Come si è reagito in Bulgaria alla rielezione di George W. Bush alla Casa Bianca? Si fosse votato in Bulgaria avrebbe vinto con tutta probabilità Kerry ma la maggior parte degli analisti politici afferma che Bush è una garanzia per gli interessi del Paese. La Bulgaria si ritova ancora indecisa e divisa, tra USA ed UE.
La Bulgaria ha la reputazione di uno dei Paesi europei più fedeli agli USA dopo la sua partecipazione alla coalizione militare intervenuta in Iraq. Ma durante l'accesa campagna elettorale USA la società civile bulgara ha fatto emergere il suo animo europeo e si è schierata in gran maggioranza per lo sfidante John Kerry.
Il centro culturale "Casa rossa", con sede a Sofia, ha realizzato un sondaggio dal quale è emerso che il 70% dei bulgari avrebbe votato per Kerry. "L'obiettivo di questa iniziativa era di mostrare come siamo parte di dinamiche globali" ha affermato Dessislava Gavrilova, uno dei membri dell'associazione.
La Bulgaria, a sostegno delle politiche imperialiste
I risultati delle presidenziali USA determineranno i prossimi 4 anni del mondo intero ed anche della Bulgaria, ha scritto il quotidiano "Monitor" lo scorso 4 novembre che ha poi pubblicato le opinioni di artisti, intellettuali, politici e gente comune sulla rielezione di Bush e le conseguenze per la Bulgaria.
"Dato che l'elezione del Presidente USA ha conseguenze così rilevanti sulla Bulgaria, la Polonia, l'Iraq, il Cile ed il mondo in generale non vedo perché tutti questi non possano votare per il Presidente USA. Altrimenti cosa accade: gli americani eleggono un cowboy che poi governa anche tutti noi. Non mi sembra giusto - ha affermato Tedi Moskov, famoso direttore teatrale - non vorrei farlo ma mi ritornano in mente i tempi nei quali Leonid Brezhnev era considerato fondamentale per la Bulgaria e dimostravamo totale acquiescenza all'URSS. Non so cosa sarebbe accaduto al nostro contingente in Iraq se fosse stato eletto Kerry ma è certo che i nostri soldati non hanno nulla a che fare con la situazione irachena. Hristo Boichev, regista teatrale, ha recentemente affermato che tradizionalmente supportiamo ogni politica imperialista. Lo abbiamo fatto al fianco dell'URSS nella repressione nel '68 dei moti di Praga, lo stiamo facendo oggi con la politica USA nei confronti di Baghdad. Quest'analisi mi trova concorde".
Toma Tomov, giornalista ed esperto di politica targata stelle e strisce definisce invece gli USA "leader di un fondamentalismo cristiano guerrafondaio" in un'intervista rilasciata alla agenzia internet "Vseki den". Secondo quest'ultimo la Bulgaria è uno Stato periferico che non ha alcuna influenza sulle dinamiche globali. Comunque a suo avviso che avesse vinto Kerry o Bush alla Bulgaria poco importava: "La Bulgaria si schiera al fianco di Bush come aveva fatto al fianco di Brezhnev ed Hitler".
Bush, buone nuove per la Bulgaria?
Se gli intellettuali bulgari si schieravano per Kerry la maggior parte degli analisti politici hanno invece affermato che l'elezione di Bush è da considerarsi una buona notizia per il Paese.
Tra questi ad esempio Lyubomir Ivanov, che presiede il "Club Atlantico", una delle ONG più potenti della Bulgara che condiziona fortemente la politica estera bulgara. Quest'ultimo ha scritto per il quotidiano "Standart" che la rielezione di Bush è una garanzia per la difesa degli interessi nazionali bulgari. Questo perché intercorrono buone relazioni tra il Presidente USA ed il Primo ministro bulgaro Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha ed inoltre non verranno messi in dubbio gli accordi che hanno portato all'impiego di truppe bulgare in Iraq.
L'autore sottolinea inoltre che sino ad ora Bush e l'America in generale è stata demonizzata in Europa. Prevede però, nei prossimi 5-10 anni, una convergenza tra le posizioni USA e quelle Europee. "Un bene per la Bulgaria visto che in più di un'occasione ci siamo ritrovati nella necessità di scegliere tra due posizioni contrapposte, quella americana e quella europea. Scelte come questa rappresentano un'enorme responsabilità per la Bulgaria, basti considerare quella di partecipare o meno alla campagna militare in Iraq".
Ogniyan Minchev, analista politico, è invece scettico sul fatto che dopo la rielezione di Bush vi possa essere una convergenza politica tra USA ed Unione europea. "E questo sarà negativo per la Bulgaria - ha affermato in un'intervista per il quotidiano "Troud" - rimarranno le profonde spaccature sull'Iraq. Ed i dilemma per molti Paesi dell'est Europa se schierarsi al fianco degli USA o della vecchia Europa rimarrà, come lo è stato negli ultimi due anni, del tutto attuale".
Bush all'attacco dell'UE in Macedonia
Ai media bulgari naturalmente non è scappato il riconoscimento della denominazione Repubblica di Macedonia fatto dall'amministrazione Bush all'indomani della rielezione di Bush. Molti hanno ricordato che la Bulgaria era stata il primo Paese, nel 1992, a riconoscere la neonata Macedonia in seguito alla disgregazione della Jugoslavia. Il quotidiano Sega ha sottolineato come questa mossa del Dipartimento di Stato sarebbe da interpretare come un'ulteriore accentuazione dello scontro USA-UE, anche in risposta al sostegno europeo a Kerry. "I macedoni affermeranno, con qualche ragione, che gli USA sono al loro fianco mentre l'UE meno. Il riconoscimento della denominazione Repubblica di Macedonia sembra una reazione emozionale rispetto a posizioni espresse dall'UE sulle elezioni USA. Continuerà ad essere così, ce ne accorgeremo".
Vedi anche:
La Bulgaria tra crisi irachena, NATO e UE
Bulgaria e guerra in Iraq: in equilibrio tra USA e UE