La nomina di un ex apparatikit del regime socialista bulgaro a consulente sui servizi segreti per Simeone di Sassonia Coburgo-Ghota ha sollevato molte riserve. Soprattutto in sede NATO.
Il generale Brigo Asparouhov sarà consulente e coordinatore sui servizi segreti presso il gabinetto di Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha. L'annuncio è stato dato nei giorni scorsi dal portavoce del governo bulgaro e la decisione sarebbe stata presa dallo stesso Primo ministro bulgaro. Si è subito sollevato un vespaio di polemiche legate al passato del generale. Quest'ultimo ha infatti lavorato ventisette anni per i servizi segreti bulgari ed è stato, dal 1991 al 1997 a capo del Servizio di Intelligence nazionale.
L'ambasciatore USA a Sofia, James Pardew, ha subito espresso i propri dubbi sulla nomina di Asparouhov. In una dichiarazione rilasciata ai maggiori quotidiani del Paese Pardew ha affermato che tale scelta potrebbe rovinare la reputazione della Bulgaria presso i partner NATO. Critico anche Bruce Jackson, presidente del comitato USA sull'allargamento della NATO.
La nomina di Asparouhov ha anche causato manifestazioni di piazza. Il 26 settembre 500 persone sono scese in piazza a Sofia con cartelli dove era scritto: "La scelta bulgara: Bruxelles e non Mosca". Attacchi sono arrivati anche da alcuni partiti dell'opposizione, in particolare da quelli che si collocano a destra dell'attuale governo. Il vice segretario dell'UDF, Dimiter Abadzhiev, ha affermato che il governo con questa scelta diviene il "cavallo di Troia della Russia nella NATO" ed Ivan Kostov, deputato dello stesso partito, ha pubblicato un articolo molto critico sul quotidiano Sega nel quale accusa il Primo ministro di connessioni con gli ex-servizi segreti bulgari.
L'UDF, in un proprio comunicato stampa, si chiede come mai il Primo ministro abbia bisogno di una persona "per i lavori sporchi", contro gli interessi della Bulgaria, e perché cerchi appoggi tra i gruppi più screditati e pericolosi della Bulgaria che hanno generato la mafia ed il crimine organizzato.
Il "generale rosso" è stato in passato indagato per aver fatto sparire un dossier d'indagine sull' 'agente Rumyantsev' - soprannome del molto controverso uomo d'affari Atanass Tilev - ritenuto vicino a Simeone durante l'esilio. Il settimanale Capital, in una articolo titolato "Un poliziotto presso la corte" ricorda che i capi d'accusa contro Asparouvhov erano stati sospesi quando quest'ultimo fu eletto parlamentare. "Otto anni di prigione pendono su Brigo", "Il generale Brigo è ancora imputato", titolano rispettivamente Standart e Troud ricordando la vicenda giudiziaria qui sopra descritta.
In seguito alle polemiche la nomina di Asparukhov non è più così certa. La decisione finale di Simeone dipende soprattutto dalle sue consultazioni con i partner NATO. Forti opposizioni non arrivano però solo da questi ultimi, preoccupati che persone che hanno giocato ruoli chiave durante i passati regimi comunisti possano aver accesso ad informazioni riservate NATO, ma anche da componenti dello steso governo di Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha. "Solomon vs. Brigo?" titola a questo proposito il quotidiano Troud per sottolineare la contrarietà del Ministro degli esteri Solomon Passy. Il quotidiano Denevnik mette in rilievo invece le somiglianze con un caso che ha coinvolto al Slovacchia dove in seguito ad uno scandalo che ha coinvolto i servizi segreti al Paese è stato negato l'accesso a determinate informazioni in sede NATO e dal Segretario generale Robertson sarebbe arrivata l'indicazione di congelare la ratifica della convenzione di annessione del Paese nella NATO.