Sarajevo (Foto di Maurizio Gjivovich)

Sarajevo (Foto di Maurizio Gjivovich)

Nelle pagine del libro di Ranko Risojević la guerra è lasciata fuori dalla finestra. Ma c'è. Rumore è un'opera che presenta per la prima volta in italiano lo scrittore bosniaco

20/07/2020 -  Francesco Marilungo

Brevi prose, frammenti, lampi in cui l’attenzione si accende su un dettaglio, su una frase udita per sbaglio e rimasta impigliata nella mente, episodi del folclore popolare che riaffiorano icasticamente. Non sono che il brusio, il rumore, della coscienza durante i tre anni tragici della guerra in Bosnia Erzegovina. La guerra, in queste pagine, non c’è direttamente, è lasciata fuori dalla finestra. L’angoscia che essa genera compete con il brusio della penna che verga il foglio e che annota i frammenti di una mente che è necessariamente a brandelli, che si accende e si illumina solo per pochi attimi fugaci. La guerra è negli spazi bianchi lasciati sulla pagina da questi tasselli di poche righe.

Rumore è l’unico libro pubblicato in italiano di Ranko Risojević (1943), autore altrimenti molto prolifico e molto conosciuto in patria, erede idealmente del grande Ivo Andrić. Rumore è un testo difficile da catalogare, fatto di istantanee, scorci di un diario. Le introduzioni di Danilo Capasso, che inframezzano i testi, fanno luce solo in parte sul posto che quest’opera assume all’interno dell’opera dello scrittore. I circa cinquanta brevi racconti, note, riflessioni contenuti in questo libro forse non sono sufficienti per dare un’idea completa dello spessore di Risojević, ma viene da essere curiosi a immaginare a come questo pensiero che si accende a lampi possa diluirsi nel passo lungo del romanzo o del saggio. Matematico, fisico, editore, traduttore, scrittore, poeta: la biografia di Risojević è poliedrica e desta curiosità.

Le prose brevi che sono qui raccolte sono in realtà una selezione dall’opera originale compiuta dal traduttore ed inoltre sono catalogate in quattro sezioni: In guerra, Vite incrociate, Cosmogonie e altre minuzie e infine Incursioni. La scansione in quattro momenti diversi segnala la labile traccia di un percorso, di un processo interiore che parte dalla guerra, passa per i segni lasciati dentro di noi dagli “incroci” con gli altri, abbozza timidi tentativi di palingenesi (“non sarebbe meglio ribaltare il tutto, tramutare la preoccupazione in spensieratezza […] lavorare e vivere come la flora?”) e che arriva sul finale a convocare personaggi storici letterari (come Kafka, Baudelaire, Borges) o classici e mitologici (Prometeo, Zenone, Euclide) o musicali (Chopin) come una sorta di essenziale pantheon umano cui attingere per ridare conforto alla speranza, per ricostruire una minima cartografia della salvezza o della ricostruzione.

Per noi lettori italiani questo non è che un assaggio della qualità letterarie di Ranko Risojević. Non ci resta che aspettare che altri suoi titoli arrivino nella nostra lingua.

Copertina

Rumore. Appunti di guerra dalla Bosnia Erzegovina

Ranko Risojević

Stilo Editrice

2019