Visita del Presidente bulgaro Paravanov accolto a Mosca con una certa freddezza. Sofia aveva appena donato armamenti alla Georgia in attrito con la Russia. Ma sembra che la gaffe non abbia pregiudicato l'incontro bilaterale.
Dal 19 al 21 settembre scorsi il Presidente della Bulgaria Parvanov ha visitato la Russia. E la visita si è rivelata più complessa del previsto. Proprio alla vigilia della partenza per Mosca del Presidente bulgaro è stato infatti reso noto che la Bulgaria aveva deciso di donare, su richiesta degli Stati Uniti, armi e munizioni per un valore di 91.000 euro alla Georgia, attualmente destabilizzata da ribellioni separatiste. Nel comunicato del Governo bulgaro emesso a proposito si afferma che "questo dono rientra nel quadro di un programma lanciato dal comando delle forze armate americane volto a raggiungere una stabilità interna in Georgia e nella regione del Caucaso''.
Questo però non poteva di certo essere gradito ai russi che rimproverano alla Georgia di non impedire ai separatisti ceceni di operare sul proprio territorio.
I quotidiani bulgari mettono in risalto in modo inesorabile la gaffe bulgara: Parvanov si reca in Russia proprio per iniziare a ricucire lacerazioni tra i due Paesi avvenute in questi ultimi anni ed alla vigilia della partenza ecco un'ulteriore sgambetto al potente vicino. Seccato di quanto avvenuto lo stesso Parvanov "Non è certo un modo corretto di comportarsi nelle relazioni tra Istituzioni" ha dichiarato al quotidiano Sega.
Corre ai ripari anche il Minstro degli esteri bulgaro Solomon Passy che ha dichiarato che naturalmente la donazione alla Georgia non ha nulla a che fare con la visita a Mosca del proprio Presidente ma è stata solo la risposta ad una richiesta georgiana risalente all'aprile scorso.
"La donazione alla Georgia allontana Mosca" titola il quotidiano 24 Chassa che riporta poi un'intervista a Irina Bokova, parlamentare socialista, che mette in rilievo come vi sia stata una incredibile mancanza di coordinamento tra le istituzioni dello Stato. "La decisione del Governo non mi sorprende affatto visto il caos e la disorganizzazione nella quale lavorano. Speriamo non vi siano conseguenze troppo gravi" è stato il commento di un altro parlamentare, Dimitar Abadjiev, dell'UDF, attualmente all'opposizione.
E la reazione a Mosca non è stata certo accomodante. "E' imbarazzante che poche ore prima della visita del proprio Presidente la Bulgaria abbia preso parte in una nostra questione interna" il commento più frequente.
Sembra però che la gaffe bulgara non abbia più di tanto condizionato l'incontro bilaterale centrato in prevalenza su questioni economiche. La Bulgaria è infatti percepita dai russi come un'area strategica per la distribuzione del proprio gas nei Balcani. Anche in opposizione ed in concorrenza con i molti distributori d'energia occidentali che molto si stanno movendo nella regione (vedi un approfondimento dell'Osservatorio che sarà prossimamente pubblicato che sarà specificamente incentrato sulla questione del cosiddetto Corridoio 8). Anche la disponibilità manifestata dalle autorità russe nel mettere a disposizione le proprie competenze per quanto riguarda l'impianto nucleare di Kozloduy o la costruzione del nuovo impianto nucleare di Belene sembrerebbe legata agli stessi interessi geostartegici. Garantirsi una solida presenza nelle gestione del sistema energetico dei Balcani.
In cambio Paravanov ha messo sul tavolo la questione dei dazi imposti alle merci bulgare esportate in Russia. Sembra che anche a questo riguardo si siano fatti passi avanti che con tutta probabilità porteranno alla firma di un documento sulla standardizzazione delle procedure di export verso la Russia e l'alleggerimento di alcune barriere doganali imposte ai prodotti bulgari. Definite anche nuove procedure per quanto riguarda la visita di turisti russi sulle coste del Mar Nero. Dalla prossima estate vi sarà la possibilità di richiedere un visto turistico e le operazioni di passaggio dei confini ne risulteranno notevolmente alleggerite.
Nonostante la gaffe quindi sembra che i due Presidenti si siano intesi adottando un linguaggio altamente pragmatico che ha aiutato in parte a superare fraintendimenti sorti nell'immediato passato. Ed il 2 marzo prossimo sarà la volta di Putin a Sofia. In molti in Bulgaria si augurano che la diplomazia bulgara possa in quell'occasione evitare di ripetere gaffe imbarazzanti, sempre che si sia trattato di una gaffe.