"Il codice penale bulgaro dicrimina gli omosessuali", dichiara il Parlamento Europeo. Ma ad una proposta di emendamento del codice penale molti parlamentari insorgono.
"Il parlamento insorge sulle offese degli omosessuali" questo il titolo del tutto particolare apparso sulla maggioranza dei quotidiani bulgari lo scorso fine settimana. Al Parlamento ha creato scandalo l'intervento di una deputata appartenente al partito di Simeone II, Gergana Grancharova. Quest'ultima ha auspicato una modifica del codice penale dove questo prevede pene per chi si rende "colpevole" di atti omosessuali in pubblico.
Grancharova, assieme a colleghi provenienti da tutti i gruppi parlamentari e membri della particolare commissione parlamentare sull' integrazione europea, hanno motivato la richiesta affermando che per entrare in Europa occorre modificare tutte quelle norme discriminatorie nei confronti degli omosessuali. Citando la Grancharova "vi sono delle formulazioni arcaiche nell'attuale codice penale che prevedono che gli atti omosessuali sono da considerarsi perversi e che, tra le altre cose, considerano reato un rapporto omosessuale a pagamento (mentre lo stesso non avviene per un rapporto eterosessuale)".
Secondo la deputata del Movimento Nazionale Simeone II, pene sino ai tre anni di reclusione dovrebbero essere previste per chi ha rapporti sessuali, sia che siano omosessuali che eterosessuali, con persone di età inferiore ai 16 anni.
La proposta di emendamento ha sollevato dure critiche a prescindere dall'appartenenza politica: hanno infatti accomunato appartenenti ai diversi schieramenti.
"E' inaccettabile sia dal punto di vista etico che dal punto di vista medico", ha addirittura affermato Ivan Kozovski, attaccando la Grancharova, che paradossalmente appartiene al suo stesso partito.
Il quotidiano "Troud" ha predetto un dibattito acceso sugli emendamenti che porterebbero ad equiparare i crimi "etero" a quelli "omosessuali". E dietro allo scandalo si può intravedere la Commissione Europea, che secondo il quotidiano "24 Chassa", avrebbe attuato non poche pressioni per eliminare le forti discriminazioni che gli omosessuali si trovano costretti a subire in Bulgaria.
"Dnevnik" ha inoltre citato Mihail Mikov, del partito Socialista bulgaro, secondo il quale nessuno dovrebbe considerare la Bulgaria arretrata dal punto di vista legislativo, a suo avviso infatti anche altri Paesi nella stessa Unione Europea, come ad esempio Irlanda e Danimarca, posseggono norme sui cosiddetti "crimini omosessuali". In ogni caso, dopo un acceso dibattito, l'attuale opposizione ha dichiarato che darà il proprio appoggio ad un'eventuale emendamento del codice penale.