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Martedì prossimo a Sofia, Bulgaria, si terrà il tradizionale vertice tra capi di stato e governo dei Balcani Occidentali e Unione europea. Obiettivo, adottare un piano per la creazione di uno spazio economico regionale

06/11/2020 -  Gentiola Madhi

(Questo articolo è stato pubblicato in anteprima su Europea )

Il prossimo 10 novembre si organizzerà a Sofia, Bulgaria, l’incontro annuale dei capi di stato e di governo dei Balcani Occidentali e dei principali paesi membri dell’Unione europea, oltre che dei rappresentanti delle istituzioni europee, per discutere sulla cooperazione economica regionale e l’avanzamento del piano di riforme nazionali necessari per il processo di integrazione europea. Tale incontro si svolge nel quadro del cosiddetto Processo di Berlino, fortemente voluto e iniziato dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel nell’estate del 2014.

Facendo seguito all’impegno formale preso dai paesi balcanici al Vertice di Trieste del luglio 2017, l’UE mira ad adottare a Sofia un piano per la creazione di uno spazio economico regionale nei Balcani Occidentali, per portare benefici tangibili ai cittadini e alle imprese locali, oltre che per contribuire ad avvicinare ulteriormente la regione al mercato unico europeo.

Da un vertice all’altro

Sotto gli auspici della presidenza semestrale del Consiglio da parte della Croazia, il 6 maggio scorso ha avuto luogo il tradizionale vertice tra l’Unione e i paesi dei Balcani Occidentali. Tenutosi in modalità a distanza, di fronte alle restrizioni adottate per contrastare la pandemia del coronavirus, tale vertice mirava in particolare a riaffermare la prospettiva europea dei Balcani Occidentali, oltre che il supporto economico dell’Unione per la trasformazione politica, economica e sociale dei paesi della regione.

L'incontro è servito inoltre ad assicurare i leader balcanici della presenza e del sostegno dell’Unione di fronte alle conseguenze della pandemia. Il vertice si è concluso con la Dichiarazione di Zagabria, la quale ha confermato l’impegno europeo per l’elaborazione di un robusto piano di sviluppo economico per contribuire a rafforzare le economie locali e accrescere la loro competitività e per ottenere una miglior connettività a livello intra-regionale ed europeo.

Il piano economico europeo

Il piano economico e di investimenti è stato poi elaborato e lanciato dalla Commissione agli inizi del mese di ottobre, insieme ai report di monitoraggio annuale del progresso fatto da ciascun paese per l’attuazione delle riforme necessarie per l’integrazione nell’Unione europea.

“I Balcani Occidentali sono una parte integrale dell’Europa e una priorità geostrategica per l’Unione Europea”, si sottolinea nel piano redatto dalla Commissione. Dal canto suo il Commissario europeo per la politica di vicinato e l'allargamento, Olivér Várhelyi, ha spiegato che: “Il piano delinea un percorso per un’adeguata integrazione economica regionale per contribuire ad accelerare la convergenza con l’UE e colmare il divario di sviluppo tra le nostre regioni, accelerando in questo modo anche il processo di integrazione nell’UE”.

Il pacchetto di investimenti mira a stimolare la ripresa economica di lungo termine nella regione, la quale ha risentito fortemente le conseguenze della pandemia globale. La Commissione mobiliterà 9 miliardi di euro in sovvenzioni in sostegno alla ripresa economica e la convergenza nei prossimi sette anni, i quali arriveranno nelle casse dello strumento di pre-adesione IPA III. Condizione imprescindibile per le sovvenzioni rimane il rafforzamento di una buona governance a livello nazionale e l’avanzamento dell’agenda delle riforme nei singoli paesi.

Inoltre la Commissione mira a rafforzare il volume degli investimenti pubblici e privati nella regione attraverso la mobilitazione di un nuovo strumento finanziario, chiamato Western Balkan Guarantee Facility, il quale ambisce a mobilitare fino a 20 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Il nuovo strumento intende fornire garanzie agli investitori di fronte a potenziali rischi identificati a livello locale.

Il nesso tra il piano economico e Processo di Berlino

Il piano economico si impegna a destinare le risorse in investimenti da intraprendere attorno a 10 iniziative ‘faro’ (flagship), che vanno dal trasporto e l’energia sostenibile, alla transizione ecologica, l’agenda digitale, oltre che al rafforzamento del capitale umano e del settore privato. Le iniziative puntano in primis sul concetto della connettività tra i paesi in vari settori, un concetto emerso proprio durante i primi incontri del Processo di Berlino e che si è presto convertito nel cuore pulsante dell'intera iniziativa.

L’inserimento del tema connettività nel pacchetto di investimenti europei per i prossimi sette anni (2021-2027) permette di arrivare ad un allineamento e una massima complementarietà tra l’agenda europea degli investimenti nei Balcani e i vari interventi intrapresi a livello bilaterale tra i paesi membri dell’UE e i paesi della regione sotto il cappello del Processo di Berlino. Tale approccio inoltre aiuta i paesi balcanici nel definire delle priorità agli investimenti a livello nazionale, dando  così anche una dimensione di sviluppo ed estensione a livello regionale.

Verso un'Agenda Verde e un'Agenda Innovativa per i giovani

Il linea con il Green Deal europeo e l’impegno ambizioso dell’Unione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, la Commissione ha pubblicato ad ottobre anche una bozza per un'Agenda Verde per i Balcani Occidentali, che dovrebbe essere adottata dai leader della regione durante il prossimo vertice di Sofia. Per arginare i fenomeni legati al cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente nella sua interezza, sono stati previsti una serie di interventi incentrati su cinque aree principali, quali la transizione dal carbone, la lotta all’inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo, lo sviluppo dell’economia circolare, l’agricoltura e produzione alimentare, e la protezione della biodiversità. Lo sviluppo economico e le nuove opportunità di investimento saranno associate ad un maggior rispetto dei principi della sostenibilità ambientale, oltre che dei principi essenziali in materia di transizione digitale. Oltre l’impegno formale, i paesi della regione dovranno mettere in atto tutte le misure necessarie che permettano lo sviluppo sostenibile a livello nazionale.

Di fronte alle sfide emerse durante la pandemia del coronavirus, agli incessanti processi migratori e ai problemi strutturali esistenti nel campo dell’istruzione e occupazione giovanile, la Commissione si è impegnata inoltre a presentare a breve ai leader balcanici anche una nuova ‘Agenda Innovativa’ che mira ad investire nel miglioramento del capitale umano, oltre che incoraggiare la circolazione dei cervelli (brain circulation) e la transizione verso un'economia sostenibile basata sulla conoscenza.