Il Corridoio 8 è una direttiva di comunicazione che collega il Mar Nero alle coste adriatiche italiane. Se ne parla oramai da anni. A che punto si è in Bulgaria? Un articolo della nostra corrispondente da Sofia.
L'idea dei "corridoi transeuropei" è nata (anche se sarebbe meglio dire è stata recuperata) con la caduta del muro di Berlino per facilitare gli scambi "multimodali" (di merci, di persone, di petrolio e di altri approvvigionamenti energetici, di sistemi di telecomunicazione) tra la UE e gli stati balcanici, quelli che si affacciano sul Mar Nero e sul Caspio, e quelli dell'Asia Centrale. Era evidente a tutti fin da subito che privilegiare una direttiva invece di un'altra, decidere quali debbano essere i terminali di questi corridoi significava ridisegnare la mappa della nuova Europa, soprattutto nella delicata area balcanica ed infatti sono stati molti ad interpretare le recenti crisi balcaniche, in particolare quella in Kossovo, alla luce degli interessi geostrategici legati a queste direttive pan-europee.
Durante la "Seconda Conferenza Pan-Europea" che si tenne a Creta nel 1994, vennero identificati dieci corridoi . Alcuni di questi, come il Corridoio 10 (Belgrado-Budapest-Skopje-Salonicco) o il Corridoio 2 (che raggiunge Mosca e si snoda poi per la Russia fino a Novgorod, porto fluviale sul Volga) vennero subito congelati perché sgraditi agli Stati Uniti (il primo per via della Serbia di Milosevic, il secondo perché troppo gradito ai russi). Sia Clinton che l'Italia, per motivi diversi, avevano privilegiato il Corridoio n. 8 che si snodava dai porti bulgari del Mar Nero di Varna e Burgas per proseguire da Sofia verso Skopje (Macedonia settentrionale), ed entrare poi in Albania, prima a Tirana e infine sulla costa adriatica. E da lì il salto verso i porti marchigiani e pugliesi.
Nelle aree interessate, i progetti prevedono la costruzione, l'ampliamento o il miglioramento di autostrade, di ferrovie ad alta velocità, di porti, di terminal per container, di oleodotti e gasdotti, di cavi ottici per le telecomunicazioni (fonte: Il Nuovo, 25.09.02).
Con questo approfondimento Tanya Mangalakova, la nostra corrispondente da Sofia, ci riferisce come si stanno sviluppando questi progetti in Bulgaria.
Il 52% delle connessioni stradali del Corridoio 8 passano sul territorio della Bulgaria. A che punto sono i lavori per la creazione di questa direttiva di comunicazione?
Ferrovia Sofia-Skopje in ritardo: i macedoni non investono
L'idea di collegare la Bulgaria e la Macedonia con una ferrovia risale al XIX secolo. Il tratto iniziale della ferrovia Sofia-Skopje è stato costruito nel 1893 e notevolmente ampliato e migliorato tra il 1941 ed il 1944. A partire dal 1991 sono stati numerosi gli incontri tra Ministri dei trasporti, esperti bulgari e macedoni ma anche tra Presidenti e Primi Ministri. All'ordine del giorno: ferrovia Skopje-Sofia. Ma la connessione è ancora incompleta. In un memorandum di intesa sottoscritto lo scorso 9 settembre tra Bulgaria,Macedonia ed Albania la costruzione di questo tratto ferroviario è definita quale una delle priorità.
Dimitar Zoev, direttore di un settore del Ministero dei trasporti che si occupa nello specifico delle politiche in merito a trasporti, infrastrutture e comunicazioni, ha cercato di chiarire come mai sino ad ora non si sia arrivati alla costruzione di questo tratto ferroviario e a quanto ammonterebbe lo sforzo finanziario da parte di Bulgaria e Macedonia: "Si sta in questi giorni parlando, per quanto riguarda la competenza bulgara, di un tratto limitato che non supera i 2,5 km e della conclusione degli scavi per una galleria. Per fare questi lavori sono necessari dai 10 ai 12 milioni di dollari. Abbiamo già i finanziamenti necessari concessi dal programma Phare. Il problema quindi non è nostro ma dei macedoni".
I lavori che questi ultimi debbono fare sono infatti molto più rilevanti e sono necessari inizialmente circa 120-150 milioni di dollari. Ma non sarebbero sufficienti a completare l'opera. Secondo alcuni studi per rendere la tratta del tutto operativa occorrerebbero altri 340 milioni di dollari. Senza dubbio parecchi nonostante Bulgaria e Macedonia possano contare almeno in parte sui prestiti della BEI.
Altre connessioni ferroviarie
Il sistema ferroviario della Bulgaria è ben sviluppato. La linea migliore, sempre tenendo conto del corridoio 8, è il tratto tra la capitale Sofia e la città di Plovdiv. Su quest'ultima i treni possono correre sino ai 130 km orari e si spera in un futuro prossimo, con l'aumento del traffico su rotaia, di aumentare quest'ultima sino ai 160 km orari.
Lazar Krastev, a capo del dipartimento del Ministero dei trasporti che si occupa di investimenti presenta un quadro dei prossimi interventi: "Abbiamo in progetto di finire la costruzione della linea tra Karnobat e Sindel, progetto nato già 20 anni fa quando la Bulgaria scambiava molte merci con l'Unione Sovietica. Serviranno 70 milioni di Euro. 40 verranno dati in prestito dall'Unione europea, gli altri 30 li ricaveremo dal budget statale. Poi pensiamo di migliorare il tratto tra Plovdiv e Zimnitsa, raddoppiando l'elettrificazione. In questo caso il progetto costerà 443 milioni di Euro. Anche in questo caso parte verranno reperiti sul mercato di capitali, parte verranno garantiti dal budget statale. Da notare come quest'ultimo progetto sia di importanza strategica per favorire il turismo sul Mar Nero, soprattutto attirando turisti dalla Macedonia, visto che garantisce collegamenti migliori con le città di Bourgas e Varna".
Per quanto riguarda il traffico merci la Bulgaria intende introdurre sulle proprie tratte ferroviarie treni intermodali che possono caricare container direttamente dai TIR. Nei pressi dell'aeroporto di Sofia si sta già progettando di costruire un terminal per il trasferimento dei container da ruota a rotaia. Proprio a Sofia tra l'altro si incrociano il Corridoio 8 ed il Corridoio 10.
I porti di Bourgas e Varna
Il Corridoio 8 passa anche attraverso due porti sul Mar Nero, quelli di Bourgas e di Varna. Anche in questo caso si sta procedendo ad un loro ammodernamento. Il Ministero dei trasporti e delle telecomunicazioni ha da poco concordato un prestito di 120 milioni di dollari con la Banca Giapponese per la Cooperazione Internazionale per la ristrutturazione del porto di Bourgas: previste nel progetto la modernizzazione delle infrastrutture, la costruzione di una nuova barriera frangiflutti ed un nuovo terminal per il carico e lo scarico dei container. Previsto, anche se non certo a breve termine, la costruzione di un porto apposito per lo scarico del greggio.
Per quanto riguarda invece il porto di Varna si sta procedendo ad un suo allargamento ed al suo adattamento anche per accogliere passeggeri. In progettazione inoltre un terminal per la ricezione di gas liquido ed uno per il carico e lo scarico di granaglie.
Sono 5 i corridoi pan-europei che passano attraverso la Bulgaria
Oltre al Corridoio 8 sono ben quattro le altre direttive pan-europee che passano attraverso al Bulgaria. Il cosiddetto Corridoio 4, il Corridoio 7 lungo il Danubio, il Corridoio 9 ed il Corridoio 10. Anche lungo queste direttive si stanno attuando dei lavori di ammodernamento che facilitino il transito ed i trasporti. I risultati più rilevanti sono stati raggiunti lungo il Corridoio 4 con tre grandi progetti che stanno per partire: uno riguarda alcuni ponti sul Danubio, un secondo l'ammodernamento dell'aeroporto di Sofia ed infine un terzo la connessione ferroviaria tra Plovdiv e Svilengrad.
La Bulgaria in competizione per il petrolio del Mar Caspio
Lo scorso 18 settembre il consorzio internazionale guidato dalla compagnia britannico-statunitense British Petroleum ha iniziato i lavori per la costruzione dell'oleodotto Baku-Tiblisi-Ceyhan. Il giorno successivo il quotidiano bulgaro Dnevnik ha titolato "Lanciato il progetto che farà circumnavigare la Russia al petrolio del Mar Caspio". I maggiori portatori di interesse per quanto riguarda questo oleodotto sono la Compagnia petrolifera dell'Azerbaijan (25% delle azioni), la già citata British Petroleum (38,2%), la compagnia norvegese Statoil (9,58%), l'americana Unocol (8,9%), la turca TRAO (7,5%), la ENI (5%), la giapponese Itochu (3,4%) e la Amerada Hes (2,5% delle azioni).
La Bulgaria entrerà con tutta probabilità in forte competizione con la Romania, l'Ucraina e la Grecia per essere "percorsa" da questi oleodotti e per essere tramite tra il Caspio e l'Europa occidentale.
Sono due le possibili opzioni per questi oleodotti discusse attualmente in Bulgaria. Uno che collegherebbe Bourgas alla città greca di Alessandropoli. La seconda opzione collegherebbe la stessa Bourgas alla città albanese di Vljora, in Albania (quest'ultima sembra essere l'opzione apertamente appoggiata dagli Stati uniti). Gli esperti sostengono che entrambi i progetti hanno un impatto ambientale di grande rilevanza e che c'è poi il rischio non vi sia sufficiente greggio da trasportare. Spetta comunque ora la Governo bulgaro valutare in merito.
Il consorzio internazionale promotore dell'oleodotto Baku-Tiblisi-Cevhan ha più volte durante quest'ultimo anno invitato il Governo bulgaro a sostenere la costruzione di un tratto di oleodotto che colleghi Burgas alla costa albanese. Sino ad ora però senza ottenere alcuna risposta ufficiale. Il 19 settembre scorso la questione è stata discussa anche nell'incontro bilaterale tra il Presidente della Bulgaria Parvanov ed il Presidente russo Putin.
Già alcuni anni fa i membri del consorzio internazionale avevano sottoscritto un memorandum di intesa con Bulgaria, Macedonia ed Albania che sosteneva l'opzione Bourgas-Vljora.
Micheal Chossudovski, Professore presso l'Università di Ottawa dichiara "E' chiaramente in atto uno scontro tra alcune multinazionali ed alcune compagnie europee. Sono in ballo differenti interessi geo-strategici: gli Stati uniti desiderano avere un controllo politico e militare su questo tratto di oleodotto in modo da indebolire i concorrenti francesi, italiani e belgi".