Il ritorno della salma di Gardi Gardev

Venerdì scorso un soldato bulgaro in Iraq è stato ucciso dal "fuoco amico" di militari USA. Il governo ha tenuto nascosta la notizia per giorni, per non mettere in difficoltà la propria alleanza con gli USA, sempre più contestata dalla società civile. E la verità sul tragico incidente è emersa grazie ad Internet.

09/03/2005 -  Tanya Mangalakova

Gardi Gardev, 31 anni, è stato ucciso venerdì scorso mentre percorreva l' "autostrada della morte" presso la città di Hamza, a sud di Baghdad, dalla quale dista circa 150 km. Gardev era di pattuglia insieme ad altri soldati bulgari a bordo di tre automezzi corazzati quando si è avvicinata un'auto irachena civile che non si è fermata all'ordine. I soldati bulgari - ha riferito il ministro della Difesa, Nicolai Svinarov - hanno sparato una salva per intimidire gli uomini a bordo della macchina. Secondo Svinarov, proprio in quel momento ''qualcuno ha cominciato a sparare in direzione della nostra pattuglia da ovest, e proprio da quella parte, a 150 metri di distanza, c'era un'unita' dell'esercito statunitense''. Gardi Gardev è stato colpito a morte.
Ha impiegato ben 63 ore il Ministero della difesa per arrivare a questa versione dei fatti. Prima ha infatti nascosto che il militare bulgaro era caduto sotto "fuoco amico". "Sviranov è venuto a conoscenza delle cause dell'incidente già il 5 mattina" ha ricordato in Parlamento Jordan Bakalov, parlamentare dell'opposizione di destra all'attuale governo. L'intera opposizione ha comunque richiesto al Ministero delle difesa di assumersi la responsabilità politica di far luce sull'incidente.

Una verità emersa da internet

Inizialmente secondo le autorità bulgare Gardev era stato ucciso da terroristi. Ma poi i media bulgari hanno pubblicato SMS ed una lettera anonima proveniente dal contingente bulgaro in Iraq dai quali emergeva la verità. E l'8 marzo la scandalosa omertà del governo e dell'esercito bulgaro per nascondere le responsabilità USA - e tutelare in questo modo i rapporti bilaterali - era sulle prime pagine di tutti i maggiori quotidiani nazionali. "Bugie impudenti sulla morte di Gardev", ha titolato il quotidiano Monitor. "4 giorni dopo Sviranov ammette che sono stati gli americani ad uccidere il bulgaro", titola invece 24 Chassa. "Fuoco amico USA colpisce il Ministro della difesa Sviranov", titola Sega.
Nella lettera anonima inviata dall'Iraq e pubblicata su di un sito che informa sulla vita dei soldati bulgari in Iraq, si fa riferimento anche alla vicenda italiana, ed all'uccisione da parte dei militari USA di Nicola Calipari. "Giorni fa il Presidente USA ha chiesto scusa di persona all'Italia per l'uccisione per fuoco amico di un cittadino italiano. Ma gli USA devono scusarsi anche con la Bulgaria se i loro militari hanno effettivamente ucciso il sargente Gardev e devono anche scusarsi con tutti i cittadini di Dolno Sahrane, villaggio natale del soldato bulgaro".

La bugia ed il coraggio della denuncia

Le alte cariche dello stato sapevano fin da subito la dinamica dell'incidente. Ma il loro primo approccio è stato quello della censura. Secondo il quotidiano Troud il motivo risiede in un atteggiamento subalterno agli USA e nel tentativo di prendere tempo per vedere cosa avrebbero detto gli americani. La lettera inviata da un anonimo sul sito "Bulgarska Armia" è subito stata rimossa e sono partite immediatamente indagini interne all'esercito per individuarne l'autore. "Ma in questo modo l'esercito ha perso la fiducia della gente" hanno scritto i giornalisti di Troud che ha anche proposto che il soldato che ha inviato la lettera venga decorato per il suo coraggio civile. Il quotidiano Sega mette invece in risalto il disagio del governo nel partecipare ad una guerra che la società civile bulgara osteggia sempre più. "Se fossimo stati all'epoca di Todor Zivkov (l'ultimo leader comunista della Bulgaria, ndr), quando non esisteva internet, l'esercito sarebbe riuscito a nascondere facilmente l'accaduto, in modo da tutelare i rapporti con il 'Grande fratello'. La bugia del potere è legata alla sua falsa coscienza in merito alla guerra in Iraq ed al servilismo nei confronti degli USA, che la maggior parte della gente non approva".

4 ma non 5 contingenti

La Bulgaria ha attualmente 450 soldati in Iraq, divisi in 4 contingenti. Il Partito socialista bulgaro ha immediatamente richiesto non venga inviato un ulteriore contingente, come già promesso agli USA dal governo bulgaro. "Non è vero che questa decisione potrebbe deteriorare le nostre relazioni con gli USA", ha dichiarato Sergei Styanishev, leader del Partito socialista bulgaro. Certo è che la presenza bulgara in Iraq condizionerà molto la campagna elettorale delle oramai prossime elezioni parlamentari. In Bulgaria si voterà infatti il prossimo 25 giugno. Tra i partiti favoriti a spodestare l'attuale Premier Simeone di Sassonia Coburgo Ghota proprio il Partito socialista, i cui rappresentanti hanno annunciato, in caso di vittoria, un immediato ritiro dall'Iraq. Sviranov, il Ministro della difesa, intanto continua ad andare per la sua strada: "In questo momento un ritiro delle nostre truppe dall'Iraq non è opportuno".