Aggiornamento sulle presidenziali in Bulgaria, un profilo del neopresidente Parvanov e i poteri del presidente secondo la costituzione bulgara
Le elezioni presidenziali in Bulgaria tenutesi in due tornate (domenica 12 novembre e domenica 18 novembre), hanno consegnato la vittoria a Georgi Parvanov con il 54,13% dei voti contro il 45,87% del presidente uscente Stoyanov. I due contendenti sono stati costretti al confronto al secondo turno, dal momento che durante il primo turno elettorale nessuno dei due aveva conquistato la maggioranza assoluta e il numero dei votanti non aveva raggiunto il 50% più uno, entrambe condizioni necessarie all'insediamento alla carica di presidente. Inoltre la percentuale dei partecipanti alle elezioni durante il primo turno elettorale era stata del 41,5%, mentre al ballottaggio e con grande sorpresa il numero degli lettori è salito al 55,09%. Alcuni commenti sembrano indicare l'elezione di Parvanov come l'espressione di un voto di protesta e come insoddisfazione della politica della destra bulgara. Da notare è infatti che l'altro candidato Petar Stoyanov è stato appoggiato alle presidenziali dal partito di Simeone Sakskoburggotski, ossia dall'attuale premier di governo ed ex zar della Bulgaria. Un'altra nota di interesse riguarda invece il voto espresso dai bulgari all'estero, la maggior parte dei quali ha votato per il presidente uscente Petar Stoyanov.
Il nuovo presidente: breve profilo
Georgi Parvanov, ex comunista, è il leader politico del Partito socialista bulgaro (BSP) che fa parte della "Coalizione per la Bulgaria". Parvanov è il primo presidente del consiglio supremo del BSP a candidarsi come capo dello Stato. Nato il 28 giugno del 1947 in una città non lontana dalla capitale Sofia, ha terminato il suo curriculum di studi con una laurea in storia conseguita presso l'università di Sofia. Al termine degli studi inizia la sua carriera politica nel Partito comunista bulgaro fino all'anno 1990, quando durante il 40° congresso il partito viene rinominato Partito socialista bulgaro e Parvanov viene eletto membro del Consiglio supremo. Negli anni a seguire il neo presidente bulgaro intreccia l'attività politica con la ricerca storica, da un lato assume la carica di direttore dell'Istituto per le ricerche storiche del Consiglio supremo e dall'altro diventa il leader del Partito socialista. La carriera politica di Parvanov è costellata da numerosi apprezzamenti soprattutto dall'estero e dai socialdemocratici europei.
I poteri del presidente in Bulgaria
La Costituzione bulgara stabilisce al suo articolo 89 i poteri e i doveri del presidente della Repubblica. Il presidente fissa la data delle elezioni e dei referendum; indirizza la nazione e l'Assemblea Nazionale; promulga le leggi, in caso di veto la legge può essere riproposta solo in presenza di una maggioranza del 50% dei membri del Parlamento, in questo caso non può opporsi; dopo le consultazioni con i gruppi parlamentari, individuata una maggioranza, nomina il Primo Ministro incaricato di formare il governo; nel caso quest'ultimo non ottenga la fiducia provvede alla nomina di un nuovo Primo Ministro, se nemmeno questo ottiene la fiducia scioglie l'Assemblea Nazionale e fissa la data di nuove elezioni; conclude trattati internazionali in circostanze stabilite da legge; accorda l'asilo politico; è il capo-supremo delle forze armate, nomina il loro comandante e proclama lo stato di guerra nel caso in cui l'Assemblea Nazionale non sia in sessione o non possa riunirsi; presiede il Comitato Consultivo per la Sicurezza Nazionale; non è perseguibile per le azioni commesse nello svolgimento delle sue mansioni, ad eccezione di violazione della Costituzione e di alto tradimento; per essere messo in stato d'accusa è necessaria una mozione, promossa da almeno la metà dei membri della Assemblea Nazionale, approvata con una maggioranza di 2/3; è poi la Corte Costituzionale a giudicare il Presidente.