A sorpresa iniziano ad emergere alcuni dubbi anche all'interno dello stesso esercito bulgaro. Per ora resta ancora da concludere l'accordo tra la ditta americana addetta allo smantellamento ed il Ministero della difesa.
Il Generale Nikola Kolev delle forze armate bulgare ha preso di sorpresa i giornalisti riunitisi per una sua conferenza stampa lo scorso 13 luglio. "Sono preoccupato per quanto riguarda i tempi e le modalità d'attuazione del progetto di distruzione dei missili SS-23 poiché molte cose rimangono poco chiare". E' un cambiamento di rotta non indifferente. Sino ad ora erano state infatti le autorità locali di Stara Zagora (nella cui municipalità è situato il poligono dove le autorità bulgare hanno intenzione di smantellare gli SS-23) ed il mondo associativo a protestare in merito alla distruzione di uno stock di missili in dotazione dell'esercito bulgaro ma oramai desueti. Smantellamento accordato dal Governo bulgaro con il Dipartimento di Stato americano. Ora anche nell'esercito bulgaro iniziano ad emergere preoccupazioni.
Il progetto di smantellamento, finanziato dagli Stati uniti, è stato assegnato all'impresa statunitense CDI ma quest'ultima deve ancora sottoscrivere gli ultimi accordi con il Ministero della difesa e con altri organismi che in Bulgaria saranno coinvolti nel processo.
La stampa ha dato molto risalto alle affermazioni dell'Ambasciatore USA a Sofia, James Pardew, secondo il quale la distruzione dei missili è un fattore cruciale nel percorso del Paese per l'entrata nella NATO. Il quotidiano "Sega" ha interpretato le parole di Pardew come un vero e proprio ultimatum.
Il Ministro della difesa Nikolay Svianatov ha però in questi giorni chiarito come il termine ultimo per la distruzione degli SS-23 potrebbe essere posticipato. Il Parlamento aveva stabilito che lo smantellamento sarebbe dovuto avvenire entro il 30 ottobre, avendo presente che nel successivo novembre si sarebbe tenuto il Summit NATO a Praga dove con tutta probabilità si presenteranno le candidature per le nuove adesioni. Ma ora la data sembra non essere più tanto certa.
Intanto emergono timori non solo per la possibile contaminazione ambientale causata dalla distruzione dei missili. L'astrofisico Boris Komitov, dell'Accademia bulgara delle Scienze, in un articolo pubblicato su "Monitor" afferma che la detonazione di tutti quei missili potrebbe essere pericolosa in un'area altamente sismica quale la regione di Zmeevo, dove si pensa appunto di smantellare gli SS-23. E ricorda un terremoto che nel 1928 devastò l'intera regione.