L'autostrada che dovrebbe collegare Sofia a Salonicco, passando per una delle più preziose aree protette della Bulgaria, continua a dividere. Le speranze degli ambientalisti stanno svanendo
È ormai una vera e propria corsa contro il tempo quella degli ambientalisti che vorrebbero salvare la gola di Kresna, una delle aree a maggior biodiversità dei Balcani, dalla costruzione del tratto più controverso dell'autostrada "Struma", che connetterà la Bulgaria con la Grecia.
Il comitato "Save Kresna ", che da oltre vent'anni si batte perché il tracciato venga deviato in modo da risparmiare l'area protetta, ha recentemente lanciato una nuova petizione su WeMove , tradotta in sei lingue, che ha già superato le 200 mila firme.
L'obiettivo è uscire dai confini nazionali e chiamare in causa i vertici delle istituzioni europee, gli unici ancora in grado di capovolgere le sorti del canyon. In patria, infatti, dopo una complessa vicenda politica e giudiziaria, ogni ricorso è stato respinto. Il tutto nonostante le numerose ombre, non solo sulla tutela ambientale, che gravano sul progetto.
Lo scorso febbraio le irregolarità hanno raggiunto gli onori della cronaca: la tv bulgara bTV ha documentato che, sebbene una gara d'appalto sia ancora in corso, qualcuno ha già realizzato illegalmente 13 sondaggi esplorativi e 7 km di strade per agevolare il futuro cantiere. Il sospetto è che almeno una società (Pаtprojekt 2000), già assegnataria di altri lotti dell'autostrada, sia così sicura di vincere da potersi portare avanti ancor prima della valutazione delle offerte.
Una falsa partenza che sarebbe cruciale in una gara che si gioca tutta sul tempo: il 2023, data di consegna dell'opera, si avvicina. Se la scadenza non sarà rispettata, nessuno sa esattamente cosa ne sarà dei generosi finanziamenti (617 milioni per il solo lotto di Kresna, lungo appena 29 km) quasi tutti di origine comunitaria.
Appello all'Europa
Dopo un ricorso al Mediatore Europeo caduto nel vuoto e una lunga lettera ai commissari europei Cretu e Vella, "Save Kresna" si rivolge ora a Frans Timmermans, candidato alla presidenza della Commissione alle prossime elezioni europee. L'obiettivo è una revisione della Valutazione di Impatto Ambientale, e un'indagine a tutto campo sulle procedure.
La gola di Kresna, in cui scorre per 17 km il fiume Struma, è la più ricca riserva naturale della Bulgaria, parte della rete di aree protette Natura 2000. Situata in una zona di transizione tra il Mediterraneo e l'Europa continentale, ospita specie protette di serpenti e tartarughe terrestri, anfibi e uccelli. Rappresenta un tratto fondamentale nel percorso migratorio di orsi e lupi ed è inoltre famosa per la grande ricchezza di specie di farfalle. La realizzazione di altri tratti dell'autostrada ha portato a un aumento del traffico nella zona, che ha già danneggiato i delicati equilibri naturali della gola.
Tattica del salame
Gli ambientalisti e la popolazione locale non contestano l'utilità dell'opera, parte del Corridoio Europeo IV, che collegherà lo stato balcanico al resto del continente. Lamentano piuttosto l'ostinazione con cui il governo rifiuta tracciati alternativi, anche di fronte a pareri autorevoli come quello della Convenzione di Berna sulla protezione della vita selvatica. Il progetto, infatti, è stato cambiato più volte in oltre vent'anni di controversie.
Secondo analisi recenti, divulgati dal network Bankwatch, un tracciato alternativo pochi chilometri a est della gola non inciderebbe sul costo complessivo dell'opera (1.3 miliardi), ma arrecherebbe all'ecosistema un danno immensamente minore.
I lavori della Sofia - Salonicco sono terminati per buona parte del percorso. Il lotto di Kresna, invece, non ha ancora ricevuto finanziamenti. È quello che gli ambientalisti chiamano "tattica del salame": i tratti meno problematici vengono via via realizzati senza grossi intoppi. Finché non si arriva all'ultima fetta, cioè il tratto incriminato: anche se il conto ambientale (e forse giudiziario) apparirà salatissimo, sarà ormai troppo tardi per bloccare tutto.
La partita è ormai alle battute finali. Se dalla Commissione europea non si leverà alcuna voce, nei prossimi mesi saranno completate le procedure d'appalto e inizierà l'esproprio dei terreni. Ragionevolmente, i lavori veri e propri inizieranno con il nuovo anno: dopodiché, forse, il destino della Gola di Kresna sarà definitivamente segnato.