Secondo i contadini bulgari il prezzo del cereale sarebbe troppo basso. Non dello stesso parere il Ministro dell'Agricoltura.
Nei giorni scorsi a Sofia circa 1.000 contadini hanno protestato durante la dimostrazione nazionale nella piazza "Alexander Batenberg", nei pressi dell'ufficio della Presidenza e del Governo. Essi hanno adottato la dichiarazione per la protezione dell'agricoltura bulgara, insistendo per urgenti cambiamenti nella legislazione agraria di regolarizzazione del regime di import-export per la protezione degli interessi dei produttori agricoli bulgari. I contadini insistono per alzare il prezzo del grano ad una cifra di 200-250 leva per tonnellata di grano di eccellente qualità, e 170-175 leva (1.95 leva=1 euro) per tonnellata di grano di buona qualità per pane preparato, senza aggiunta di tasse (IVA).
La Federazione dei Sindacati Indipendenti per l'agricoltura, l'Unione Nazionale delle cooperative agricole della Bulgaria e la Camera per l'Agricoltura bulgara hanno inviato la dichiarazione al Parlamento e al Governo. I contadini lamentano la proposta degli acquirenti di pagare solo 120 leva per tonnellata, mentre il costo medio del grano all'origine è più di 145-150 leva per tonnellata. Secondo i contadini, i prezzi d'acquisto del latte, della verdura e della frutta sono umilianti.
"La protesta dei contadini non è seria e le loro richieste non sono reali", commenta alla Radio Nazionale bulgara Mehmed Dikme, Ministro dell'Agricoltura, che ha qualificato scandalosa la pretesa dei contadini di ottenere un prezzo di 200 leva per tonnellata. Secondo le sue parole il prezzo realistico del grano sarebbe di 160 leva, profitti inclusi.