Se lo chiede l'ICG in un documento recentemente pubblicato: occorre superare le mezze misure del passato anche a costo di un nuovo e maggiore protagonismo della comunità internazionale; solo così la Bosnia Erzegovina riuscirà ad entrare in Europa.
Dario Terzic, giornalista di Mostar e corrispondente per l'Osservatorio sui Balcani, in un recente articolo raccontava della sua città come una città che resta divisa, ancora segnata dalle ferite della guerra. E si ha l'impressione che la Bosnia Erzegovina, nonostante i risultati ottenuti nel processo di ritorno delle minoranze e nella libertà di movimento garantita sull'intero territorio resti un Paese anomalo, dove le due Entità che lo costituiscono mantengono l'effettiva sovranità. A dimostrazione che il difficile equilibrismo che si è ricercato negli Accordi di Pace tra riconoscimento di fatto della situazione sul campo (divisione in zone etnicamente omogenee della BiH) e riconoscimento al diritto di ritorno delle minoranze e quindi ad un Paese nuovamente ed effettivamente multietnico rischia di paralizzare e bloccare un ritorno alla normalità.
L'International Crisis Group, ha pubblicato lo scorso 29 novembre un nuovo documento che si basa su una serie di interviste a funzionari internazionali e locali che hanno lavorato ed operato in Bosnia in questi anni. L'ICG si chiede si chiede se non sia il caso di rivedere drasticamente gli Accordi di Pace. A partire proprio dalla eliminazione delle due Entità. E' il momento di fare scelte importanti, si afferma, dato che la politica dell'"interferire il meno possibile" da parte della comunità internazionale rischia di portare ad un totale fallimento.
Per questo si invita a lavorare ad una proposta complessiva che possa superare gli Accordi di Dayton e che possa "rompere con il fango, l'inconsistenza, le mezze misure del passato". Dovrà riflettere una strategia coerente per portare la Bosnia Erzegovina ad essere un Paese stabile, con forti ed efficaci istituzioni centrali che possano rappresentare una garanzia per l'integrazione in Europa. Questo, sempre secondo il documento dell'ICG, si può ottenere solo grazie a maggior potere e competenze attribuite alle municipalità e minor ruolo politico delle realtà regionali.
Vi rimandiamo al sito dell'ICG per la lettura dell'intero documento (in lingua inglese).