Preoccupazione senza catastrofismi. E' questa la reazione in Bulgaria agli esiti dei referendum in Francia e Olanda nei quali è stata bocciata la nuova costituzione europea. Si ritiene che l'integrazione nell'UE sia oramai blindata anche se "abbiamo preso l'ultimo treno utile"

06/06/2005 -  Tanya Mangalakova

L'esito del referendum francese in merito alla nuova carta costituzionale europea - uscita bocciata - ha avuto ampio risalto sui media bulgari. Non poteva essere altrimenti in un Paese che è impegnato da anni lungo la strada dell'integrazione e vede il traguardo oramai prossimo. Tra i titoli più emblematici quello del quotidiano Standard: "La Costituzione europea sotto la ghigliottina francese?"

Se dai titoli emerge una forte preoccupazione delle conseguenze che il voto francese (la cui tendenza è stata poi confermata anche dai cittadini olandesi) poteva avere sul futuro dell'allargamento europeo nei commenti si sottolineava invece che con tutta probabilità la Bulgaria sarà uno dei Paesi che aspirano all'ingresso nell'UE meno colpiti dal NO francese ed olandese.

Questo perché - secondo gli analisti bulgari - Sofia ha già sottoscritto il trattato di integrazione e l'élite politica europea si è già accordata sul fatto che il Paese farà parte dell'Unione.

I politici bulgari invece è sembrato fossero del tutto impreparati a commentare l'esito del voto francese. La stampa lo scorso 31 maggio ha riportato il commento del Ministro degli esteri Solomon Passy secondo il quale la Bulgaria deve chiudere al più presto tutti i capitoli negoziali ancora aperti perché "più si andrà avanti più aumenteranno gli ostacoli sulla strada verso l'UE". Secondo Passy l'esito del referendum in Francia ha dimostrato che la Bulgaria ha preso l'ultimo treno utile verso l'UE.

"Potremo magari essere tra gli stati fondatori della nuova Europa che adotterà, in un modo o nell'altro, la Costituzione", ha invece dichiarato Melena Kuneva, Ministro per gli affari europei. A suo avviso ogni ostacolo può essere superato perché l'Unione ha basi solide e oramai una lunga esperienza. "Non credo che il risultato del referendum francese condizioni il nostro ingresso nell'UE" ha invece dichiarato il Ministro delle finanze Milen Velchev.

Altri commentatori hanno sottolineato come il referendum in Francia significherà con tutta probabilità lo spostamento dal 2007 al 2008 della data di ingresso bulgaro nell'UE. Slittamento tra l'altro previsto come opzione possibile dagli accordi di integrazione Bulgaria-UE.

Lo scorso 3 giugno i quotidiani hanno riportato del probabile "cartellino giallo" in arrivo dal Bruxelles. Si prevede infatti che la Commissione invii - in seguito al summit UE previsto per il prossimo 16 e 17 giugno - 5 lettere di avvertimento sui ritardi nelle riforme in vista dell'integrazione, in aprticolare nel campo della giustizia.

Sul quotidiano Sega si sottolineano invece le forti differenze tra elettori bulgari e francesi. I primi sarebbero, a detta degli analisti del quotidiano, volenterosi di limitare il più possibile la sovranità bulgara a favore dell'Unione europea. Anche se "non hanno mai nemmeno dato un'occhiata al trattato di integrazione. Lo sottoscriverebbero in ogni caso. Per i bulgari l'Europa rappresenta un modello più sociale. Sono pronti ad abbracciarlo dopo 15 anni di shock e terapie intensive chiamate riforme. In Bulgaria ha vinto l'ultraliberismo ed i bulgari sarebbero pronti a fare di tutto per salari più giusti".

I francesi secondo Sega la pensano invece diversamente e sono pronti a scendere in strada (ed affossare l'UE) per una disoccupazione al 10% e per la diminuzione del potere d'acquisto di qualche punto percentuale, "senza dubbio alzerebbero barricate se ogni anno il prezzo dell'elettricità aumentasse del 10-15%, come accade in Bulgaria dove il prezzo dell'energia è già superiore a quello pagato in Francia".

I media bulgari hanno anche riportato le dichiarazioni di Jean-Marie Le Pen, che non si è stancato di ripetere i gironi del referendum che l'Europa sarebbe stata invasa dagli zingari se Romania e Bulgaria entreranno nell'UE. 24 Chassa, quotidiano dal taglio scandalistico, ha pubblicato un'intervista all'ultranazionalista francese. "La costituzione europea distrugge l'indipendenza della Francia che diverrà poco più di una provincia con un governatore generale ... lo standard di vita degli zingari in Romania e Bulgaria è venti volte inferiore a quello francese, si riverseranno tutti in Europa".

Da molti anni Le Pen è contro l'Europa ma le sue fobie contro la Bulgaria e la Romania sono relativamente recenti e risalgano alla firma dei due Paesi dei trattati di annessione. L'ho intervistato nel 2001 ed il leader del Fronte Nazionale mi assicurava in quell'occasione che aveva voglia di visitare la Bulgaria e teneva buoni rapporti con i nazionalisti bulgari, dei quali però non ricordava i nomi.