Nell'intero spazio post-jugoslavo tutti si ricordano di Top Lista Nadrealista: creata da un gruppo di ragazzi di Sarajevo, questa trasmissione dall'humor corrosivo ha fatto ridere l'intera federazione socialista dal 1984 al 1991, prendendo in giro le contraddizioni di una società in piena crisi. Un'intervista ad uno dei suoi indiscutibili protagonisti, Zenit Đozić
(Tratto da Le Courrier des Balkans, pubblicato originariamente il 24 luglio 2012)
Nato a Sarajevo nel 1961 Zenit Đozić è uno dei principali protagonisti della Jugoslavia degli anni '80. Batterista del gruppo rock Zabranjeno Pušenje - di cui una parte ha poi costituito la No Smoking Orchestra a Belgrado – ha partecipato al lancio del movimento Novi Primitivizam prima di co-animare, assieme alla stessa banda d'amici, la leggendaria trasmissione umoristica Top Lista Nadrealista (La Top List Surrealista).
Come giudichi, vent'anni dopo, Top Lista Nadrealista (TLN)?
Vent'anni dopo posso dire di sentirmi molto fiero di essere stato uno dei protagonisti e sopratutto dei creatori di Top Lista Nadrealista. Oggi posso ammettere di essere stato molto felice durante la mia vita: ero la persona giusta nel posto giusto. E quel posto giusto era la Sarajevo negli anni '80. Quella generazione era... incredibile! Vi erano pezzi musicali fantastici, molte opere d'arte magnifiche e non solo in Jugoslavia ma nel mondo intero. Oggi stiamo ancora tutti a parlare degli anni '80 come nostro periodo di riferimento.
Come era la vita durante gli anni '80, cosa aveva cambiato la morte del Maresciallo Tito?
Dopo la morte di Tito vi è stato un periodo di distensione generale. Anche se il comunismo jugoslavo non era un “regime” nel vero senso della parola. Tito non era un dittatore come, ad esempio, Ceauşescu in Romania.
Negli anni '80 Sarajevo era solo una cittadina, ma al contempo una vera capitale culturale. A livello artistico infatti non aveva nulla da invidiare a Londra o New York. A volte mi capita di avere nostalgia, ma non parlo di questi anni in termini “mistici”. Detto questo, è durante questo decennio che noi abbiamo raggiunto i nostri migliori risultati nella vita sociale e culturale. Non vedo nessun vantaggio nell'indipendenza della Bosnia Erzegovina.
Qual era la chiave del successo di TLN?
TLN traeva la sua ispirazione dal mondo reale, dalla vita quotidiana in Jugoslavia. Avevamo un'audience che si può comparare a quella di un importante incontro di calcio, una cosa inconcepibile ai tempi nostri.
Ritieni che un programma come TLN sarebbe possibile ai giorni nostri? Si è ancora capace di ridere di noi stessi, vi è ancora la stessa dose di autoironia?
Occorre capire che TLN non era solo un programma, non era semplice commedia. Noi facevamo parte di un movimento culturale, eravamo tra i fondatori del Novi Primitivizam, avevamo fondato un gruppo rock conosciuto. E' stata veramente l'espressione di una generazione, la nostra generazione. Un movimento globale.
E la cosa veramente incredibile è che tutto era assolutamente naturale per noi. Per tutte queste ragioni considero il nostro lavoro come una forma d'arte. E ritengo che l'arte debba essere impegnata. Non so se un programma come TLN potrebbe essere accettato oggi, ma se qualcuno riuscisse a realizzarlo sarei il primo ad esserne felice. Penso che la gente continuerà a saper ridere se vi è qualcuno in grado di spiegare loro le assurdità del mondo. Non è il pubblico che manca, ma gli artisti.
Che ruolo attribuisci alla satira? Pensi che riesca a cambiare gli atteggiamenti delle persone? O c'è il rischio che se ridi di qualcosa alla fine arrivi a tollerarla: per esempio tutti ridevano dei vostri sketch sul nazionalismo ma, alla fine, il nazionalismo ha portato alla guerra... Lo humor serve a cambiare le cose o ad accettarle?
Capisco il tuo punto di vista, e devo ammetterlo, lo humor è un tema molto complesso. Lo humor, assieme al sesso, fa parte dei mezzi comunicativi più potenti. Il suo impatto cambia da persona a persona. Si potrebbe scrivere un libro sugli effetti dello humor in diversi contesti sociali. Io penso che l'obiettivo principale dello humor sia quello di conservare la nostra umanità. Se non riesci a ridere questo significa che vi è qualcosa in te che non funziona come dovrebbe. Se qualcuno è incapace di ridere, deve essere malato. Questo era vero sopratutto durante la guerra.
Si dice spesso che TLN è stata in grado di predire avvenimenti che poi si sono realizzati, come ad esempio la guerra. Cosa pensi a questo riguardo, pensavate veramente che la guerra era possibile?
Purtroppo abbiamo avuto la capacità di leggere il futuro, anche se è successo per caso. Il nostro humor era fondato sul paradosso e sul portare ciascuna cosa alle sue estreme conseguenze. La chiave di TLN era la caricatura, l'esagerazione: il paradosso finale era la guerra, il climax perfetto del non sense. E' stato terribile renderci conto che la più grande stupidaggine stava divenendo realtà. Siamo stati capaci, ad esempio, di prevedere la divisione di Sarajevo tra la Federazione e la Republika Srpska.
Vi erano argomenti che non potevate affrontare durante la vostra trasmissione?
No, eravamo completamente liberi. Col tempo, dopo alcuni anni, ora mi rendo conto che senza esserne coscienti cercavamo sempre di non ridicolizzare il nostro sentimento d'appartenenza alla Jugoslavia. Volevamo preservare l'idea che era possibile vivere insieme. Cercavamo di essere positivi.
Era anche l'obiettivo delle vostre trasmissioni durante la guerra?
Sì, l'assedio stava per bruciarci il cervello. Il ridere era la miglior risposta alla propaganda. Durante la guerra, tutti i media sono uguali, cercano esclusivamente di fabbricare dei combattenti. Noi cercavamo di resistere a tutto questo. Per quanto ne sappia io, siamo stati i soli a realizzare delle trasmissioni televisive durante una guerra: durante qualche sketch si poteva sentire il fischio dei proiettili dei fucili automatici. Proiettili veri. Eravamo dei pazzi, completamente pazzi, ma sapevamo di essere differenti dagli altri. Oggi guardo a quei video come a dei documentari, non come a degli sketch: erano completamente veri.
Cosa pensi del tuo paese oggi?
La comunità internazionale ha commesso un grave errore alla firma degli Accordi di pace di Dayton. Hanno escluso la società civile dagli accordi, si sono solo occupati di musulmani, cattolici ed ortodossi, hanno solo parlato con i rappresentanti religiosi... Hanno negato qualsiasi ruolo alla società civile.
Agendo così hanno lasciato per strada una gran parte della “gente normale”, penso a chi se ne frega della politica, chi vuole solo avere un lavoro e abbastanza denaro per la propria famiglia. Dayton ha permesso ai fascisti di ottenere la scena e oggi, sono loro al potere.
Non ho molta fiducia nel futuro: qui tutto è controllato dalla politica e questo rende il cambiamento impossibile. Mi sento privo di ogni punto di riferimento. Vi sono conseguenze molto negative causate dal nazionalismo sul nostro paese. Evidentemente la gente o non ci ha guardato o, se lo ha fatto, non ha tratto dal nostro lavoro alcuna conclusione. La gente è, per la maggior parte del tempo, ingenua.
Di cosa ti occupi attualmente? Sei ancora in contatto con i tuoi vecchi amici di TLN?
Attualmente faccio il produttore, ho una mia casa di produzione. I miei problemi principali sono sopravvivere a questa crisi, che prima o poi passerà. Quando finirà questo periodo drammatico, mi piacerebbe creare dei videogiochi ispirati a TLN. Penso che attualmente i videogiochi siano il mezzo principale per far passare dei messaggi, è veramente un media interessante. Sono ancora in contatto con gli ex TLN, sopratutto Nele e Duro.
Che pensi di Nele, che ha lasciato Sarajevo durante la guerra e se ne è andato a Belgrado e attualmente suona con Kusturica e la sua No Smoking Orkestra?
Io e Nele abbiamo opinioni differenti. Direi che siamo radicalmente differenti. Ma lo sappiamo e stiamo rincollando i cocci della nostra amicizia, poco a poco. Non vorrei includere Emir nella storia di TLN. Sì, ha partecipato a qualche sketch, ha fatto qualche canzone assieme ai Zabranjeno Pušenje, ma direi che era un jolly. Viene da un mondo completamente differente, che non ha niente a che fare con i Nadrealisti.
L'ultima domanda. Avresti utilizzato Hepek per salvare la Jugoslavia?
Sì, Hepek era una creazione romantica, qualcosa che inventavamo per avere un'ultima possibilità, per convincere la gente ad utilizzare la loro intelligenza. Gli sketch con Hepek sono datati 1991, poco prima della guerra in Jugoslava. E' stata una sorta di “reazione irrazionale” a fronte dell'inevitabile. Volevamo mostrare alla gente che vi era la possibilità di vivere insieme. Certo, attualmente è chiaro che non vi era alcuna possibilità per la pace. Ma cosa vuoi, allora speravamo che l'arte averebbe cambiato il mondo.