In 800 giorni migliorerò la vita dei cittadini bulgari. Era stato questo lo slogan che aveva portato, due anni fa, Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha ad uno schiacciante successo elettorale. Ora gli 800 giorni sono trascorsi ...
Lo aveva promesso due anni fa, alla vigilia delle elezioni politiche che lo avrebbero portato ad una clamorosa vittoria e ad occupare la carica di Primo ministro. In ottocento giorni migliorerò sensibilmente la vita dei cittadini della Bulgaria, aveva dichiarato in quell'occasione Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha. Lo scorso 2 ottobre quegli ottocento giorni sono trascorsi ed il 70% dei consensi che allora aveva Simeone sono, secondo i sondaggi, calati ad un 30%. Il due ottobre scorso tutti i maggiori quotidiani bulgari hanno dato rilievo a questo dato sottolineando come lo "zar" abbia fallito nel mantenere fede alle proprie promesse.
Il quotidiano Troud ha riportato un sondaggio secondo il quale il 40% dei bulgari ritiene che la situazione attuale sia peggio di ottocento giorni fa, il 49% che sia uguale, senza che nulla sia cambiato. "Siamo migliorati solo per quanto riguarda le statistiche macroeconomiche" ha commentato il sociologo Kolio Kolev.
La data del 2 ottobre è stata anche occasione per l'opposizione parlamentare di rialzare la testa. Ekaterina Mihailova, parlamentare dell'UDF, ha richiesto le elezioni anticipate; Sergey Stanishev, leader del Partito Socialista, ha affermato che "il 6 aprile 2001, il giorno in cui Simeone di Sassonia Coburgo-Gotha ha reso pubblica ai bulgari la sua promessa sugli '800 giorni' rimarrà come uno dei più ingloriosi nella storia del Paese".
Lo scrittore Ivan Kulekov, alcuni dei cui caustici racconti sono stati tradotti anche in Italia, si è chiesto cosa abbia guadagnato un uomo che ha subito una trasformazione da sovrano a nullità. "169 milioni di dollari!" la risposta che Kulekov si da, somma corrispondente alla restituzione dei patrimoni sequestrati alla famiglia di Simeone durante l'epoca del regime comunista. Il settimanale 168 Chassa in copertina pubblica i visi di Simeone e Todor Zivkov, leader della Bulgaria comunista. Sotto due targhette: 800 giorni e 45 anni.
I quotidiani sono però concordi nell'attribuire al Primo ministro due successi. Entrambi in politica estera: dal 2004 la Bulgaria entrerà a far parte della NATo e nel 2007, con tutta probabilità, dell'Unione europea. Ma poco altro è cambiato nella vita di tutti i giorni. Ed alla voglia di "miracolo" è subentrata molta disillusione.
Ciononostante secondo le statistiche macroeconomiche tutto sembrerebbe andare bene. Un'inflazione bassa, una crescita annuale sul 4-5%, un tasso di cambio stabile. Ma per quanto riguarda lo standard di vita dei cittadini l'unico sfiato per la tensione sociale sembra oggi solo la maggior disponibilità di crediti. Molti comprano allora a rate: dalle macchine, agli appartamenti, ai tostapane.
Secondo l'Istituto per le ricerche sociali i salari reali sono scesi, dal 1995, del 13%. L'80% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà (150 euro mensili per una famiglia con quattro componenti). La vita è particolarmente dura per i pensionati che devono cavarsela con una pensione media mensile di 90 euro. Allo stesso tempo il prezzo dell'elettricità, dal 1995 è aumentato del 49%, il combustibile per riscaldamento del 33%, le bollette del telefono del 52%.
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