I candidati per le presidenziali americane Kamala Harris e Donald Trump © Below the Sky/Shutterstock

I candidati per le presidenziali americane Kamala Harris e Donald Trump © Below the Sky/Shutterstock

Il prossimo autunno si vota per il rinnovo dei parlamenti in Azerbaijan, con voto anticipato, e in Georgia. I leader politici dei due paesi aspettano con ottimismo il cambio di politica americana nei loro confronti, in particolare nel caso di una vittoria di Trump alle presidenziali di novembre

31/07/2024 -  Marilisa Lorusso

Si preannuncia un autunno carico di attese elettorali. A ottobre si vota in Georgia per il rinnovo del parlamento, e a novembre si sarebbe dovuto votare per le politiche anche in Azerbaijan, ma il voto è stato anticipato.

Gli occhi però, anche a livello regionale, sono puntati sulle elezioni presidenziali statunitensi, e pare che i leader dei partiti di maggioranza tanto in Georgia quanto in Azerbaijan abbiano delle chiare preferenze sui candidati americani, anche se precisano sempre che tocca al popolo americano scegliere e che lavoreranno con qualunque amministrazione uscirà dal voto.

Azerbaijan elezioni anticipate

Le elezioni parlamentari in Azerbaijan sono fissate per il 1° settembre 2024, inizialmente previste per novembre ma anticipate dopo lo scioglimento del parlamento nel giugno 2024.

Questa decisione è stata influenzata dalla tempistica della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 29) del 2024, che l'Azerbaijan ospiterà a Baku dall'11 al 22 novembre.

La COP 29, un importante evento internazionale incentrato sulla politica climatica globale, era stato deciso che si tenesse in Azerbaijan e Baku ha investito enormemente sull’evento come prova del ruolo crescente del paese nelle discussioni ambientali internazionali. Il cambio di tempistica mira ad evitare una sovrapposizione con la COP 29, data la sua importanza e l’attesa attenzione internazionale.

La decisione di anticipare le elezioni è stata proposta dai parlamentari e approvata dalla Corte Costituzionale il 27 giugno, nonostante le obiezioni dei partiti di opposizione. Ciò ha consentito al presidente Ilham Aliyev di sciogliere ufficialmente il parlamento il 28 giugno, fissando la nuova data delle elezioni.

Le ormai imminenti elezioni seguono le parlamentari del 2020, dove il partito al governo Nuovo Azerbaijan ha ottenuto una maggioranza significativa (70 seggi). Il sistema elettorale rimane invariato, con 125 membri dell'Assemblea nazionale eletti attraverso il sistema maggioritario in collegi uninominali. Questo sistema è stato un punto di contesa tra i gruppi di opposizione, che sostengono favorisca il partito al governo e limiti un’equa rappresentanza.

Aliyev e Trump

Su chi ci sarà a Washington, il presidente Ilham Aliyev ha parlato molto fuori dai denti. Durante il secondo Shusha Global Media Forum del 20 luglio 2024, Aliyev ha affrontato vari argomenti tra cui la disinformazione e le relazioni internazionali. Una parte significativa del suo discorso è stata inoltre dedicata alla critica dei pregiudizi dei media, con una notevole enfasi sulle sue opinioni sull’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e sull’attuale amministrazione statunitense.

Aliyev si è allineato alle critiche di Trump nei confronti dei principali media statunitensi, affermando: “Il presidente Trump è stato colui che ha definito false notizie il Washington Post e il New York Times. Sono completamente d'accordo con lui. Non solo su questa ma su molte altre dichiarazioni”.

Ha poi ribadito in un secondo momento: “Ho già citato il presidente Trump, che ha definito ‘fake news’ il Washington Post e il New York Times. Potete immaginare un giornale come il Washington Post che pubblica dozzine di editoriali sull'Azerbaijan, definendomi un dittatore e un satrapo?”

Affrontando la questione della sua preferenza per le prossime elezioni americane, Aliyev ha notato che “Naturalmente, se si guarda allo sviluppo delle nostre relazioni […] con l’amministrazione repubblicana, le nostre relazioni sono sempre state molto più produttive, fruttuose e orientate ai risultati. Basta guardare le mie comunicazioni con i leader e i presidenti americani e tutto sarà chiaro. Durante la presidenza del presidente Trump, abbiamo goduto di una cooperazione molto fruttuosa basata sul rispetto reciproco e sull’apprezzamento del sostegno reciproco su diversi fronti”.

Si è astenuto da un sostegno diretto ma ha osservato che i valori sposati da Trump risuonano in molti in Azerbaijan, in particolare per quanto riguarda i “valori tradizionali”. Aliyev ha anche espresso disappunto per le azioni dell'attuale amministrazione statunitense, inclusa la reimposizione delle sanzioni all'Azerbaijan.

Il Sogno Georgiano: guerra e Trump

Le elezioni in Georgia sono fissate per il 26 ottobre, e promettono di essere assai meno prevedibili negli esiti di quelle in Azerbaijan. Di fatto da mesi si è entrati in una lunga campagna elettorale, e mentre l’opposizione ha costruito la propria campagna sull’idea che le elezioni saranno un referendum sul futuro europeista del paese, il partito di governo, il Georgiano, ha sempre escluso di essere il principale impedimento all’integrazione europea.

Il Sogno continua a presentarsi come il garante dell’integrazione europea, pur sapendo che per le sue attività di governo e la sua retorica, i rapporti Unione Europea-Georgia sono ai minimi storici.

Altrettanto si può dire per i rapporti USA-Georgia. E a questo proposito il Primo Ministro Kobakidze ha dichiarato: “A priori, le nostre speranze e il nostro ottimismo non si basano sulla vittoria dei repubblicani. In tal caso, assisteremo ad un atteggiamento giusto e diverso da quello che abbiamo visto negli ultimi 3-4 anni, il che è stato molto spiacevole per noi. Sono sicuro che al massimo tra un anno, forse anche tra 6 mesi, inizierà una revisione sostanziale e qualitativa dei rapporti.”

Kobakidze si è unito alla retorica russa secondo la quale Trump è l’unico presidente americano che non ha scatenato guerre , di fatto appoggiando la fandonia moscovita che la guerra in Ucraina sia una guerra americana, non russa. E ha dichiarato : “Ci aspettiamo che la guerra in Ucraina finisca al massimo entro un anno, se vincono i repubblicani, come già detto, la guerra potrebbe finire anche a gennaio. Non appena la guerra finirà e la situazione nella regione si sarà calmata, l’atteggiamento nei confronti della Georgia cambierà immediatamente, questa è la nostra ottimistica aspettativa. Innanzitutto il ripristino dei rapporti non dipende a priori dalla vittoria dei repubblicani. Se vincono i democratici, la guerra finirà tra un anno, se i repubblicani - tra sei mesi. In entrambi i casi la guerra finirà e l’atteggiamento nei confronti della Georgia cambierà.”

Il Sogno sta costruendo la propria campagna intorno al terrore della guerra, sostenendo che le elezioni di ottobre saranno non sull’integrazione europea, ma sulla possibilità di venire travolti dalla guerra.