Il parlamentare Pavel Chernev - SNA

Due auto si toccano in autostrada. Su una di queste il leader del partito ultranazionalista Ataka. Un ragazzo alla guida dell'altra viene brutalmente picchiato. Ne scoppia un caso che finisce in parlamento e rischia di far sgretolare lo stesso Ataka

20/04/2006 -  Francesco Martino Sofia

Film giallo, soap-opera o teatro dell'assurdo. Il destino politico del partito nazionalista Ataka, nato appena un anno fa, e oggi accreditato da molte fonti come seconda forza del paese, e del suo leader Volen Siderov, sembrano essere appesi agli sviluppi di una vicenda dai risvolti ancora non chiariti, in bilico tra il tragico e la commedia.

Venerdì 7 aprile, ore 23. Sull'autostrada "Trakiya" nei pressi di Pazardzhik, due macchine si toccano mentre procedono in direzione Sofia. Una di queste è una macchina della televisione via cavo "SKAT tv" su cui viaggia Volen Siderov, di ritorno da un incontro politico a Stara Zagora. Sull'altra, una "Ford" rossa, il ventiduenne Yavor Dokov accompagna il nonno di ottantaquattro anni, gravemente malato, all'ospedale. Mezz'ora più tardi Siderov contatta il ministro degli Interni Rumen Petkov, sostenendo di essere stato vittima di un attentato, e la mattina seguente sporge denuncia, segnalando il fatto alle autorità di polizia. Molti elementi, però, non tornano.

Il giovane Dokov è stato picchiato, e alla sua Ford è stato spaccato il vetro con un pugno e sono state tagliate le gomme con un coltello. Dokov sostiene che, dopo l'incidente, entrambe le macchine si sono accostate sulla corsia di emergenza. La persona alla guida della macchina di Siderov, un individuo corpulento, sarebbe sceso insultandolo, e dopo averlo picchiato, avrebbe spaccato il vetro e tagliato le gomme.

Il giorno successivo Yavor Dokov riconosce nel suo assalitore il deputato e vice-segretario di Ataka Pavel Chernev, noto col soprannome "il Pugno". Mentre Siderov continua a sostenere la tesi dell'attentato, denunciando il ministro degli Interni come "complice e occultatore dei mandanti", Pavel Chernev in un primo momento si riconosce colpevole, poi ritratta sostendo che, pur viaggiando nella macchina con Siderov ed altre due persone, che però dice di non conoscere, non era alla guida del veicolo e che anzi, essendosi sentito male, dormiva sui sedili posteriori e non si è accorto di quanto accaduto.

Mentre la polizia e il procuratore di Pazardzhik, Ivan Daskalov, continuavano le indagini, il caso si è spostato presto dal piano giudiziario a quello politico. Il 12 aprile il parlamento, riunito in sessione plenaria, dopo aver ascoltato la relazione del ministro degli Interni, ha votato con una maggioranza schiacciante una dichiarazione, voluta dai partiti della maggioranza al governo, il Partito Socialista Bulgaro (BSP) il Movimento Nazionale Simeone II (NDSV) e il Movimento per le Libertà e i Diritti (DPS) in cui veniva condannato "il comportamento brutale e violento" e "l'inconcepibile arroganza" dei deputati di Ataka, che dopo aver picchiato un ragazzo si sarebbero dileguati inventando la storia dell'attentato.

A votare contro la dichiarazione sono stati soltanto 12 deputati di Ataka. "Voi state tentando di trasformare un caso giudiziario in una questione politica", ha dichiarato in aula il parlamentare nazionalista Pavel Shopov "ma Ataka saprà rimettervi al vostro posto". L'opposizione di destra, pur condannando il comportamento di Siderov e Chernev, ha criticato duramente anche l'atteggiamento del ministero degli Interni. "Se il ministero avesse lavorato correttamente, oggi assisteremmo alla richiesta del procuratore generale di privare Siderov e Chernev dell'immunità parlamentare", ha dichiarato Dimitar Abadzhiev, dei Democratici per una Forte Bulgaria (DSB).

Il vero colpo di scena avviene però domenica 16 aprile, quando Chernev esterna di fronte ai media una versione dei fatti, che, oltre a cambiare nuovamente le carte in tavola, provoca un vero e proprio terremoto all'interno di Ataka.

Nella sua ultima versione, supportata dalle registrazioni delle telecamere di una stazione di servizio, Chernev sostiene che quella sera, al ritorno dell'incontro a Stara Zagora, non viaggiava in macchina con Siderov, ma in un'altra vettura in compagnia dell'amico e compagno di partito Pelo Stoev, e che il vero responsabile del pestaggio è Ljubomir Bakardzhiev, autista personale del leader di Ataka.

Arrivati a Sofia, Siderov l'avrebbe chiamato, ed insieme alla sua compagna e caporedattice del quotidiano "Ataka", Kapka Georgieva, lo avrebbero convinto ad assumersi la responsabilità di quanto avvenuto "per proteggere il partito". Ljubomir Bakardzhiev, infatti, ha precedenti penali ed è stato condannato con la condizionale per furto, e nel caso fosse stato scoperto il suo coinvolgimento, sarebbe stato senz'altro arrestato. Una volta in prigione avrebbe potuto parlare dei tanti segreti del partito di cui è a conoscenza, "e nel partito ci sono davvero cose che è meglio non rendere di pubblico dominio", ha concluso Chernev.

Le dichiarazioni di Chernev hanno dato il via ad una serie di accuse reciproche all'interno del partito, che fino ad oggi ha già perso per strada sette dei ventidue deputati eletti nelle sue file. "Fino alla settimana scorsa Chernev non aveva molti soldi, ma ora sembra navigare nell'oro" ha dichiarato ai giornalisti Mitko Dimitrov, deputato vicino a Siderov, accusando così il compagno di partito di essersi venduto. "Siderov non è assolutamente degno di guidare il movimento nazionalista, ed io semplicemente non voglio avere più niente a che fare con lui" ha detto invece davanti alle telecamere della televisione nazionale bulgara Petar Beron, preannunciando la nascita di un nuovo gruppo parlamentare che si chiamerà "Coalizione Ataka", e di cui faranno parte almeno altri due deputati nazionalisti.

Fino ad ora Siderov non ha fatto dichiarazioni sulle varie versioni che si sono accavallate nel corso di questi giorni, continuando a sostenere la tesi dell'attentato. Chernev intanto ha annunciato di non avere alcuna intenzione di lasciare il partito, nonostante la sezione di Sofia di Ataka abbia votato una mozione che ne sollecita l'espulsione.

Molti commentatori prevedono che questo scandalo porterà ad una sostanziale perdita di consensi da parte di Ataka, e che le energie anti-sistema che il partito era riuscito a convogliare fino ad oggi verranno assorbite da GERB, il nuovo movimento fondato ad inizio aprile dal sindaco di Sofia Bojko Borisov. Nel frattempo Ljubomir Bakardzhiev è stato accusato ufficialmente di violenza privata e danneggiamento per i fatti accaduto sull'autostrada "Trakiya", mentre Volen Siderov e Pavel Chernev rischiano di dover rispondere per falsa testimonianza.