musulmana. Un altro indice che in questa municipalità il lento e difficile processo di riconciliazione è iniziato, è dato anche dalle quattro moschee ricostruite negli ultimi tre anni e rimaste intatte, contrariamente ad altri casi - come avvenuto per la Moschea Ferhadija a Banja Luka - dove la sola proposta di ricostruzione di luoghi di culto musulmani ha innescato nella popolazione serbo-bosniaca reazioni durissime.
L'Ambasciata della Democrazia Locale di Prijedor, attiva grazia anche all'Associazione Progetto Prijedor da anni in un progetto di cooperazione decentrata che lega a doppio filo la città bosniaca a quella di Trento, è uno dei principali soggetti attivi fautori di questo processo, con progetti di sostegno a numerose realtà locali economiche e sociali. Una di queste è quella dei giovani, che in questi giorni si stanno ritrovando proprio a Prijedor in un centinaio, provenienti da tutte le repubbliche nate dalla dissoluzione della Jugoslavia.
Il Festival della Cultura "Prijedor 2002", iniziato sabato 7 settembre con l'apertura di una mostra di pittura presso il "Museo Kozara" proseguirà fino a mercoledì 11 con concerti, dibattiti, rappresentazioni teatrali e proiezione di film. Il programma della manifestazione si prospetta quindi intenso, ed è stato possibile realizzarlo grazie al finanziamento del Governo Norvegese e al supporto organizzativo dell'Agenzia governativa norvegese Norad (Kozarski Vjesnik, 06.09.2002).