Si inaugura oggi la 12ma edizione del Sarajevo Film Festival, il più importante della regione. Tra gli ospiti Juliette Binoche e Abel Ferrara del quale saranno presentati molti dei lavori in uno speciale ''Tributo''
Non ci sarà il terzo successo consecutivo di un film bulgaro al 12° Sarajevo Film Festival che si inaugura venerdì 18 agosto. Dopo "Mila from Mars" e "Lady Zee", vincitori nel 2004 e nel 2005, la Bulgaria non avrà nessuna pellicola fra le nove in gara nel più importante festival della regione.
L'apertura, con il Galà serale al Teatro nazionale, prevede "12:08 East of Bucharest - C'è o non c'è" del rumeno Corneliu Porumboiu. Il film, una commedia amara, ha vinto la "Camera d'or" per il miglior film d'esordio al Festival di Cannes 2006. Lo spazio Open Air sarà invece inaugurato dal bellissimo "Mary" di Abel Ferrara con Forrest Whitaker e Juliette Binoche. Quest'ultima sarà tra gli ospiti del festival insieme a Ferrara, del quale saranno presentati molti dei lavori in un "Tributo".
L'altro cineasta oggetto di una retrospettiva sarà l'ungherese Bela Tarr, uno dei più originali autori del cinema europeo contemporaneo. L'altro grande favorito della competizione è "Das Fraulein" di Andrea Staka, l'intenso film svizzero-serbo vincitore del Pardo d'oro a Locarno pochi giorni fa. I film saranno giudicati dalla giuria composta da Jasmila Zbanic, Jan Cvitkovic, Wouter Barendrecht (distributore e produttore olandese), Kim Dong-ho (direttore festival di Pusan) e Jerome Paillard (direttore mercato Cannes).
Fra i nove film in lizza, provenienti da Ungheria, Romania, Bosnia, Serbia e Croazia, ben 7 sono opere prime. Una conferma del rinnovamento di queste cinematografie e della loro capacità di proporre sempre nuovi autori. Ma anche sintomo delle difficoltà produttive che, a parte eccezioni come l'Ungheria (e in anni recentissimi la Romania, che sta vivendo un periodo di particolare vivacità), costringono i diversi Paesi dell'area a una produzione irregolare: dopo gli 8 lungometraggi (alcuni molto belli, come "Odgrobadogroba", che sarà riproposto a Sarajevo) del 2005, la Slovenia quest'anno non ha ancora visto terminare un solo film.
Nel concorso del SFF la più rappresentata è la Bosnia: Antonio Nuić con "Sve dzaba - All for Free", Faruk Lončarević con "Mama i tata - Mum N' Dad) e Jasmin Duraković con "Nafaka". Per l'Ungheria c'è il talentuoso (i suoi corti hanno vinto premi ovunque) Péter Mészáros con "Kythera" e la Serbia ha il film di Miroslav Momčilović "Sedam i po - Sette e mezzo" con tante star locali. Dalla Romania c'è anche il compatto e forte "Paper Will Be Blue", opera seconda di Radu Munteanu. L'unico autore "esperto" - che abbia realizzat già diverse opere - selezionato per la gara è il croato Branko Schmidt. Già regista di "Vukovar" (1994, il primo film sulla guerra) e altri, presenterà "Put lubenica - La strada del melone".
I temi, salvo i due film rumeni, sembrano privilegiare le storie intime e personali, ma non per questo meno evocative della situazione politica e sociale dei Balcani. La sezione non competitiva "Regional Off" comprende successi recenti come "Grbavica", "L'enfer" o il meno conosciuto "Volim te - I Love You" del croato Dalibor Matanic.
Altro momento forte del festival sarà la presentazione dei progetti "Cinelink", ovvero i film che saranno sostenuti dallo speciale fondo, mentre dal 23 al 26 agosto si svolgerà il "coproduction market" per far incontrare autori e produttori di divesi Paesi".
L'Italia sarà presente con Valeria Golino presidente della giuria del concorso cortometraggi.
Il premio "Heart of Sarajevo" sarà consegnato quest'anno al regista inglese Mike Leigh ("Segreti e bugie", "Il segreto di Vera Drake"), vecchio amico del festival bosniaco. In più è prevista un'ampia vetrina di anteprime e di film non ancora distribuiti in Bosnia. Fra questi: i durissimi"The Road To Guantanamo", "Flanders" e "Tzameti", "Volver", "The Proposition" e le animazioni "Over The Hedge" e "Cars".