I giornali bosniaci riportano oggi le reazioni ad un servizio del TG3 di lunedì scorso. Smentendo l'esistenza di un campo di Al Qaida presso il lago di Jablanica: "è solo un campeggio per bambini". I rischi di un'informazione superficiale.
I giornali bosniaci riportano oggi le reazioni ad un servizio trasmesso dal TG3 di lunedì scorso. In quest'ultimo, Enzo Nucci, autore del servizio, affermava che presso il lago di Jablanica (80 km da Sarajevo in direzione di Mostar) era stato scoperto un campo d'addestramento per terroristi con legami con Al Keida.
Il quotidiano di Sarajevo Oslobodjenje ha intervistato a questo proposito Enes Baljic, sindaco del comune nel quale si sarebbe trovato il campo. "Con tutta probabilità - ha affermato Baljic - ci si riferiva ad un campo sulle rive del lago nel quale alcune agenzie umanitarie organizzano campi estivi per bambini orfani". Ha smentito quindi in modo categorico si tratti di campi di addestramento per terroristi. Lo stesso ha fatto Emir Bubalo, sindaco della confinante municipalità di Konijc.
E anche da verifiche informali condotte dall'Osservatorio sui Balcani, non risulta alcuna attività particolare condotta in quell'area nell'ultima estate, e men che meno ora dato il periodo di rigido inverno. C'è da dire che qualche giorno prima della trasmissione del servizio il ministro Scajola si era recato in Bosnia Erzegovina. Aveva firmato un'intesa tra Italia e Bosnia per la lotta alla criminalità, e nelle dichiarazioni successive aveva notato tra l'altro come "L'accordo firmato servirà anche ad una più efficace lotta contro il terrorismo".
Forse il giornalista RAI era arrivato in Bosnia proprio per seguire quest'evento. Ma ha esagerato un po' nel cavalcare l'onda del terrorismo internazionale, rischiando solo di dare una percezione sbagliata e pericolosa della realtà...
Per saperne di più su Islam e Balcani rimandiamo alla recensione del libro "Le Nouvelle Islam balkanique. Les musulmans, acteurs du post-communisme 1990-2000" e all'intervista con l'autrice Nathalie Clayer, curate per l'Osservatorio sui Balcani da Luisa Chiodi.