Visita di tre giorni del Presidente russo in Bulgaria. Posizioni distanti sull'Iraq e relazioni che, nonostante la permanenza di Putin a Sofia, rimangono fredde tra i due Paesi.
La Russia è convinta che la crisi in Iraq possa essere risolta attraverso metodi pacifici, lo ha affermato il Presidente russo Putin durante una conferenza stampa tenuta insieme al Presidente bulgaro Purvanov a Sofia domenica 2 marzo. Putin ha chiarito come la posizione russa e quella bulgara sulla questione Iraq non coincidano perfettamente ma, come ospite, sarebbe a suo dire sconveniente fare commenti sulla politica estera bulgara. "Certo è" - ha continuato Putin - "che l'Unione europea ha impiegato molto a prendere una decisione in merito all'Iraq e questo ha messo in difficoltà molti Paesi, ed in questo concordo con il Presidente Purvanov".
I tre giorni del Presidente russo in Bulgaria non hanno detto nulla di nuovo sulla posizione Russa rispetto alla crisi irachena. La visita è stata invece significativa per le relazioni bilaterali: l'ultima visita di un Presidente russo risaliva addirittura a dieci anni fa quanto Boris Eltsin, durante il suo soggiorno a Sofia, su invito dell'allora Presidente bulgaro Zhelio Zhelev, riconobbe lo stato di Macedonia.
"Putin fa pressione su Sofia sulla questione Iraq", titola il 2 marzo il quotidiano 'Standard'. "Putin e Purvanov riconoscono le distanze reciproche", afferma in prima pagina 'Monitor'. Il quotidiano 'Sega' invece sottolinea la critica all'UE "Putin e Purvanov sgridano l'UE".
La stampa riporta come il Capo di stato russo sia arrivato in Bulgaria indossando la martenitsa, un simbolo tradizionale bulgaro, una sorta di amuleto fatto di lana rossa e bianca con fili di cotone o di seta che i bulgari si scambiano all'inizio di primavera per augurare salute e felicità. "Putin sommerso dall'amore dei bulgari", titola Sega, descrivendo come più di 1000 cittadini, politici e alte autorità abbiano accolo Putin sventolando bandierine russe e bulgare. Le persone che hanno accolto Putin erano in prevalenza anziane. 'Troud' riporta un sondaggio secondo il quale il 77,6% dei bulgari è a favore della visita del Presidente russo.
Difficile che la visita provochi un mutamento radicale nelle relazioni tra Russia e Bulgaria, commenta 'Monitor'. Nel suo editoriale 'Kapital' sottolinea come sia emersa una nostalgia per la vecchia amicizia bulgaro-sovietica, ma ribadisce come la visita certo non causerà alcune breccia nelle fredde relazioni tra i due Paesi. Purvanov, il Primo ministro Simeon Saxe-Coburg Gotha, il Ministro degli esteri e il Ministro delle finanze nei mesi scorsi intrapresero un viaggio a Mosca il cui unico risultato visibile fu quello di individuare un compromesso sul pagamento dei debiti che la Russia ha contratto nei confronti della Bulgaria. La prima tranche, 35 milioni di dollari, arriverà entro la fine della settimana, ha assicurato il Ministro delle finanze Milen Velchev.
Putin, in un'intervista concessa al canale nazionale della televisione bulgara, ha fatto anche alcune dichiarazioni in merito al Tribunale dell'Aja. Secondo quest'ultimo, nel caso di violazioni della legge si deve punire il colpevole e questo deve riguardare le corti nazionali. Solo in casi di forza maggiore si può parlare di Corti internazionali se non vi sono le condizioni minime per condurre i processi 'in casa'. E questo in parte riguarda la fattispecie della ex-Jugoslavia, ha concluso Putin.
Prima della caduta del comunismo la Bulgaria era uno degli alleati più stretti dell'Unione Sovietica ma nell'ultimo decennio le relazioni tra i due Paesi si sono congelate. Le priorità bulgare sono divenute l'adesione alla NATO e all'UE. Le divergenze sono emerse con forza in merito all'Iraq. Il Primo ministro bulgaro ha infatti più volte affermato il pieno appoggio bulgaro agli USA mentre la posizione della Russia è senz'altro più cauta. Pochi giorni fa, Simeon Saxe-Coburg Gotha era a Washington, ora accoglie Putin, in un difficile tentativo di mantenere un certo equilibrio tra il vecchio ed il nuovo alleato.