Crescono i dubbi nel Paese sull'appoggio all'intervento armato contro l'Iraq di Saddam Hussein. Ed intanto il Ministro degli esteri Passy pone tre condizioni ...
Cresce il dissenso nell'opinione pubblica bulgara rispetto ad un possibile coinvolgimento del Paese nelle operazioni militari contro l'Iraq. L'agenzia di sondaggio Mediana, su commissione del quotidiano 'Troud', ha reso noto un'inchiesta secondo la quale il 59% dei bulgari sarebbe contro la partecipazione della Bulgaria nella guerra all'Iraq. Un 6% di intervistati vedrebbe invece con favore l'invio di truppe bulgare nel golfo. Il 18% non sarebbe invece contrario ad un supporto esclusivamente tecnico alle operazioni militari. Il 42% delle persone ritiene (e questo è in parte in contraddizione con i dati precedenti), che se la NATO chiama all'azione, la Bulgaria deve rispondere. Il 40% ritiene inoltre che la guerra rischia di portare alla Bulgaria più perdite economiche che non benefici.
'24 Chassa' cita le dichiarazioni del Ministro degli esteri Solomon Passy, il quale ha chiarito come la Bulgaria abbia condizionato il proprio appoggio al pagamento del debito di 1,7 miliardi di dollari contratti dall'Iraq con la Bulgaria, alla fornitura di garanzie sulla partecipazione bulgara nelle operazioni di ricostruzione ed alla non partecipazioni con proprie unità militari direttamente sul campo di battaglia.
Solomon Passy ha inoltre affermato che l'ultima cosa desiderata dalla Bulgaria è una guerra e che in ogni caso ogni eventuale intervento militare deve essere fatto solo dopo una risoluzione ONU che lo preveda.
"La febbre verde contagia i militari bulgari" titola invece il quotidiano Dnevnik. Secondo alcune indiscrezioni, se i soldati bulgari venissero impiegati in operazioni di supporto in Giordania e Kuwait, riceverebbero stipendi mensili che si aggirerebbero sui 3000 USD. La notizia ha causato un boom di richieste di partecipazione dei soldati bulgari alla missione.
Non sarebbe la prima volta che l'esercito bulgaro partecipa a missioni militari all'estero. Le truppe d'élite stanziate nelle basi di Karlovo, Belene e Musachevo hanno già effettuato missioni in BiH, Kossovo ed Afghanistan, ma non solo. Dal 1992 le truppe bulgare hanno partecipato a 12 missioni di peacekeeping in 8 Paesi differenti. In Iraq comunque non si tratterebbe solo di peacekeeping. Ma del resto anche in Afghanistan, come è dimostrato dalle recenti polemiche sorte in Italia rispetto all'impiego degli alpini, le regole d'ingaggio sono perlomeno ambigue.
Intanto, il 3 febbraio scorso, l'associazione 'Bulgaria per la pace' ha organizzato un'incontro a Stara Zagora, Bulgaria centrale, per manifestare contro la guerra.