All'indomani delle celebrazioni di Potocari, la comunità serba ha ricordato le proprie vittime. Rimandata l'inaugurazione del monumento ai soldati serbi a Kravica, luogo di fucilazioni di massa dei prigionieri bosniaco musulmani nel luglio '95. La cronaca da Nezavisne Novine
Di: J. ŠARAC, Nezavisne Novine, 13.07.05 (tit. orig.: "Održan pomen Srbima ubijenim u Podrinju")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Martin Fontasch
BRATUNAC, SREBRENICA - Con una funzione solenne e il servizio liturgico nella chiesa dedicata alla santissima Madre di Dio, officiata dal vescovo di Tuzla-Zvornik Vasilije, alla presenza di rappresentanti della Republika Srpska e delle famiglie degli uccisi, si sono conclusi ieri i "Giorni di San Pietro a Srebrenica".
Presso il cimitero militare di Bratunac si sono celebrate la commemorazione e le esequie dei Serbi che nel corso della scorsa guerra in Bosnia Erzegovina sono stati ammazzati nel territorio dei comuni di Srebrenica, Bratunac, Milici e Skelani.
Dopo la liturgia i partecipanti alla commemorazione hanno visitato i luoghi dei massacri a Bratunac, nei villaggi di Biljac, Sase e Zalazje, dove sono stati resi gli onori ai Serbi uccisi nel corso dell'ultima guerra.
Hanno partecipato alla commemorazione dei Serbi uccisi il rappresentante serbo dell'ufficio di Presidenza bosniaco, Borislav Paravac, il capo della diplomazia della Bosnia Erzegovina, Mladen Ivanic, il Presidente e il Primo Ministro della Republika Srpska (RS), Dragan Cavic e Pero Bukejlovic, e il Presidente del Parlamento della RS, Dusan Stojicic. A Bratunac erano presenti anche l'inviato del Presidente della Serbia, Jovan Simic, una delegazione del Partito Radicale Serbo (SRS) guidata da Tomislav Nikolic e Aleksandar Vucic e il vice presidente del Partito Democratico Serbo (DSS), Sanda Raskovic-Ivic.
Alla commemorazione di Bratunac non ha partecipato nessun rappresentante della comunità internazionale, nonostante tutte le Ambasciate in Bosnia Erzegovina e le organizzazioni internazionali fossero state invitate.
Borislav Paravac, membro dell'Ufficio di Presidenza bosniaco, ha dichiarato ieri a Srebrenica che non bisogna prendere in considerazione gli avvenimenti di Srebrenica solamente attraverso le uccisioni dei Bosgnacchi Bosniaco Mulsulmani, ndt in questo territorio, ma che bisogna tenere a mente anche le vittime serbe.
"Una tragedia non deve essere isolata dall'altra. Tutti i villaggi serbi a Srebrenica sono stati incendiati nel 1992", ha dichiarato Paravac.
Cavic ha dichiarato che è difficile aspettarsi dai familiari delle vittime dell'ultima guerra l'accettazione di un futuro comune per i tre popoli in Bosnia Erzegovina.
"Tutti i Bosgnacchi hanno diritto a che i propri scomparsi vengano ritrovati, che venga accertata la verità e siano puniti i colpevoli, ma anche il popolo serbo ha questo diritto", ha dichiarato Cavic.
Cavic ha sottolineato che nessuno può impedire ai Serbi di rendere omaggio alle vittime della propria nazione e che la Republika Srpska è una realtà.
Bukejlovic ha espresso la propria preoccupazione per il fatto che molte persone in Bosnia Erzegovina ancora non accettano il fatto che "la Rs è una realtà, che è una creazione degli accordi di Datyon e che bisognerà resistere per la sua conservazione". Bukejlovic ha anche aggiunto che "la esaltazione del detenuto del Tribunale dell'Aja Naser Oric alla commemorazione a Potocari è stata del tutto inadeguata", così come il fatto che gli organizzatori non si sono premuniti nei confronti di ciò.
L'annunciata manifestazione dell'inaugurazione solenne a Kravica presso Bratunac di un monumento dedicato a più di 1.500 soldati serbi, che aveva suscitato polemiche nella Podrinje, ieri non è stata effettuata, ma a Kravica sono state consegnate le chiavi di dieci appartamenti alle famiglie di veterani serbi. Un gruppo di maratoneti ha corso da Belgrado a Bratunac, arrivando ieri per partecipare alla commemorazione per ricordare le vittime serbe civili e militari nel territorio di Srebrenica, Bratunac e Milici.
Nei territori dei comuni di Srebrenica, Zvornik, Milici, Bratunac, Vlasenica e Osmaci nel corso della guerra sono stati uccisi perlomeno 1.300 persone di nazionalità serba, mentre nel più vasto territorio della Podrinje centrale e Birca secondo dati del governo della Republika Srpska sono stati uccisi più di 3.000 Serbi.