Il generale Bojko Borisov, segretario generale del Ministero degli Interni dal 2001 al 2005, e già guardia del corpo del leader comunista Todor Zhivkov prima e dell'ex-monarca e primo ministro Simeon Sakskoburgotski poi, è il nuovo sindaco di Sofia. Candidato indipendente, ha sbaragliato gli avversari
Un cambio "Generale"?
Il generale Bojko Borisov era stato candidato alle ultime elezioni politiche, tenute nell'estate 2005, dal Movimento Nazionale Simeone II, partito allora al governo del paese. Borisov declinò la propria candidatura, affermando di voler continuare il proprio lavoro al Ministero degli Interni. Il 18 settembre sono arrivate invece le sue dimissioni, dopo che il comitato cittadino "Cambio Generale" (http://generalna-promiana.org), animato tra gli altri da famosi sportivi, editori e medici, lo aveva invitato a candidarsi come indipendente alla carica di sindaco della capitale. Come segretario generale del Ministero degli Interni (di fatto il capo della polizia n.d.r.) il generale Borisov è stato l'alto dirigente del passato governo, retto da Simeon Sakskoburgotski, costantemente premiato dai più alti indici di gradimento. Tale popolarità e tanto carisma sono il risultato di un'ottima strategia mediatica e di una forte venatura populista. Per cinque anni le telecamere hanno portato nelle case i suoi atteggiamenti che ricordano vagamente la serie de "Il padrino", ma data la sua grande popolarità, pochi politici hanno osato criticarlo. "Credo che il Ministero degli Interni non faccia il suo lavoro, e che il generale Borisov lasci una terribile eredità, con più di 50 omicidi di stampo mafioso", ha affermato Ivan Kostov, ex primo ministro e leader dei Democratici per una Forte Bulgaria (partito di destra oggi all'opposizione) subito dopo l'omicidio del noto banchiere di Emil Kjulev, avvenuto durante questa campagna elettorale. Altri ricordano il passato del generale Borisov nel partito comunista e il suo rifiuto, dopo la caduta del regime nel 1990, a sottoscrivere una dichiarazione di depoliticizzazione. In seguito Borisov abbandonò le strutture del Ministero degli Interni, entrando nel business delle agenzie private di sicurezza. Come proprietario dell' "Ipon", ha intessuto rapporti d'affari con personaggi molto chiacchierati, o addirittura con boss riconosciuti, come Roumen Nicolov, alias "Pasha".
"Noi li prendiamo, loro li rimettono in libertà", è questa la risposta che il generale Borisov ha dato, durante la campagna elettorale, a chi metteva in dubbio la sua efficienza nella lotta contro il crimine organizzato. Nelle sue parole noi significa la polizia, loro - i giudici. "Noi li prendiamo, loro li rimettono in libertà", sarà questa forse la risposta del Generale, nelle nuove vesti di sindaco, nel commentare la lotta contro le migliaia di cani randagi che infestano le strade di Sofia, problema simbolo della distanza tra le promesse elettorali e la capacità di mantenerle. E i cani sono soltanto uno dei numerosi problemi che affliggono la capitale.
L'eredità di Sofianski
Sofia oggi non ha certo l'aspetto di una capitale europea. Stefan Sofianski, che ne è stato il sindaco per ben dieci anni, è diventato in Bulgaria un vero simbolo di corruzione. Essendo entrato in parlamento con le ultime elezioni politiche, pensava di essere riuscito a sfuggire ai processi iniziati contro di lui nel 2004, sfruttando l'immunità parlamentare. Ma tra settembre e ottobre il procuratore capo ha richiesto per due volte l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti, per accuse di corruzione in transazioni sospette che riguardano il mercato coperto di Sofia (Halite) e un complesso direzionale in centro. A luglio, i cittadini del sobborgo di Suhodol, hanno bloccato la strada che porta alla discarica. I cassonetti hanno iniziato presto a traboccare, la città ha rischiato una epidemia. Questa crisi è da imputare all'atteggiamento di Sofianski, che ha tralasciato irresponsabilmente il problema, oltre che alla cronica mancanza di strutture per lo smaltimento. Per non parlare poi delle strade di Sofia, che migliaia di buche fanno somigliare ad un'enorme groviera. Il generale Borisov dovrà trovare una soluzione a questi ed altri problemi, come la penuria di parcheggi, in una città ormai invasa da 800.000 automobili.
Borisov - il nuovo tzar?
Durante il ballottaggio si è prodotto l'effetto "tutti contro i socialisti", e Bojko Borisov ha guadagnato facilmente i voti della destra. "Un candidato indipendente ha fatto breccia nel sistema dei partiti, fino al cuore dello stato", ha scritto nel suo editoriale del 6 novembre il quotidiano "Troud". Curiosamente, a distanza di 56 anni dall'esordio di Todor Zhivkov come sindaco di Sofia, la sua ultima guardia del corpo si ritrova a ricoprire questa stessa carica. Borisov governerà la capitale con i voti di appena un quinto dell'elettorato cittadino, 220.000 elettori che lo considereranno responsabile nel prossimo futuro per le buche, i cani di strada e la gestione della spazzatura. Ma gli altri 870.000 abitanti, che non hanno voluto il nuovo "sceriffo", saranno ancora più pronti a criticare ogni sua mossa. "Bojko deve provare che il cambiamento Generale è possibile per tutti, ogni giorno", ha commentato "Troud". Il generale ha vinto riprendendo il modello dell'ex premier Simeon Sakskoburgotski, che nel 2001 trionfò nelle politiche raccogliendo il cosiddetto "voto di protesta". Antoniy Todorov, analista della televisione nazionale, ha definito il successo di Borisov come "una rivolta contro i partiti". Tatiana Doncheva, dopo la sconfitta, ha dichiarato durante una conferenza stampa che i cittadini "percepiscono i partiti come lobby clientelari che si occupano di affari privati".I cittadini di Sofia sono ormai stanchi di 15 anni di nepotismo partitico, che coincidono con gli anni della transizione. Ma cosa farà adesso il Generale, si chiedono i media, vorrà creare un suo partito? "La questione è capire se Borisov si muoverà verso la sinistra o la destra dello spettro politico", ha scritto il 6 novembre "24 Chassa" in un articolo intitolato "Borisov - il nuovo tzar". Di certo gode dell'appoggio dell'ala di destra dell'Unione delle Forze Democratiche (UDF), e del movimento "Georgiovden", ma può essere accettabile anche per l'ala di sinistra nazionalista del Partito Socialista Bulgaro. Da entrambe le parti sono pronti a fornirgli strutture, energie e collaboratori per guidare un partito alla vittoria, come fece Simeon cinque anni fa. Boiko Borisov può diventare il leader di un partito popolare di massa, ma non avrà lo stesso effetto tsunami che ebbe il Movimento Nazionale Simeone II. Ma secondo il commento di "24 Chassa", "questo partito avrà comunque forza sufficiente a sostituire l'UDF o lo stesso movimento dell'ex-monarca".