L'azienda che si sta occupando del riammodernamento dell'impianto nucleare di Kozloduy potrebbe finire nelle mani di un uomo d'affari bulgaro sospettato di forti legami con il mondo criminale. Ed in molti s'allarmano.
La privatizzazione dell'impresa "Atomenergoremont", che attualmente si sta occupando del riammodernamento e messa a norma dell'impianto nucleare di Kozloduy, ha creato in Bulgaria un grande scandalo, con eco anche a livello internazionale.
Il settimanale "Capital" ha riportato, in un articolo titolato "Radiazioni criminali", che l'Agenzia per le privatizzazioni bulgare avrebbe selezionato l'offerta della "Bulgarian Energy Company", azienda che legata al discusso uomo d'affari Konstantin Dimitrov, conosciuto negli ambienti criminali di Sofia con il nome di Samokovetsa. Più volte quest'ultimo è stato sospettato di avere forti legami con la criminalità bulgara ed è stato anche citato in una recente relazione del Ministero degli interni come coinvolto nei principali traffici illeciti nel Paese.
"Capital" riprende poi un articolo pubblicato dal magazine austriaco "Format", agli inizi di giugno. Quest'ultimo critica fortemente le modalità con le quali si sta procedendo alla privatizzazione dell'azienda in questione ed in particolare sottolinea come tutti i candidati all'acquisizione non hanno alcuna esperienza pregressa in campo nucleare. E questa, secondo il settimanale austriaco, rappresenta una minaccia seria alla sicurezza nucleare del Paese e dell'area intera.
"Capital" sostiene che l'unica via d'uscita da questo scandalo è che l'Agenzia per le privatizzazioni indica una nuova gara d'appalto con diversi criteri di partecipazione. Tra questi una pregressa esperienza in campo nucleare. Altrimenti, specifica il settimanale, la Bulgaria perderebbe la sua credibilità ed apparirebbe come un Paese dalle "possibilità illimitate" dove si può passare dall'import-export di patate, alla gestione di casinò, alla ristrutturazione di impianti nucleari (attività di Dimitrov).
La "Atomenergoremont" ha sottoscritto un contratto con la direzione dello stabilimento nucleare di "Kozloduy". Le sono state affidate il 50% delle riparazioni programmate per l'impianto nucleare. La sicurezza dell'impianto nucleare in questione è stata oggetto di un lungo braccio di ferro tra gli esperti della Commissione europea ed il Governo bulgaro. Proprio per questo motivo lo scandalo ha avuto anche ripercussioni internazionali.
Anche gli altri candidati all'acquisto della "Atomenergoremont" sono perlomeno ambigui. Al secondo posto tra i concorrenti vi sarebbe la holding "Nove", il cui proprietario è Vassil Bozhkov, alias Skull, altro personaggio i cui affari non sono certo del tutto limpidi. Attorno a questa privatizzazione si sono quindi mossi molti capitali frutti di attività illecite. Lo si afferma sulle pagine del quotidiano Dnevnik dove una fonte anonima ma credibile ha dichiarato che questo sarebbe il più grande affare criminale dal 10 novembre 1989 (data della caduta del regime comunista).
Sempre secondo lo stesso quotidiano la diplomazia americana avrebbe inviato al Procuratore generale di Sofia una lettera nella quale si esprimono alcune preoccupazioni in merito alla privatizzazione in atto, in particolare in merito alla possibilità che alcuni esponenti della mafia bulgara possano inserirsi in questioni riguardanti l'energia atomica ed in particolare la questione delle scorie radioattive.
"Questa non è una semplice aziendina di riparazioni" ha affermato il Ministro dell'energia Milko Kovachev, riferendosi alla 'Atomenergoremont' "si tratta della sicurezza dell'impianto nucleare di Kozloduy!". Proprio per questo motivo, ha sottolineato il Ministro, i candidati all'acquisizione dovranno essere controllati a fondo. L'Agenzia per le privatizzazioni ha poi reso noto che il contratto potrà essere firmato solo se l'acquirente avrà ricevuto licenza per accedere alle informazioni riservate. Molte delle informazioni gestite all'interno dell'impianto sono infatti così classificate. E nella stampa bulgara si sottolinea come questa potrebbe essere la "scusa" per bloccare questa controversa privatizzazione: nessuno dei quattro attuali concorrenti riceverà probabilmente questa licenza speciale.