"Sino a quando non verrà approvata una normativa sulle gite scolastiche boicottatele" è l'appello del presidente dei genitori delle scuole della RS. E si denucia anche un'azione della SFOR che avrebbe terrorizzato i bambini di una scuola elementare.
Banja Luka - Il curioso appello arriva del presidente del Forum dei genitori delle scuole elementari, medie e superiori della Republika Srpska. Borko Dzajic ha infatti chiesto lo scorso 18 marzo ai genitori di non permettere ai propri figli di prendere parte a gite scolastiche sino a quando una specifica normativa a riguardo entrerà in vigore.
In una conferenza stampa Dzajic ha inoltre accusato il ministro dell'educazione della RS Gojko Savanovic di aver "affermato il falso dichiarando che la normativa specifica alle gite scolastiche era già in vigore mentre in realtà ha ancora da passare in parlamento e non vi è alcuna garanzia di sicurezza per gli scolari in gita". Ha poi ricordato una serie di incidenti verificatesi l'anno scorso tra i quali la tragedia verificatasi in Montenegro nella quale "hanno perso la vita quattro studenti ed un'insegnante ... o un altro caso nel quale 80 studenti sono stati vittime di un avvelenamento da cibo avariato. In entrambi le occasioni nessun dirigente del ministero dell'educazione ha pagato per le proprie repsonsabilità, se non altro morali".
"Alla definizione della nuova normativa sulle gite scolastiche dovrebbe partecipare non solo il ministero per l'educazione ma anche quello del turismo, degli interni e della sanità" ha ribadito il presidente del Forum dei genitori.
La conferenza stampa è stata un'occasione per denunciare altre distorsioni del sistema scolastico della Republika Srpska: spesso i bambini sono obbligati a portare i soldi per acquistare l'arredo delle classi, altre volte per il riscaldamento dell'aula durante l'inverno. "La scuola di oggi non è certamente quello che era prima della guerra" ha constatato amaramente Dzajic "e la libera educazione può risultare anche molto costosa per i genitori".
In conclusione Dzajic ha reso noto di aver protestato formalmente con i responsabili dello SFOR per il trattamento subito dagli alunni della scuola elementare del paese di Celebici, nelle vicinanze di Srbinje. Questi ultimi sarebbero stati "tenuti in ostaggio" durante un'azione militare volta alla cattura di Karadzic e poi fallita (con più probabilità la scuola è stata presidiata dai militari SFOR in modo non si verificassero problemi per i bambini). Dzajic ha definito l'azione come una "delle più incivili violazioni dei diritti dei bambini" (18.03.02, SRNA).