Sarajevo Film Festival © Foto R. Biagiarelli

Sarajevo Film Festival © Foto R. Biagiarelli

Ideato quando ancora la città era sotto assedio, il Sarajevo Film Festival, conclusosi lo scorso 23 agosto, è arrivato alla sua trentesima edizione. Un evento internazionale che ha offerto, come sempre, grande spazio a tematiche sociali rilevanti dall'ambiente ai diritti umani

10/09/2024 -  Anna Lodeserto Sarajevo

Il Sarajevo Film Festival , uno degli eventi cinematografici internazionali più significativi dell’Europa sudorientale, ha celebrato dal 16 al 23 agosto 2024 la sua trentesima edizione. Avviato con coraggio e lungimiranza da Haris Pašović nel 1993, durante l’assedio di Sarajevo raccogliendo l’eredità delle prime proiezioni organizzate da Mirsad Purivatra e Izeta Građević’s già nel 1992, il Festival è diventato simbolo di resilienza culturale e artistica ed esempio di tenacia per il mondo intero. 

Ancora oggi le sue radici nel conflitto e nella determinazione a superarlo continuano a plasmare l’identità della manifestazione, che punta a dare spazio non solo al cinema di scala regionale, ma anche a tematiche sociali di grande rilevanza globale, dall’ambiente alle questioni di genere e ai diritti umani.

Il festival ha debuttato lo scorso 15 agosto con un caloroso e partecipato omaggio al poeta, scrittore e sceneggiatore bosniaco Abdulah Sidran, scomparso lo scorso 23 marzo, che in ambito cinematografico ha firmato le sceneggiature dei film di esordio di Emir Kusturica “Sjećaš li se Dolly Bell?” (Ti ricordi di Dolly Bell, 1980) e “Otac na službenom putu” (1985, Papà è in viaggio d’affari) che lo hanno reso noto al grande pubblico internazionale. 

Uno dei momenti più attesi del festival è stata la consegna degli “Heart of Sarajevo”, i cuori di Sarajevo concepiti dalla designer Agnès Andrée Marguerite Troublé - conosciuta come Agnès B. - nel 2004 in occasione del decennale, assegnati ogni anno a film e personalità di rilievo del cinema internazionale. Quest’anno, gli “Honorary Heart” hanno celebrato le carriere di personalità come Alexander Payne, Elia Suleiman, John Turturro, Philippe Bober, Christof Papousek, Meg Ryan e Paul Schrader. 

Il cuore del Sarajevo Film Festival resta, comunque, la competizione internazionale, che quest’anno ha visto ben 54 film contendersi i premi più ambiti. La giuria della sezione lungometraggi è stata presieduta dal regista e sceneggiatore statunitense Paul Schrader, affiancato dall’attrice Noomi Rapace (Svezia), dalla regista e sceneggiatrice Una Gunjak (Bosnia-Erzegovina), dal regista e sceneggiatore Juho Kuosmanen (Finlandia) e dall’attore Sebastian Cavazza (Slovenia).

Il premio Heart of Sarajevo per il miglior film è stato assegnato a “Three Kilometers to the End of the World” (Trei kilometri până la capătul lumii, 2024), film romeno di esordio di Emanuel Pârvu, presentato anche al Festival di Cannes, che racconta il violento attacco contro un ragazzo gay di 17 anni nel suo villaggio natale sul Delta del Danubio, mentre il premio per la miglior regia è andato al regista greco Yorgos Zois per la sua opera seconda, “Arcadia”, una co-produzione greco/bulgara/statunitense presentata in anteprima mondiale alla Berlinale 2024 . Tra i premi attoriali, Anab Ahmed Ibrahim si è aggiudicata il riconoscimento per la miglior attrice con il film “Village Next to Paradise”, opera prima del regista somalo Mo Harawe, mentre il premio per il miglior attore è stato vinto da Doru Bem, eccellente attore teatrale che si sperimenta nel suo primo ruolo da protagonista sul grande schermo in “Holy Week” (Săptămâna Mare, 2024) vestendo i panni di un oste ebreo che vive nella campagna rumena a cavallo del XIX secolo gestendo la locanda del villaggio, nonché punto d’incontro per cristiani ed ebrei. 

Oltre ai lungometraggi, la programmazione del festival ha come sempre dato ampio spazio anche a documentari e cortometraggi. Il premio “Heart of Sarajevo” per il miglior documentario è andato a “A Picture to Remember” (Foto na pam’yat, 2023), diretto da Olga Chernykh, una co-produzione Ucraina/Francia/Germania che narra la storia di tre generazioni di donne ucraine e delle loro perdite in tempo di guerra. La sezione documentari ha affrontato tematiche sociali attuali, culminando con il Premio per i Diritti Umani assegnato al film “Your Life Without Me”, della regista ungherese Anna Rubi, che tocca abilmente il tema della disabilità e del welfare. Nella categoria cortometraggi, il premio è stato assegnato a “Absent” (Noksan, 2024) diretto dal regista turco Cem Demirer, già entrato in concorso a maggio nella 63esima edizione della Settimana della Critica al Festival di Cannes. 

Oltre ai riconoscimenti prettamente artistici, il Festival ha confermato l’importanza delle questioni sociali e ambientali sia nelle scelte della programmazione, sia in quelle delle giurie. Il “Premio Speciale per la Consapevolezza Ambientale” (Special Environmental Awareness Award) sostenuto dalla sezione bosniaco-erzegovese dell’United Nations Development Program (UNDP BIH ) è stato assegnato al film “The Sky Above Zenica” (Nebo iznad Zenice, 2024), diretto da Zlatko Pranjić e Nanna Frank Møller in cui vengono seguite le campagne di sensibilizzazione condotte dagli attivisti e ricercatori della rete di organizzazioni ambientali della Bosnia Erzegovina “Eko Forum Zenica”. 

Il film evidenzia le contraddizioni che ostacolano un futuro sostenibile a partire dalle responsabilità dell’industria pesante in quella che è diventata una delle città più inquinate del mondo, nel cuore del continente europeo. Un altro riconoscimento di rilievo è stato il “Premio Speciale per la Promozione dell’Uguaglianza di Genere”, vinto dal film “Cent’anni”, una coproduzione tra Slovenia, Italia, Polonia, Serbia e Austria, diretto da Maja Doroteja Prelog, presentato in anteprima al “Trieste Film Festival” all’inizio dell’anno.

Seguendo una direzione di impegno mantenuta nel corso degli ultimi trent’anni, il Sarajevo Film Festival non si è limitato a celebrare il cinema del presente, ma ha offerto occasioni preziose per lo sviluppo dell’industria cinematografica dell’intera regione e contribuito a creare spazi di innovazione e investimento. In particolare, la sezione dedicata ai professionisti del cinema “CineLink Industry Days” ha incluso un apposito spazio “Co-Production Market”, presentando 13 progetti di lungometraggi in fase di sviluppo a oltre 150 produttori, finanziatori e distributori provenienti da più di 40 paesi diversi. Sempre in tale contesto parallelo alle competizioni principali, la sezione “CineLink Talks” ha offerto l’opportunità al pubblico e agli addetti ai lavori di partecipare a numerosi dibattiti su temi cruciali per il futuro sviluppo dell’industria macroregionale come la proprietà intellettuale, l’intelligenza artificiale e le co-produzioni internazionali.

Tra i momenti significativi che lasceranno un’eredità di lungo periodo anche dal punto di vista istituzionale è importante menzionare l’adesione ufficiale della Bosnia Erzegovina al Programma pilota per la coproduzione di serie del Consiglio d’Europa connesso al fondo a scopo culturale “Eurimages”. L’accordo di partenariato è stato sancito il 21 agosto nel contesto dei “Cinelink Industry Days” con l’impegno del Primo Ministro della Federazione di Bosnia Erzegovina Nermin Nikšić a sostenere le coproduzioni indipendenti bosniaco-erzegovesi e la firma congiunta insieme a Bojana Urumova, a capo della sede di Sarajevo del Consiglio d’Europa, dell’atto ufficiale di adesione al programma che faciliterà l’accesso ai finanziamenti e al mercato europeo. 

Sempre nell’ambito del Sarajevo Film Festival, il 18 agosto è stata anche scoperta nei pressi della Vijećnica - per mano di Matthijs Wouter Knol per la European Film Academy, Elma Tataragić per l’Associazione dei Lavoratori dell’Industria Cinematografica BiH, e Kenan Magoda, ministro della Cultura del Cantone di Sarajevo - la targa della European Film Academy con la quale il quartiere di Baščaršija di Sarajevo entra nella lista dei “Tesori della cultura cinematografica europea” (“Treasures of European Film Culture ”), luoghi simbolici per il cinema europeo dichiarati di alto valore storico. Il quartiere di Baščaršija ha ricevuto questo prestigioso riconoscimento in virtù del ruolo svolto nella storia del cinema bosniaco e internazionale con oltre 40 film girati in loco nonché del cardine che rappresenta tutt’oggi per lo sviluppo dell’industria cinematografica balcanica.

Il Sarajevo Film Festival 2024 si è confermato ancora una volta un importante punto di riferimento per il cinema dell’Europa sudorientale, ma anche un laboratorio di dialogo internazionale, oltre a fornire la dimostrazione tangibile di quanto l’industria culturale, in particolare quella cinematografica, possano costituire un volano di sviluppo per il paese e per l’intera regione. Grazie alla sinergia tra competizioni, premi prestigiosi, momenti di incontro tra pubblico e rappresentanti dell’industria cinematografica internazionale, impegni istituzionali di alto livello come quelli sanciti dal Consiglio d’Europa e riflessioni su temi attuali come la transizione ambientale ed energetica, la disabilità, l’omofobia e i diritti umani, il festival continua a incarnare lo spirito di resilienza e innovazione che lo ha reso celebre in tutto il mondo negli ultimi trenta anni.